Note: Il titolo che compare nel frame del master italiano è: "Dracula contro Frankestein" (senza la "n"). Aka "I maestri black horror - Dracula contro Frankestein".
Il barone Frankenstein e il suo assistente Morpho, già muniti di mostro d'ordinanza, riportano in "vita" il conte Dracula, precedentemente palettato dal dottor Seward... La trama potrebbe suscitare allarme, ma Tio Jess mette insieme un bel campionario di mostri (nel finale c'è anche un terribile licantropo) in un film pressochè privo di dialoghi e deliziosamente anacronistico. Quasi una sequela di ideogrammi horror, che ne fa un piccolo gioiello surrealista. Musiche di riporto da Justine. Bizzarro.
Chissà cosa frullava, all'epoca del girato, nella testa del più prolifico (ed incontenibile) cineasta vivente al Mondo. Di certo i suoi pensieri non erano focalizzati sulla trama, nè tantomeno sul genere. Idee scomposte (e visivamente platoniche per via di un tabù inatteso sulla violenza, qui negata) che frullano libere da lègami, proiettate verso la miscelazione di temi (sotto-genere). Dracula e Frankenstein, serviti dopo apposita rilettura (strettamente iconografica, chè letterale non se ne parla nemmeno) con abuso di zoom e statiticità.
Franco dirige puntando tutto sulle immagini e quasi nulla sui dialoghi, che possono contare qualche monologo di Dennis Price, qualche parola detta da Albes e dalla zingara. Anche in questo caso vi è un cast di attori fedelissimi a mio avviso bravi e funzionali. Girato in modo sobrio e ricco di inventiva. I vari mostri convivono senza creare problemi alla trama. Giustamente statico Vernon, già conte Dracula in La Fille De Dracula.
A tratti visivamente affascinante, ricco di pruriginose suggestioni erotiche, bizzarro nelle locations (le sequenze ambientate nel villaggio in cui vive l'indovina sembrano tratte di peso da uno spaghetti western... c'è persino Dennis Price che indossa il poncho). Per apprezzarlo, tuttavia, occorre un bel po' di pelo sullo stomaco, delirante e fuori calibro com'è. Resta persino il sospetto che un povero pipistrello ci abbia effettivamente lasciato le penne nella sequenza in cui Dracula "risuscita" nel sangue. Solo per vampirologi goliardici.
Il Dottor Frankenstein, per reclutare un esercito di non morti atti a dominare il mondo, rianima la Creatura e il Conte Dracula: ma dovrà fare i conti con l'Uomo Lupo... Arduo tentativo di raccontare la paura attraverso il solo potere delle immagini (il film è pressoché muto) il cui esito è più pretenzioso che bizzarro, oltreché raffazzonato. Tutte le spiegazioni non richieste sono date; quelle fondamentali, taciute. L'arbitrarietà del non-ritmo, il pretesto narrativo risibile, azzerano l'enfasi profusa nell'utilizzo dei primi piani, il cui gusto figurativo è insufficiente a generare fascino.
Tra le punte più basse del cinema franchiano, che realizza un improbabile mix citazionistico dei miti dell'horror gotico. A parte i make-up da carnevale (tremendo quello di Frankenstein), è impossibile non scoppiare a ridere di fronte alle espressioni stordite di Vernon (sembra uscito da Fracchia contro Dracula) e all'entrata in scena dell'uomo lupo (ma perché?!). La quasi totale assenza di dialoghi infierisce sul ritmo, già soporifero; Franco gira distrattamente e abusa dello zoom (più del solito). Stranamente casto, per i suoi standard.
Franco, oltre ai vari mostri presenti (non ne ha risparmiato nessuno), è anche riuscito a crearne un altro, forse più spaventoso...questa pellicola. Se da una parte applaudo un certo coraggio (una manciata di frasi distribuite in un'ora e venti, con i primi quindici minuti muti), dall'altra non posso non notare la struttura quasi Ed Woodiana di questo pastrocchio horror-dememenziale, con pipistrelli che cacciano versi aquileschi, richiami amorosi di pavone buttati lì, attori che definire sopra le righe diventa un eufemismo, icone dell'horror ridotte a macchiette e scheletri ultrafinti. Mah
MEMORABILE: Quando la faccia da pirla di Dracula spunta dietro al vetro, sembra che debba partire il pugno subìto da Fantozzi per aver chiesto: Chi ha fatto palo?
Il barone Frankenstein riesuma il Conte Dracula creando un delirante progetto per assoggettare gli abitanti di uno sperduto paesello e spargere la morte. Naif fino all'inverosimile, confuso e improvvisato, si esprime sotto forma di immagini essenziali, con una sceneggiatura delirante e da quattro soldi.
Dracula e Frankenstein scorrazzano in Mercedes mentre il buon dottore corre su e giù per le campagne con una vecchia carrozza a cavalli: è una delle tante amene assurdità che popolano questo film realizzato negli anni in cui l'inimitabile trashador iberico inondava a getto continuo le sale di serie B con cataste di pellicole-spazzatura da far impallidire i rifiuti di Napoli. Certo, il ridicolo più che involontario sembra tenacemente cercato, ma siccome il gioco è bello finché dura poco, qui 80 minuti scarsi rischiano di sembrare interminabili.
