Dopo tre film "ordinari" non all'altezza del mito, Coppola ritorna con un film ambizioso, difficile e per certi versi sperimentale. Tutta la parte del film fino alla fine della guerra mi ha affascinato sia per la potenza visiva sia per i contenuti (il doppio, il linguaggio, il tempo), mentre la parte incentrata sull'amore ritrovato, pur interessante, risulta forzata e slegata dal resto. Struggente ed enigmatico il finale, ottimo Roth come il resto del cast. Film imperfetto e forse un po' lungo, ma coinvolgente nonostante i difetti. Coppola ritrovato.
Un settantenne professore rumeno studioso dei linguaggi viene colpito da un fulmine che innesca uno straordinario processo di rigenerazione fisica dandogli eccezionali capacità intellettuali. Il nuovo film di Coppola è basato sui temi del tempo e della comunicazione. Il viaggio attraverso le varie forme di linguaggio e di espressione viene compiuto con immagini di straordinaria forza evocativa (molto belle le sequenze ambientate in India) grazie ad un bravissimo Tim Roth che regale una performance fisica e recitativa memorabile.
Pellicola metafisica che concede al fantastico più di quanto non conceda al drammatico. Sorretta da un'interpretazione di alto livello da parte di Tim Roth e da una regia talora istrionica (penso in particolare al [dis]orientamento ricercato dalla telecamera), presta il fianco alle critiche laddove pare cambiare registro saltando di tema in tema. L'amalgama non regge appieno e i nodi non vengono tutti al pettine; forse la "colpa" è di un testo originale più complesso del dovuto e difficile da ridurre su grande schermo. In ogni caso contiene immagini di grande impatto emotivo da non perdere.
Pellicola molto azzardata, tematiche non facili da trasporre (il film è tratto dal libro di Eliade Mircea). Coppola vi è riuscito distintamente, a mio avviso. Alcuni aspetti potevano addirittura essere approfonditi meglio (ma il film sarebbe durato 5 ore probabilmente). Encomiabile la scelta di rifarsi al noir degli anni d'oro. Bellissimi i titoli di testa e il "The End" finale. Un film d'altri tempi...
Anziano colpito da un fulmine ringiovanisce, acquisisce superpoteri, e si innamora di una ragazza fulminata che regredisce nell'antichità. La complessità del romanzo fantasy-filosofico (di Eliade) da cui è tratto il film è sostituita dal respiro epico da grande cinema americano (con fotografia super-laccata): insomma, più mistero e amore che vertigine gnostico-surreale. Onore comunque a Coppola, coraggioso nel misurarsi, con rispetto, con temi arditi come il doppio, la memoria, il linguaggio, il tempo, la storia... Molto bravo Roth.
Coppola riesce nell'impresa di tradurre in cinema una delle opere letterarie più complesse del novecento. Il ritmo è davvero incalzante, la sceneggiatura rapisce completamente e incanta. Va premiato soprattutto il coraggio di Coppola, perché c'è materiale per poter fare 100 film, ma nel complesso l'opera di sintesi è gradevole. Tim Roth a dir poco eccelso. Da vedere, anche se non per tutti
Peggio di Jack, Francis Ford Coppola non poteva fare e perciò ritorna agli albori regalandoci questa splendida opera. Tim Roth è bravissimo nel "doppio" ruolo così come il resto del cast. Sembra quasi una storia presa da un libro di Phil K. Dick. Notevole.
Dopo dieci anni di assenza torna Francis Ford Coppola con un film complesso tratto da un romanzo del filosofo e storico delle religioni Mircea Ellade e che è un viaggio nell'uomo, svincolato dalle regole del tempo, dei luoghi e dove sopravvive il ricordo in accordo alla emotività della storia. Grande capacità narrativa ed evocativa attraverso scene di forte presa, grazie anche alla penetrante presenza di Tim Roth.
Molto curato tecnicamente; Coppola riesce anche a offrire sequenze fascinose, inserite in un contesto anni 30 che vaga dallo storico all'onirico, dalla commedia allo spy. Roth vi si muove a proprio agio anche se a volte pare gigioneggiare e nella seconda parte del film non tutte le tracce sembrano arrivare in porto. Menzione anche per il sempre solido Bruno Ganz.
