Nell'America della grande depressione i vagabondi si spostano da un luogo all'altro viaggiando clandestinamente a bordo dei treni merci; tra di essi il numero 1 è Lee Marvin, al quale dà una caccia spietata il cattivissimo ferroviere Ernst Borgnine, pronto a tutto pur di eliminarlo. La drammatica lotta tra i due sarà senza esclusione di colpi. Grande regia di Aldrich e ottima interpretazione dei due attori protagonisti, che danno luogo ad una vera e propria gara di bravura. Un film da riscoprire assolutamente.
Un classico da riscoprire immediatamente. Bellissima ricostruzione dell'America anni '30
con la condizione di vita precaria dei solitari vagabondi che per spostarsi di città in
città deve arrangiarsi come può. Aldrich dirige un film violento, bellissimo, che non dà
assolutamente tregua. Memorabile scontro recitativo tra due duri che più duri non si può: il vagabondo Numero Uno Lee Marvin e il feroce capotreno Ernest Borgnine. Un classico.
MEMORABILE: Il capotreno Borgnine che butta di sotto i vagabondi a colpi di mazza; il cruento scontro finale tra Numero Uno e il capotreno.
Classico film imperniato sullo scontro virile tra due personalità opposte (in questo caso il vagabondo e il ferroviere, splendidamente interpretati da Lee Marvin ed Ernest Borgnine), L'imperatore del nord è un misconosciuto ma ottimo film girato nell'inconfondibile stile di Robert Aldrich: si tratta di una pellicola dura, cupa e violenta con una sottotraccia pessimistica dovuta sopratutto alla grigia ambientazione (l'america della depressione degli anni '30). Da riscoprire.
Film duro, violento e virile in cui Aldrich rievoca l'America della grande depressione vista dal basso: gli Hobos, la lotta quotidiana per il cibo, le risse e la violenza, tutto è accettato con pacifica rassegnazione da gente che oramai non ha più nulla da perdere. Fanno eccezione Sigaret (un ottimo Carradine), hobo per gioco e n. 1 (Marvin), impavido che ingaggia una lotta personale col sadico Shack (Borgnine), spietato nei confronti dei vagabondi che cercano di spostarsi da uno stato all'altro salendo di nascosto sul suo treno.
MEMORABILE: "Avresti potuto diventare qualcuno, figliolo, ma ti manca una cosa: il cuore!"
Lotta senza esclusione di colpi tra un vagabondo che viaggia a sbafo sui treni merci e un feroce capotreno che li deve fermare. Un film amaro e spietato, che descrive una lotta quasi archetipica o biblica tra due uomini: la banale ricerca del viaggiatore clandestino si trasforma nel più puro e assurdo dei conflitti primordiali come quello di Caino e Abele, ambientato in un treno in corsa, zattera sferragliante di violenza. Aldrich mette a segno un film impietoso, con un ritmo trascinante e una crudezza formidabile. Brognine e Marvin perfetti.
Scontro fra un vaganbondo (Marvin) e un ferroviere (Borgnine) nell'America della grande depressione: un film magistralmente diretto da Aldrich, teso e violento, con due grandi protagonisti che incarnano due diversi ideali e due diverse realtà sociali. Tra loro Keith Carradine, nel ruolo di un ragazzo affamato di un'effimera gloria e senza un briciolo di valore. Ottima la colonna sonora.
MEMORABILE: Lo scontro finale fra Shake e Numero 1.
Originale per il soggetto (gli hobos), questo duello ferroviario che nello sfondo reca il clima duro del periodo di punta della Grande Depressione. Bella fotografia, musica caratteristica di DeVol, attori perfetti per la parte. Eppure un pizzico di sale in più non avrebbe guastato, perché il film non soddisfa come ci si aspetterebbe. Anche Marvin e Borgnine in altri film hanno esibito più nuances recitative. Da vedere, comunque. Anche se il duello fagocita quasi tutte le altre possibilità che il film poteva avere nel raccontare un'epoca. Per quello meglio Boxcar Bertha di Scorsese.
Una pellicola che racconta l'America della grande depressione e per farlo si avvale di grandissimi attori che dimostrano di essere pienamente all'altezza del ruolo affidato loro. Un film violento, che non fa sconti e mostra quelli che erano i veri "duri". Da vedere decisamente.
MEMORABILE: Avresti potuto diventare qualcuno figliolo, ma ti manca una cosa: il cuore!
