Straziante ritratto di una famiglia disastrata. Roth dirige il tutto con uno stile crudo ma mai compiaciuto, avvolgendo la storia in un'atmosfera cupa e piovosa e riuscendo ad appassionare nonostante l'identificazione dello spettatore in uno dei personaggi risulti piuttosto ardua (il ragazzo, unico personaggio positivo, è introverso e antipatico). La storia poi si evolve in maniera interessante e il finale è bello e non consolatorio. Bravissimi tutti gli attori. Ottima la fotografia, livida e opprimente e discreta la colonna sonora. Da vedere.
L'ho visto, l'ho apprezzato, ma non vorrei rivederlo. E' profondamente angosciante, irrimediabilmente angosciante, perché niente, assolutamente niente viene "spiegato". Eppure, comprendiamo tutto, anche ciò che è più oscuro, "le idee senza parole", i nostri tabù: la violenza, l'incesto, l'assassinio del padre. Una vera tragedia, in senso profondamente classico. E gli attori sono tutti all'altezza della grande sfida...
Un feroce bollettino di guerra arriva dal fronte della famiglia, dove si consuma l’incesto del padre sulla figlia sotto gli occhi smarriti del figlio. Al suo notevole debutto registico Roth sceglie una storia cruda e la racconta altrettanto crudemente nel grigio paesaggio del Devonshire, vero coprotagonista che vive empaticamente il dolore dell’incomunicabilità familiare e dell’aberrazione. Straordinaria l’espressività dei due giovani attori che incarnano la solitudine di un’adolescenza spezzata. Scandaloso il doppiaggio di Tilda Swinton.
Bravo e sensibile come attore, Tim Roth si rivela un regista sorprendentemente acuto, dirigendo un film difficile che punta diritto alla sensibilità dello spettatore. Opera profondamente disturbante, sul cui tema scabroso gli autori sospendono intelligentemente il giudizio, limitandosi alla pura rappresentazione assai gravosa e carica di simbilismi. Eccellente la caratterizzazione ambientale; ottima la colonna sonora. Non impeccabile il doppiaggio italiano. Da vedere.
Storia decisamente angosciante dove la grigia cornice ambientale gioca un ruolo centrale nel renderla tale. E Roth è bravo a circoscrivere il narrato ai soli protagonisti, accentuando la nota di pesantezza (che tra l'altro non mi porta a volerlo rivedere). La Swinton rimane in secondo piano mentre la scena se la prendono, con merito, i due ragazzi.
Una madre affettuosa ma distratta, un padre ipocrita e manipolatore che abusa della figlia, mentre il figlio minore sa e soffre in silenzio: un inferno familiare sotto le apparenze di una famiglia "normale". Per l'esordio registico, Roth sceglie una storia forte, senza fare sconti, rischiando l'insistenza voyeristica per rafforzare l'impatto devastante di una violenza abominevole: diventiamo partecipi dello sgomento del ragazzino, dell'umiliazione e del dolore della sorella. Il paesaggio del Devon, col suo cielo opprimente e la costa tormentata, è più di un semplice sfondo. Film bello e duro.
MEMORABILE: Di ritorno dall'ospedale, il ragazzo affronta il padre
Nelle campagne inospitali del Devon un padre di famiglia molesta la figlia. Una storia di silenzi omertosi, di turbe adolescenziali e di manipolazione in cui Roth non nasconde le condotte ma non scava in profondità. La povera location e l’isolamento danno il giusto contorno alla vicenda, anche se sono scarse le spiegazioni delle origini dei comportamenti lascivi del padre. La Belmont ha indubbie qualità mentre gli altri pagano un doppiaggio piatto. Anche il personaggio di Farrell poteva essere sfruttato di più.
MEMORABILE: Le polaroid con la figlia nuda; Il pianto della figlia durante l’amplesso; La rivelazione alla madre in ospedale.
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Macché: la pronuncia è di un italiano perfetto che nessun inglese può avere, perfino con i nomi inglesi pronunciati in italiano (davvero impossibile per un inglese). Ma soprattutto, Tilda Swinton ha una voce molto diversa.
Cosa davvero curiosa che nella pagina che mi hai segnalato sia omessa proprio la doppiatrice della Swinton! E ci credo: terribile! Si saranno vergognati...
A Roma!!!
DiscussioneDaniela • 31/07/15 08:22 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Soggetto dal romanzo "War Zone" di Alexander Stuart, autore anche della sceneggiatura del film