Karzan (che poi sarebbe Maciste) e l'amico Pindar (sic) si avventurano nel regno delle Amazzoni per impossessarsi del loro tesoro. Ma le signorine hanno altri piani... Con una trama così arrivare a 80 minuti è un'impresa, e infatti Franquito (che firma l'ignominia col nome di un magnifico trombettista jazz) non ce la fa, malgrado lo spreco di zoomate in zone pubiche o posteriori. Cast terribile, e che dire del doppiaggio italiano (la Lina Romay parla come Livia Turco)? Il finale annuncia un seguito che infatti ci sarà. Chissà che bello.
La (ri)valutazione dei titoli appartenenti al passato non è (nè potrebbe) essere indiscriminata. Perché non vi sono elementi, nel caso d'un film approssimativo come questo, per vederci qualcosa di buono (eccezion fatta per qualche "messa a fuoco" sulle zone erogene -peraltro coperte- di Lina Romay). Franco è regista prolifico, ma nella mucchia ha infilato parecchie inèzie dalle quali, pur con tutto il buon volere, è meglio stare alla larga: a meno che non vogliate farvi quattro sguaiate risate, a causa delle locations da "camporella"...
Assurda e scalcinatissima incursione franchiana nel filone, abbastanza prolifico in quegli anni, dedicato ad amazzoni e tarzanesse. Incurante del ridicolo in agguato a ogni sequenza e ogni volta che gli attori aprono bocca (situazione probabilmente peggiorata dall'incredibile doppiaggio italiano), zio Jess riesce eroicamente ad arrivare a 70 minuti scarsi di film muovendosi in un vuoto totale di idee e di mezzi. Location fintissime, recitazione terribile ed erotismo al grado zero, nonostante l'abbondanza di nudi e amplessi.
Film completamente folle, con una trama delirante, ambientazioni da capogiro, recitazione come non si è vista mai. Sul finire degli anni Settanta è uscito in Francia con inserti hard, ma la vicenda lisergica di Karzan (o Maciste che dir si voglia) è già da sola un commiato definitivo del cinema avventuroso classico e ingenuo che come canto del cigno sceglie di concedersi pulsioni erotiche impensabili pochi anni prima.
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Già lo stravagante ed eccentrico Demofilo Fidani aveva portato, l'anno precedente, sullo schermo Karzan, interpretato da Johnny Kissmuller Jr.
Il film ha, per titolo: Karzan, il Favoloso Uomo della Jungla (qua il TRAILER).
La scaltrezza delle distribuzioni dell'epoca (ma ancor oggi accade) consisteva nello spacciare un film completamente diverso (pur se simile per location) come seguito o legato ad un titolo più noto.
Ecco allora che Maciste Contre la Reine des Amazones, pellicola franchiana realizzata per una produzione francese, diventa, in Italia, Karzan contro le Donne dal Seno Nudo: sia mai che qualche allupato si fosse atteso di vedere chissà quali abbondanze toraciche (femminili naturalmente)...
Karzan, pensaci tu!
Ovvero 39-donne-39 in sofferenza per "pen"uria di maschi
Pellicola vetero-femminista, nella quale risaltano falli idolatrati a tutto spiano dalle amazzoni.
In particolare il culto della divinità Hakara (il cui simulacro, guarda caso, è di forma fallica).
I dialoghi suffragano l'ipotesi di un film al femminile, come ad esempio si evince da alcuni brani:
- La regina delle amazzoni rivolta al mega-membro:
"Dio Hakara, grazie per avere risvegliato le mie cosce dal letargo";
- Marxia, guerriera innamorata cotta dell'amico di Karzan:
"(voi uomini) avete qualcosa che noi non abbiamo".
- le adulatrici si rivolgono al simbolo fallico chiamandolo "mostro sacro" (sic!).
Che dire poi del destino di Karzan (neologismo derivato, con cadenza simbolica, dal più celebre Tarzan): costretto a copulare con ben 39 donne, ai fini (si vorrebbe far intendere) della continuità di specie in quanto la tribù della amazzoni soffre di penuria di maschi (forse perché destinati alla morte, dopo la procreazione?).
Spettacolare! Ne ricordo i passaggi televisivi (notturni, of course) su emittente regionale dei tempi d'oro, con colori ipersaturi alternati ad altri sbiaditi e i rulli spesso sovrapposti e cronologicamente errati.
Pertanto ogni visione più pulita sarà sicuramente migliore!!!!!
Grazie Digital della segnalazione.