Il ribellismo, le pulsioni anarchiche insite nell'argento vivo dell'infanzia, per Vigo hanno peso ideologico e implicazioni formali. La rivolta dei fanciulli, che boicotta il cerimoniale stantio del mondo adulto, che fa saltare in aria le incrostazioni della regola coercitiva, si riversa come un fiume sul linguaggio filmico, cosicché le incursioni surreali diventano espressione di una libertà creativa che sa giocare con le forme e sorprendere le attesa dello sguardo. Per ovviare all'ardito avanguardismo, se ne consiglia più di una visione.
Sebbene, come affermato anche dal Mereghetti, oggi non si riesca più a capire appieno la portata del film (specie dal punto di vista del lato per così dire "eversivo" ed "anarchico" della pellicola), resta indubbio il suo valore e la sua bellezza come dimostrato anche dallo stuolo di imitatori e di film che ha ispirato. Bella la fotografia di Kaufman (che era fratello del regista Vertov). Soggetto, sceneggiatura e montaggio dello stesso regista. Sono passati quasi ottant'anni ma resta uno straordinario inno alla libertà. Da vedere.
Il corto rimane a metà strada tra lo sperimentalismo di A propos de Nice e il cinema poetico dell'Atalante. E' sicuramente potente l'idea di raccontare la forza ribelle dei ragazzini insofferenti alle regole scolastiche, e alcune immagini sono simbolicamente azzeccate (la fuga sui tetti). Interessante che la sregolatezza infantile si trasformi in sregolatezza della forma cinematografica, ma Vigo non riesce a governare le sue intuizioni come invece fecero prima di lui ben altri maestri dell'anarchia antiborghese come Buñuel o Cocteau.
Durante tutta la pellicola si respira una deliziosa aria di ribellione prettamente adolescenziale, a tratti ingenua, a tratti istintiva, ma sempre convincente e anticonformista, come l’autore che l’ha creata. Pioniere del cinema dell’infanzia e dell’adolescenza, Jean Vigo, ad un anno dalla morte, regala questo affresco grondante di poesia anarchico insurrezionalista. Il tempo oggi gli tappa inevitabilmente le ali, ma il fascino che emana è innegabile. Strepitosa la fotografia di Kaufman.
Come nella maggior parte dei casi, un film stroncato dalla critica non deve esser per forza "indigesto" al pubblico. Zero in condotta è un mezzo capolavoro, in cui Vigo mette in mostra come la giovinezza possa ribellarsi alle regole di una società troppo chiusa. Ottima la fotografia.
Zero in condotta e domenica niente uscita! Con questa piccola frase si riassume l'atteggiamento tenuto dal personale del collegio in cui è ambientato il film (ad eccezione di un insegnante). La ribellione messa in atto dall'intero gruppo di studenti è qualcosa di unico nella storia del cinema. Un vero e proprio attacco nei confronti dell'educazione reprimente e militaresca dell'epoca. Un inno alla libertà di espressione e dell'uguaglianza. Un film indimenticabile e dall'alto contenuto pedagogico che riesce sempre a emozionare.
MEMORABILE: L'insegnante buono che, durante la ricreazione, imita la camminata di Charlot creando ilarità tra i ragazzi del collegio.
La potenza del messaggio di ribellione e di libertà se da un lato è evidenziato dalle gag di carattere prettamente slapstick (come il comico che sberleffa il potere che reprime e disciplina), dall'altro è allusivo nelle schegge surreali proposte dal regista. Un inno alla gioia, alla vita e al carattere anarchico delle idee che si battono contro l'ottusità dell'agire conservatore. Emoziona la fotografia del russo Kaufman e la regia di Vigo sa enfatizzare il momento chiave con uno strabiliante effetto ralenti. Cinema d'altri tempi, ma ancora in grado di influire sul pensiero umano.
Anarchico come il suo autore, un mediometraggio che richiede anzitutto di ripescare il contesto. Ovviamente, oggi risulta poco comprensibile e il suo carattere ribelle fa il solletico. Ma all'epoca seppe sferzare il conformismo francese per guadagnarsi la gogna. Frammenti di quello spirito sono evidenti e digeribili tuttora anche grazie all'ottima fotografia di Kaufman.
Meraviglioso mediometraggio che narra una storia di anarchia fanciullesca usando l'anarchia visiva di un cinema a cavallo tra le avanguardie novecentesche e il realismo poetico. Si nota un vivissimo amore per il cinema (muto), incarnato soprattutto nel personaggio dell'"adulto buono" Huguet, che tra una camminata alla Charlot e un gioco di prestigio cinematografico riesce a parlare la stessa lingua dei bambini. Divertentissimi i momenti comici e grotteschi, come l'insulto al professore che "è una merda" e il direttore-bambino. Geniale.
MEMORABILE: La ribellione guidata dalla bambina che regge la bandiera pirata e sovrasta quella francese.
L'anticonformismo della ribellione antiborghese ambientato in un collegio maschile nella Francia degli anni '30, che passa in breve da esibizione di sfrenata energia goliardica del gruppo degli scolari a metafora di un ordine politico-sociale diverso e meno legato alle gerarchie e alle tradizioni. Interessante opera sperimentale, anche dal punto di vista tecnico (vedi l'uso espressivo del ralenti per enfatizzare i "disordini" nella camerata), con tagli di luce particolari e un montaggio che sottolinea il crescendo della sommossa contro i bizzarri personaggi istituzionali.
MEMORABILE: La scena finale sul tetto del collegio.
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HomevideoGestarsh99 • 17/06/11 00:51 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione dvd dal 23/06/2011 per Kinos:
DiscussioneDaniela • 16/11/20 13:50 Gran Burattinaio - 5927 interventi
x Cotola ho appena letto il tuo commento e concordo con quasi tutto, come spesso accade, Il "quasi" che mi lascia perplessa si riferisce al "quarto di secolo"... per curiosità, che voto avevi in matematica? ;o)
DiscussioneZender • 16/11/20 14:31 Capo scrivano - 47786 interventi
In effetti... :) Ho messo "quasi ottant'anni", compatibile al 2008 (anno del commento di Cotola). Se vuoi cambiare, Cotola, dimmelo pure.