Un'avventura folkloristica di dignità e morte raccontata sullo sfondo di un'America rurale magicamente fotografata. Epico il duello tra Numero uno (Lee Marvin) e il feroce Shack (Ernest Borgnine): un autentico delirio inestricabile di odio e violenza. Alcune scene hanno un ritmo da commedia (una è degna di Buster Keaton). Buona anche la prova di Keith Carradine nel ruolo del pivello Sigaret. La canzone "A Man and a Train" non si scorda più.
Pur non essendo tra i miei Aldrich preferiti, si tratta di un'opera esemplificativa dello stile epico e potente del nostro. Sullo sfondo della Grande Depressione la lotta tra l'homeless assaltatore di treni e il feroce capotreno (Lee Marvin e Borgnine son al solito magnifici e magnetici) diventa il simbolo di un'America selvaggia e primordiale ma in cui ognuno interpreta il proprio ruolo con la coscienza della rispettiva "classe". Tutto l'odio del regista infatti va al giovane opportunista interpretato da Keith Carradine. Ultimi 15' da antologia!
MEMORABILE: L'intera parte finale della lotta sul treno: da far impallidire qualsiasi Terminator.
Aldrich non finisce di sorprendermi mai e anche in questo film ci riesce benissimo. Una storia splendida, ambientata negli Usa segnati dalla Grande Depressione, che vede un trio di protagonisti straordinari (Borgnine, Marvin, Karradine) in un viaggio che sembra non finire mai. La disperazione dei protagonisti si mescola al grande sogno che essi portano dentro cuore: essere il numero uno in un mondo di perdenti. Un film cattivo e disperato che emoziona.
MEMORABILE: Il violentissimo incipit iniziale; Il duello tra Schak e Numero Uno.
Scontro tra personaggi epici in questo notevole film di Robert Aldrich: il vagabondo Lee Marvin, esempio di dignità umana anche in condizioni degradanti, e il luciferino capotreno Ernest Borgnine. Un'opera che segue strade inconsuete, anche nel rappresentare il tema classico dell'amicizia virile tra Marvin e Keith Carradine, giovane pazzoide. Film dall'ampio respiro classico, che oggi mette i brividi soprattutto per le numerose sequenze girate a rotta di collo dagli attori, spesso in bilico sul tetto di un treno in movimento.
Sfida senza esclusione di colpi tra un vagabondo ed un capotreno che non vuole straccioni sulla sua locomotiva. Film americanissimo nel mettere in scena lo scontro tra due "intelligenze" e due personalità forti per quanto molto
diverse tra loro, ma anche molto aldrichiano nel suo pessimismo di fondo e nella sua spietatezza e violenza. La storia regge bene e coinvolge per quasi due ore e la pellicola può contare sulle straordinarie interpretazioni di Marvin e Borgnine. Notevole anche la colonna sonora. Da recuperare e non perdere.
MEMORABILE: Il primo scontro a suon di martello tra Borgnine ed un vagabondo che vuole viaggiare a sbafo.
Immenso Robert Aldrich, che lancia su uno spaccato della Grande Depressione - gli hobos insorgono all'orizzonte impotenti testimoni di un sogno infranto - uno sguardo sull'individualismo - il conflitto tra Shark e Numero 1 è tanto paradigmatico da farsi ancestrale - e ne fa un appassionate avventura sui binari del Nordamerica, al ritmo sonnacchioso e inesorabile di una folk ballad. Cupo, misantropico, sanguinario ma sempre al passo di un'ironia spregiudicata e sorniona, incalza per 120 minuti e non perde mai un colpo. Superbi Borgnine e Lee Marvin; ma anche Keith Carradine non si dimentica.
Nell'America della grande depressione, "Numero 1" è un homeless chiamato così perché il più abile nel viaggiare di nascosto sui vagoni ferroviari, sfidando l'ira di Shark, un capotreno tanto spietato da non esitare di fronte all'omicidio... Aldrichiano al 100%, ossia epico, violento, pessimista. screziato dall'ironia beffarda del protagonista, splendidamente interpretato da Marvin. Non gli è da meno Borgnine, anch'egli in un ruolo congegnale, mentre Carradine veste i panni di discepolo aspirante alla successione sul trono. Grande spettacolo in cui la sfida delle regole diventa regola di vita.
Dopo Grissom gang il regista torna ad ambientare una storia negli anni della Grande Depressone. Si tratta di un'avventura epica e violenta con echi alla Jack London, nella quale la sfida tra un senzatetto e un capotreno diventa il simbolo dei contrasti sociali dell'epoca. Grande Borgnine che fa fuori i viaggatori abusivi a colpi di martello, ma il personaggio più significativo è quello di Carradine, sbruffone senza etica che non potrà mai diventare il nuovo Numero Uno. La scena del battesimo nel fiume è stata citata dai Coen in Fratello dove sei?
