Tentativo non riuscito di acchiappare due piccioni con una fava, ossia di realizzare un film che attiri sia un pubblico teen che uno di adulti. In pratica è un incontro tra Che ne sarà di noi e Marrakech express. Lodevole è il tentativo di uscire dalla routine dei teen movie, ma l'apprroccio purtroppo è dozzinale e stereotipato (vedi le droghe leggere). Va meglio con la "parte adulta" sorretta da un bravo Mastandrea, per la prima volta nel ruolo di un padre. Vaporidis invece è antipatico e mucciniano. Cucinotta e Dionisi inutili, solo per fare cassetta.
Subito viene in mente Marrakech Express... ma non è un malinconico viaggio di adulti: è una pseudo fuga/vacanza di ragazzi alla ricerca di avventure. Con sullo sfondo i magnetici paesaggi del Marocco (mal sfruttati) si realizza una vicenda molto scontata e banale, per nulla degna di nota se non fosse per le parti in cui recita Mastrandrea, bravissimo e credibile. La meta sarebbe il festival della musica Gnawa a Essaouira (sede di un famoso concerto di Hendrix) e che hanno fatto i produttori? Hanno messo come colonna sonora Piero Pelù...
Nelle intenzioni degli autori forse una versione aggiornata del film di Salvatores Marrakech express; in realtà l'ennesima versione della commedia generazionale nella quale un gruppo di ragazzi sogna l'avventura esotica inseguito dal padre dei due. Mastandrea che interpreta il padre è sempre bravo e misurato ma a parte questo il film presenta una sceneggiatura ampiamente lacunosa e una prova mediocre del resto del cast. Rimangono i bei paesaggi del Marocco.
Si cerca di rigirare in maniera esotica la classica sceneggiatura di film come Notte prima degli esami. Il risultato è una commedia pasticciata e priva di verve che si trascina stancamente per tutta la sua durata. La recitazione imbarazzante funge da coronamento a un film non riuscito. Pessimo.
Un padre divorziato va a riprendere il figlio, scappato di casa per andare in Marocco. Filmino che sembra fatto dalla pro-loco, con fuga incrociata padre-figlio, sprazzi di scontro di civiltà (ma alla fine tutto bene, non preoccupatevi), madre in crisi adolescenziale (la Cucinotta) che scappa in India col belloccio. Colonna sonora fastidiosissima di Piero Pelù. Insomma, il solito cinema italiano "giovane" che non dice niente a nessuno, perché non ha niente da dire. Sciagura, nella quale Mastrandrea fa un po' pena: chi l'ha convinto?
Noioso tentativo di commedia generazionale con svirgole mucciniane. Eccettuata la buona interpretazione di un Mastrandrea decisamente sprecato, c'è ben poco da salvare: trattasi di conflitto generazionale stereotipato con annessa fuga (che almeno ci permette di vedere qualche bel paesaggio), sviluppi risaputi e conclusione alla volemose bene. La Cucinotta fa da esca visiva e poco più.
Il primo interrogativo da porsi dopo averlo visto è: ma davvero Vaporidis è un attore? Rendiamoci conto che è diventato famoso. Vaporidis a parte, il filmetto ha una sceneggiatura troppo carente, troppe imperfezioni, troppe svolte assolutamente ridicole (vedi Cucinotta che col figlio disperso parte per l'India!). Apprezzabili solo i marocchini del cast e le bellezze locali.
Un discreto film che però non regge il paragone con il più celebre Marrakech Express, sia per quanto riguarda la sceneggiatura che per lo spessore degli attori. Solo Mastandrea, con molta bravura, riesce a salvare molte scene, ma il resto del cast non raggiunge la sufficienza (a partire da Vaporidis, il quale non dispone della grinta necessaria per interpretare certi ruoli). Piccole parti per la Cucinotta e Dionisi.
Film senza spessore che si trascina stancamente verso la fine senza particolari guizzi. Tutto questo è dovuto a una sceneggiatura di scarsa presa che offre ben poco se non qualche bel paesaggio da cartolina e poco più. Buona la prova attoriale di Valerio Mastandrea e poco più che accettabili le performance del resto del cast. Occasione sprecata per raccontare un certo spaccato generazionale.
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