Professionisti per un massacro - Film (1967)

Tre scapestrati soldati sudisti, lo Spretato, il Messicano e Chattanooga Jim, per scampare alla pena capitale sono incaricati di recuperare un carico d'oro trafugato da un ufficiale disertore... Trama risaputa, ma gran divertimento in questo western picaresco di Cicero (peccato ne abbia fatti pochi!) che, nella miglior tradizione del genere e del regista, si caratterizza per i suoi eccessi deliranti di violenza fumettistica. Buon ritmo e tante trovate: da vedere! I tre protagonisti sono doppiati da Rinaldi, Amendola e Barbetti.

Fallimentare esperimento western di Cicero, alle prese con i soliti luoghi comuni del genere e con un’inutile propensione al ridanciano. I tre protagonisti, benché bizzarri e ben distinti l'uno dall'altro, non sono al massimo delle loro potenzialità; in generale si avverte l’assenza di caratteristi validi e carismatici, di certo indispensabili per questo tipo di pellicole.

Western con una simpatica dose umoristica (non per caso la regia è di Cicero specialista in commediacce) ma non manca la parte drammatica (lo sterminio di una famiglia innocente). Molto buona la storia, meno (sopratutto nel finale) la sceneggiatura. Un po' troppo poveristico come interni, ma nell'insieme è molto gradevole. Bravi Hilton e il baffetto, malissimo il biondino (inespressivo al massimo). Divertente.

Sbrigativo western diretto da un regista di qualche interesse che, in nuce, mostra un potenziale che, se sviluppato, avrebbe potuto fornire più emozioni. Specie la corte dei miracoli e la madre di Primeiro o il saloon dell'inizio, curiosi. La storia è quella della solita sporca "dozzina" (ma qui sono in tre), reietti a cui viene data una chance se risolvono una missione. Nel complesso uno spag qualsiasi, sorretto da una regia un po' al di sopra della media ma che in fondo sceglie il registro picaresco, il più facile da quando uscì Il buono, il brutto, il cattivo.

Anche nel western Nando Cicero dimostra una certa padronanza della macchina da presa. Pur se il film non è un capolavoro del genere, possiede tutti gli ingredienti: morti in abbondanza, lunghe sparatorie... Simpatici i tre protagonisti. C'è anche, tra gli altri, José Bodalo, il famoso generale Hugo del Django di Corbucci.

Western di Cicero su un trio di ladri sullo sfondo della guerra di secessione. Il film soffre un po' dell'alternanza di due registri, uno picaresco alla trinità, l'altro più drammatico con grotteschi momenti di violenza. La storia non è lineare e neanche particolarmente interessante, ma ha dalla sua buone trovate e un ritmo sufficentemente sostenuto tanto da non annoiare. Rimane nella memoria la banda dei messicani da cui scaturiscono i momenti più grotteschi e godibili e sopratutto Hilton ex-prete dalla dinamite facile.

Western italiano che definirei "spara-spara" per i sostenuti scontri a fuoco rappresentati. Non male la caratterizzazione dei personaggi, con Hilton religioso radicale a modo suo. Una vicenda però banale che si trascina un po' troppo fino ai capovolgimenti di fronte finali che la rendono semiseria e alquanto improbabile. La violenza truce e oscura di altri "spaghetti" è lontana, seppur non manchi l'esposizione del massacro futile di pacifici fattori da parte dei soldati traditori. Il classico prodotto senza infamia né troppa lode.

Cicero, conosciuto soprattutto per le commedie scollacciate degli anni ottanta, dimostra come la commedia sia nelle due corde anche in questo spaghetti western molto truce ma sempre orientato all'umorismo. Qui abbiamo un terzetto di disonesti sudisti (lo Spretato è il piu azzeccato), che per vie traverse cerca di impossessarsi di un carico d'oro che ha vari pretendenti. Colpisce positivamente l'originale commistione tra comicità e dramma (vedasi la scena dello sterminio nella fattoria).

Vivace western picaresco di evidente ispirazione leoniana cui Cicero aggiunge qua e là notazioni grottesche che danno originalità e brio a una trama non nuova e a tratti confusionaria, complicata da troppi doppiogiochisti, con un finale piuttosto forzato. Particolarmente indovinato il personaggio dello “Spretato” Downey, interpretato da Hilton, che, tra preghiere, citazioni bibliche e la passione per gli esplosivi, ha le battute migliori. Discreti, ma non irresistibili, gli altri.

Cicero regala molta noia, pochissime situazioni divertenti, diverse frasi ad effetto e un'azione che sembra tanta ma è un vorticoso girare su se stessi; monotoni i paesaggi, tutti uguali; potenzialmente ben caratterizzato il personaggio di George Hilton, molto più monocordi gli altri due protagonisti; il film si basa sul plot-twist, che poi è sempre lo stesso, ovvero la rivelazione di un doppio gioco; scontatissimo il finale, che gioca alla guerra e che raccoglie alla meglio uno status di pseudo-cult. Pessima traduzione italiana del bel titolo inglese.

Nando Cicero si dà al western, ma sarebbe stato meglio che restasse nel suo ambito. A parte l'onesto mestiere, il regista infarcisce una storia già di per sé scontata e mediocre di stantii topos del genere e soprattutto di un'infinità di siparietti comici che si potevano evitare (in questo senso, insopportabili le continue battutine di George Hilton). Personaggi e recitazione in linea con il film, ovvero mediocri. Pesa anche la totale assenza di novità, che da un regista avvezzo ad altri generi era lecito aspettarsi. Pellicola da dimenticare.