La noia e la penosa comicità che suscita sono senza appello bestiali. Dialoghi miserrimi e sparpagliati senza nessuna utilità, alternanza sconclusionata del giorno e della notte, trucco e parrucco carnevaleschi, zoomate snervanti, sequenze riciclate e interminabili, location ed epoca non pervenute, "trama" pastrocchio. M'astengo dall'appioppar a questo genere di pellicola parole peggiori del solito, ma solo perché l'ho visionata di pomeriggio e non di sera: ho detto tutto.
Le maschere gotiche di Dracula, di Frankenstein e dell'uomo lupo qui sono solo una cornice e le loro storie scombinate anche nell'ordine cronologico. C'è un senso di minaccia, morte e angoscia cerebrale, reso con i primi piani dei volti (l'occhio trafitto è di Buñuel-Dalì-iana memoria), con la musica minimalista ed efficace, con suoni-icone del cinema classico orrorifico presenti anche nelle scene diurne, con le inquadrature ravvicinate di animali (il pipistrello, ilgatto), con la follia isolazionista del manicomio e infine con le location suggestive.
MEMORABILE: L'esperimento assurdo che collega nel laboratorio di Frankenstein il corpo della soubrette a un pipistrello per la resurrezione di Dracula.
Il (dottor) Frankenstein, fuori come un balcone, comanda a bacchetta un povero vecchio con la paresi (è Dracula) per vendicarsi di Seward; nel frattempo imperversa a casaccio Frankenstein (il mostro), ma l'uomo lupo metterà le cose a posto... A tratti, mentre i pipistrelli emettono versi come gatti a cui si è pestata la coda, si ha voglia di farsi portar via con gioia da tale turbine di insensatezza, poi la logica (e i ridicoli make up) ci riportano a terra. Sull'orlo del baratro, ma una scheggia di cinema brilla ancora nel buio.
Horror praticamente invalutabile che lascia, fino all'ultimo fotogramma, il dubbio che si tratti di un provocazione voluta o di un'esperimento venuto (molto) male. Banditi il sesso e la violenza (inspiegabile il VM18), Franco gira un monster-movie quasi senza dialoghi (malamente rimpiazzati nell'edizione italiana) che oscilla tra la farneticazione e il sonno profondo, un Buñuel che si trasforma in Ed Wood, un gotico Hammer che si tinge di Dogma 95, il tutto immerso nel vuoto cosmico. Qualche suggestione da sperimentale vintage nelle ambentazioni.
Dracula, Frankenstein, pure l'uomo lupo! Carletto pensaci tu! Lo script è un cruciverba turco, la trama zigzaga come e quando le pare tra riprese-sberla e avantendrè di zoom a rotta di lente: incurante di struttura messaggi e contenutismi, e più incline a quel sussiego onirico e dettame allucinatorio del cinema che mettono il carro atmosferico davanti ai buoi del senso, Jess coltiva THCinema, e il fumo si fa arrosto. Tutto è décadrage di tutto e amen se non arrivano coccoloni: a un film che val bene un coffee shop olandese, impossibile volergliene: la vita l'è bela l'è bela. Lugosi.
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Contenuto a Ca' Davinotti anche in vol. 62 n. 55. Cosa significa, per favore?
DiscussioneZender • 30/10/11 08:18 Capo scrivano - 47786 interventi
Che esiste un doppio papiro causato dalla scarsa memoria di Marcel, che ha evidentemente commentato due volte il film. In effetti eran note che mettevo un tempo e che sarà bene cancellare.
Come "esce"? E' già uscito da un mese...
Il Bluray COLOSSEO FILMS è impeccabile!
Ovviamente stiamo parlando di un classico Jess Franco, quindi la qualità fotografica è quello che è, con tutte le sue sfuocature, ma noi lo adoriamo per questo.
Il telecinema è stato fatto direttamente dal 35mm italiano, piuttosto pulito e con l'audio italiano perfetto.
Sottotitoli escludibili.
Durata 81'43"
Rebis ebbe a dire: Faccio presente comunque che il film è praticamente muto, avrà si e no quattro dialoghi...
Nell'edizione bluray le parti parlate abbondano, pur trattandosi in gran parte di monologhi interiori o voci poste su personaggi che non parlano. Mi viene da pensare che il dvd Mosaico sfrutti in gran parte una traccia audio diversa da quella italiana.
Deepred89 ebbe a dire: Rebis ebbe a dire: Faccio presente comunque che il film è praticamente muto, avrà si e no quattro dialoghi...
Nell'edizione bluray le parti parlate abbondano, pur trattandosi in gran parte di monologhi interiori o voci poste su personaggi che non parlano. Mi viene da pensare che il dvd Mosaico sfrutti in gran parte una traccia audio diversa da quella italiana.
Sì, probabile, anche se avevo letto che per Franco era un tentativo quasi "sperimentale" di fare un film horror muto in stile espressionista ...