Intrigante, ricco. Variante sul tema Il postino suona sempre due volte (come Ossessione, peraltro). Film lento, ma non noioso, che gioca bene con i personaggi, ambienta bene le situazioni e si fa godere fino in fondo. Adorabile (ma non è una novità) la Connelly. Efficaci Don Johnson e Virginia Madsen. Simpatico il ruolo di Charles Martin Smith. Da vedere.
MEMORABILE: L'apparizione, sensuosissima, della Madsen.
Uno straniero arriva in città e per prima cosa si mette nei guai con la inquieta moglie del suo datore di lavoro. E non è che l'inizio di un torbido intrigo, ben diretto da Hopper, che usa bene la fisicità di Don Johnson e Virginia Madsen. Abbagliante e sinistra la bella Jennifer Connelly, ragazzina che la sa più lunga di quanto sembri. Niente di veramente nuovo (vedi alla voce "Santuario" di Faulkner), ma sicuramente non è tempo sprecato.
Hopper si butta sul noir e lo fa con stile e diligenza. La storia di sesso e distruzione tra i protagonisti funziona, l'ispirazione a classici del genere è evidente ma il film sta in piedi da solo. Ottima la prova degli attori, con un Johnson ancora in stato di grazia.
Dennis Hopper è bravo anche a dirigere film, diciamo così, convenzionali. Convenzionali ma non scipiti o poco interessanti. The Hot Spot ha un ritmo apparentemente lento, ma è il ritmo giusto, ben intervallato per far seguire con interesse crescente la storia ricca di svolte che vanno da rapine quasi furbe ad amori più o meno casti. Gli interpreti sono centrati, ma chissà perché quando il film è giusto e ben diretto, oltre che a capirlo subito dall'incipit, anche gli attori danno il meglio rendendo tutto credibile, nascondendo le piccole pecche.
MEMORABILE: Alcune inquadrature sono come quadri di un altro famoso Hopper, Edward. Buona la colonna sonora jazz con anche la cornetta di Miles Davis.
In questa prova da regista, l'attore Dennis Hopper si ispira chiaramente, per le torbide atmosfere noir, al cinema di David Lynch per il quale è stato interprete in Velluto blu.Se la storia non è particolarmente originale, decisamente efficaci sono messa in scena e ambientazione, e di buon livello è anche la prova del regista molto abile a creare le giuste atmosfere di sospensione tipiche del genere. Buona la prova degli attori, Don Johnson compreso. Molto suggestiva la colonna sonora.
La solida regia hopperiana unita ad una discreta prova attoriale di Don "Vice" Johnson e Jennifer "Phenomena" Connelly fanno sì che il film riesca a catturare lo spettatore e a farlo cadere in un turbinio letale di sensi e di peccati. Interessante l'ambientazione che rimanda ad una versione "diurna" di Brivido caldo.
Ci sono l’avventuriero impulsivo (Johnson), la ragazza dolce e innamorata (Connelly), la dark lady lussuriosa (Madsen), il losco ricattatore (Sadler) e quant’altro; insomma, tutto il catalogo più convenzionale del noir è compreso in questo libero adattamento di un romanzo di Charles Williams, invero piuttosto simile a “Il postino suona sempre due volte” di Cain. La regia kitsch di Dennis Hopper, pur abile nel ritrarre la torrida provincia americana del Sud, è passiva agli stereotipi del genere, che rimpolpa con massicce dosi di violenza gratuita e bollente erotismo. Perdibile.
MEMORABILE: Johnson che vende un’auto usata prima ancora di farsi assumere dal proprietario del salone.
L'idea è tutt'altro che originale; è un intruglio con intingoli vari di almeno altri 4-5 registi; Hopper è solo bravo a riordinare tutti questi influssi fino a ricavarne un collage che diventa un bel mosaico, un buon crocevia. Ottima la Madsen, che anticipa la Stone nel suo film più famoso e istintivo... Titolo centratissimo con le tre fasi finali che sembrano pietre tombali scolpite nel cielo. Per la carica dei contenuti, repressa come una molla e per le caratteristiche soprattutto del protagonista non si poteva certo sperare che finisse bene.