Bellissimo film di Coppola che dopo una serie di prove mediocri (eccetto Dracula) torna a volare molto alto con una pellicola dallo stile visivo barocco ed affascinante ed una storia che intriga e coinvolge pur con qualche appannamento nella seconda parte. I primi 70 minuti scorrono via veloci ed ipnotizzanti con la loro bellezza formale e narrativa. Gli ultimi 50 presentano qualche problema, soprattutto nello scioglimento dell'intreccio (e pare che il romanzo fosse ben più complesso) ma alla fine il risultato è di quelli assolutamente degni di nota. Grande e piacevole sorpresa.
Film spiazzante, indefinibile e imprevedibile, geniale e strabordante, con qualche tonnellata di carne al fuoco e dunque difficile da assimilare nell'immediato, con gli eventi che corrono e lo spettatore che, trascinato, stenta a cogliere l'intera mole di riferimenti. A sostenere un'operazione tanto rischiosa e imponente, un Roth superlativo e una resa estetica di assoluta perfezione. Certi passaggi convincono relativamente (finale compreso), ma il sublime è dietro l'angolo. Filmone, non indegno delle migliori prove del regista.
È sbalorditivo come Coppola riesca a giostrarsi fra un genere e l'altro con tale maestria. Qui troviamo molta carne sul fuoco in un racconto farraginoso che riesce a coinvolgere lo spettatore nel primo tempo per poi perderlo più avanti. Il doppelgänger di Roth (che non regge il ruolo da solo) ricorda Dorian Gray nella sua dissoluzione, mentre la Lara è Piccolo Budda; in generale queste trasmutazioni dell'anima non hanno la forza di convincere. La regia è lodevole per diverse sequenze sebbene compia anche lei i suoi errori. Film non imperdibile.
Professore rumeno verrà colpito da un fulmine e ringiovanirà. Sceneggiatura che tratta di filosofia, storia del linguaggio, reincarnazione e quant'altro. Interessante nel periodo bellico, nel rievocare lingue remote e nella storia d'amore. Ci sono diverse complessità nella parte esoterica e pesantezze nel ruolo del doppio. Coppola evita spettacolarizzazioni e riesce a inscenare un film colto curando bene le ambientazioni.
MEMORABILE: L'abilità nel crearsi nuove identità; Lei che parla babilonese; Lei che invecchia a 25 anni.
Quasi incenerito da un fulmine, un anziano studioso di linguistica non solo ringiovanisce ma si trova dotato di poteri sempre più straordinari... Riconosciuto il coraggio del regista nel rimettersi in gioco a distanza di 10 anni dall'Uomo della pioggia con un'opera complessa e sotto molti aspetti sperimentale, l'opera non può dirsi del tutto riuscita: affascinante nella prima parte, nella seconda l'accumularsi di suggestioni esoteriche finisce per rendere confusa e dispersiva la trama. Forse il difetto era nel manico, ossia nel romanzo di Mircea Eliade. Interessante ma irrisolto.
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DiscussioneDidda23 • 26/08/12 02:28 Contatti col mondo - 5798 interventi
@ Cotola
Sono contento ti sia piaciuto. Davvero un film complesso e ben riuscito. Aveva sorpreso pure il sottoscritto.
Pensa,fra gli ultimi lavori il mio preferito è senza dubbio Segreti di famiglia.
Sì Galbo e Didda: una vera sorpresa. Non me lo
aspettavo proprio. Lo avevo a casa da parecchio
tempo e non era ancora tra le mie priorità finché per puro caso ho letto l'ottima rece del
Mereghetti e poi le tante buone recensioni dei
davinottiani. A quel punto mi sono convinto e
non sono rimasto deluso. Sono bastati pochi minuti per entrare nella storia e non staccarmene più. Ance la regia mi ha subito affascinato. Come già ho scritto cala un po' nella seconda parte, ma da quel che ho letto considerata la densissima e complessa storia di
partenza, è stato già fatto un ottimo lavoro.
DiscussioneDidda23 • 26/08/12 12:17 Contatti col mondo - 5798 interventi
Cotola guardati Segreti di famiglia (sei "obbligato" al sottotitolo visto il bilinguismo) e sono sicuro che ti piacerà.