Un Coppola sui generis, che ha voglia di divertirsi dirigendo una sorta di grottesca sit-com con dialoghi deliranti (soprattutto nella prima parte) e personaggi folli. Fa piacere rivedere alcuni luoghi comuni della New York d'altri tempi: l'emancipazionismo giovanile, le avanguardie, i locali notturni. Bravo Kastner,giovane goffo che cerca di liberarsi dalla propria timidezza e da una famiglia rigida e iperprotettiva; lo spalleggia un bel gruppo di caratteristi.
MEMORABILE: La scena nel cinema, in cui viene proiettato "Il pozzo e il pendolo" di Corman.
Dopo gli esordi alimentari e "experienced" con Corman, You're a big boy now è il primo "tema libero" di Coppola. Forse invecchiato nel soggetto (l'adolescente timido che prima arremba e poi vien progressivamente a patti con le mille luci della città), colpisce invece ancor oggi per la straordinaria verve creativa del regista italo-americano, che recupera i modelli della Nouvelle Vague elevandoli all'ennesima potenza con virtuosismi e vezzi che ne fan un unicum nella sua filmografia. Vecchie volpi (Torn, Page, Harris) circondano il giovane Kastner.
Film nato come tesi per il master di Coppola all'UCLA, è progressivamente cresciuto arrivando a Cannes e a una nomination all'Oscar per la bravissima Geraldine Page. In realtà ci troviamo di fronte all'opera di un quasi esordiente che è già un meticoloso professionista del dettaglio, che fa intravedere dalle riprese soprattutto in esterna il talento che lo consacrerà uno dei più grandi registi di sempre. La storia è leggerina e tende a rallentare nel finale, ma si respira un ingenuo profumo di Greenwich Village che la rende simpatica. Curioso!
MEMORABILE: L'impatto di Bernardo con la vita notturna della città; La permanenza forzata all'interno della cassaforte.
Oppresso da un padre autoritario e da una madre iperprotettiva, il timido Bernardo vorrebbe tanto perdere la verginità ma il problema è trovare la ragazza giusta con cui farlo... Secondo film del regista, un film pre-sessantottino impregnato dagli umori del tempo ma ancora fresco grazie al tono leggero e scanzonato. Indovinato il cast: simpatico l'imbranato Kastner, straripante Page come mamma possessiva, mentre Hartman e Black sembrano essersi scambiate i ruoli con la prima insolitamente nelle vesti una donna aggressiva e la seconda in quelle dell'innamorata gentile e paziente.
Un padre dispotico e una madre castrante chiudono Bernardo in una morsa, costringendo questa sorta di Candido volterriano alla fuga verso le contaminazioni del mondo, allo stupore per ogni novità, a innamorarsi per imprinting della prima go-go dancer che gli shakererà il corpo davanti agli occhi. Oggetto bizzarro dal sapore british, surreale, ricco di simbolismi da usare come chiave di lettura per gli apparenti nonsense. Ma purtroppo questo creativo bazar psichedelico, brillantemente musicato dai Lovin’ Spoonful, partorirà un finale ordinario degno di un musicarello di Al Bano.
MEMORABILE: La scritta "Niggers go home" e le relative concatenazioni surreali di Bernardo.
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