MEMORABILE: I cazzotti dispensati da Johnson sono verosimili come quelli di Monzon nel film di Massi; "Avvicinati così vedi com'è", intendendo un pube femminile...
Un noir che contiene tutti i tipici ingredienti del genere, rimpolpati da una generosa dose di erotismo. Hopper dirige in scioltezza una trama discretamente intricata ma non eccessivamente macchinosa, molto ben interpretata dall'intero cast: Johnson era nel suo momento migliore, la Madsen una dark lady conturbante e sopra le righe (a volte persino troppo), deliziosa come sempre la Connelly. Finale cinico, ma meno amaro di quanto ci si possa attendere. Non dice niente di nuovo, però lo dice abbastanza bene.
Una storia di peccati in una piccola, noiosa provincia americana, scossa dall'arrivo di un seducente personaggio in cerca di guai. La storia è rovente quanto la temperatura climatica e i lati oscuri di ognuno s'ingarbugliano fra di loro, col risultato che vince chi è più spietato. Don Johnson si ritaglia il ruolo perfetto del simpatico farabutto.
Paesaggi torridi, soundtrack blues e bravi attori per un classico noir all'americana. Il ritmo è davvero troppo, troppo lento, ma si apprezza il fatto che morti e violenza non siano più del necessario e che il finale, pur senza colpi di scena inverosimili, sorprenda comunque nella sua amoralità. La Connelly era al suo massimo splendore.
MEMORABILE: I bagni nel laghetto; La quantità industriale di sigarette fumate da Don Johnson.
Torbido noir del 1990 diretto da Dennis Hopper, riesce a tenere alta l'attenzione dello spettatore, anche se la recitazione appare alquanto approssimativa, specie pensando alla giovane Connelly. Johnson appare a disagio mentre la Madsen è luciferina quanto basta. Poteva essere realizzato meglio.
MEMORABILE: Il bagno notturno tra Johnson e la Madsen.
Sottovalutato noir anni '90 che contiene tutti i cliché del genere, belle donne, scazzottate e intrighi. Il bellimbusto Johnson diviso tra una dark lady ninfomane, la Marsden fa invidia a Sharon Stone e una ragazza angelica ma non troppo. La Connelly molto cresciuta da Phenomena s'offre in tutta la sua bellezza. Colonna sonora con ospiti dal calibro di Miles Davis e John Lee Hooker.
MEMORABILE: Il topless della Connelly sulla spiaggia.
Straniero arriva in città e punterà alla banca locale. Storia con pochi personaggi, impronta torbida e velate nudità. Johnson è belloccio e fa il duro oltre le sue possibilità, la Connelly è troppo giovane per parlar di matrimonio, la Madsen ha una bellezza fresca e certamente non da fatalona. Hopper viene aiutato da alcune scene pruriginose ma a volte fa procedere la sceneggiatura con brusche accelerate. Finale ironico, in linea con diversi dialoghi.
MEMORABILE: La vendita iniziale di Johnson; Le foto segrete della Connelly.
Bravissimo Hopper a dare al film quell'atmosfera costantemente torbida e malata che tiene alto l'interesse nonostante la lunga durata e il ritmo non frenetico. L'arrivo di un bel forestiero in una anonima e peccaminosa cittadina di provincia texana sconvolgerà la vita di molte persone. In una trama in cui quasi tutti hanno uno scheletro nell'armadio, spiccano un gigantesco Don Johnson cinico e cattivo e una Madsen al top dell'erotismo, che sprizza lussuria da tutti i pori. Anche la bellissima Connelly, finta santerellina, fa appieno la sua parte. Buono il contorno musicale.
MEMORABILE: Il caldo soffocante con i ventilatori sempre al massimo; Il continuo transito di treni in sottofondo.
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