MEMORABILE: Il folgorante inizio con il vagabondo tagliato in due sulle rotaie; Lo scontro finale tra Marvin e Borgnine a colpi d'ascia; La sequenza nella nebbia.
Ambientato negli anni della grande depressione, un film che potremmo definire un western classico senza esserlo. Perfetta prova attoriale di Bergnine e Marvin, girato con cura e ispirato a fatti realmente accaduti di cui troviamo traccia e forse citazione involontaria (?) anche in Questa terra è la mia terra. Lo vidi da bambino, in televisione in b/n e a distanza di tempo mi ha regalato quasi le stesse emozioni. Vecchia scuola, oggi purtroppo scomparsa.
L'America della Grande Depressione raccontata con il ritmo incalzante di uno scontro tra uomini che hanno una diversa concezione del mondo. Un film teso nel quale grandeggiano i due protagonisti, il ribelle Lee Marvin e il cattivissimo Ernest Borgnine. Per Robert Aldrich, come sempre le sue opere migliori si hanno quando si dedica all'avventura: la commedia gli riesce molto meno bene.
Capolavoro, un film praticamente perfetto come davvero ce ne sono pochi, della maturità di Aldrich. Bellissimo racconto sullo spirito indomito dell'uomo in ogni situazione, anche in quella in cui la vittoria è fine a sé stessa; per dimostrare, come scriveva Jünger, di essere in quel 10% di persone nella massa che hanno il coraggio di opporsi. Accompagnato da una colonna sonora del fido Frank De Vol e da un tema di Marty Robbins che lo rendono catartico, trascinante, il film dimostra quanto il cinema di cinquant'anni fa e più sia, citando "N°1", di ben altro "cuore" che oggi.
MEMORABILE: Lee Marvin/N°1, che appare tra le frasche mosse dal vento sui titoli di testa, con lo splendido tema; "Scrivi bello chiaro ragazzo, N°1 sul 19 alle 7"
Un vagabondo sfida un capotreno a saltare sul suo treno a sbafo. Il periodo della Grande Depressione è reso polveroso e cupo da Aldrich per un confronto dalle basi epiche. Il soggetto si concentra specialmente sullo scontro Marvin/Borgnine (quest’ultimo veramente in parte) e poteva esplorare di più il contesto miserevole dei tempi. Carradine serve per dare una fresca dinamicità alla vicenda. Chiusura - con stilemi western - piuttosto violenta, rispetto a duelli analoghi.
MEMORABILE: Il vagone a fuoco; Il battesimo nel fiume; La lotta ascia contro asse di legno.
Il vagabondo che viaggia a sbafo e il capotreno che vuole impedirglielo sono due frutti dell’America della Grande Depressione (l’uno rappresenta la libertà individuale, l’altro la cieca obbedienza al potere) e due personaggi aldrichiani al 100%. Il film però non è tra i migliori del regista, eccessivo nella durata e incentrato su un antagonismo che appare come una insensata questione di principio. In compenso Marvin e soprattutto un bastardissimo Borgnine sono molto bravi, Carradine è un valido supporto e il finale merita. Buona la colonna sonora di Frank De Vol.
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Tranquillo...ovviamente il DVD sarà in italiano dato che ad editare il DVD sarà la KOCH MEDIA ITALIA così come già fatto per altri titoli come ad esempio La banda di Jesse James,Killer Klowns o Il giorno dei lunghi fucili.
Mauro, rileggendo la mia rece, mi accorgo con orrore che parlo di "grande regia di Altman", ovviamente parlavo di Aldrich. Puoi correggere? Grazie e scusa.
DiscussioneZender • 3/02/10 16:41 Capo scrivano - 47726 interventi
Altra correzione.
Su dvd-store lo danno come disponibile.
HomevideoRocchiola • 11/09/17 15:55 Call center Davinotti - 1238 interventi
Buon DVD che usa il master dell'edizione Fox e che ha il vantaggio di proporre anche un piccolo ma interessante booklet sul regista. Il video è buono ma non esente dai soliti piccoli difetti delle pellicole non adeguatamente restaurate (macchie, puntini e qualche graffio), molto nitido e definito in alcune sequenze, più scialbo in altre (in particolare la lunga sequenza nella nebbia).
L'americana Twilight Time ha pubblicato un bluray nel 2015 che pare molto buono ma ovviamente non presenta audio italiano.