Quella sporca ultima meta - Film (1974)

Quella sporca ultima meta
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/09/07 DAL BENEMERITO CAESARS
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Caesars 19/09/07 17:58 - 3794 commenti

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I titolisti italiani cercarono di far ricordare un precedente grossissimo successo di Aldrich traducendo ignobilmente l'originale "The longest yard". Comunque ci ritroviamo davanti ad un altro buonissimo prodotto in cui Reynolds, arrestato per futili motivi, è un ex campione di football americano che deve allestire una squadra di galeotti che si scontrerà con quella dei secondini... La partita sarà senza esclusione di colpi. La prima parte è così così, ma poi il ritmo sale e le emozioni non mancano. Bello.

Deepred89 21/09/07 14:41 - 3709 commenti

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Memorabile film di Aldrich. Avvincente e appassionante, diretto con grande classe e con un ritmo crescente che culmina con la stupenda partita finale. Grandissimo Burt Reynolds e bravi tutti gli altri. Da antologia l'ultima sequenza. Assolutamente da non perdere.

Cotola 18/09/08 02:23 - 9052 commenti

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Discreto film di Aldrich che, pur essendo abbastanza al di sotto dei suo standard (generalmente molto alti) non manca di buoni momenti, concentrati soprattutto nella seconda parte ed in particolar modo durante le scene della partita che dimostra ancora una volta (se ce ne fosse bisogno) la grande bravura di questo regista. Bella la prova di Burt Reynolds.

Stubby 1/03/09 01:59 - 1147 commenti

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Molto azzeccata la scelta di Burt Reynolds come protagonista; fantastico l'incipit iniziale, fino all'arresto nel bar, dove vi sono freddure esilaranti. Per tutta la durata della pellicola sono presenti buoni momenti e non ci sono praticamente mai cadute di tono. Assolutamente da vedere.
MEMORABILE: "Perchè hai buttato l'auto in mare?" "Non ho trovato un autolavaggio aperto!"

Galbo 8/07/09 05:59 - 12399 commenti

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Tra i migliori film di ambientazione carceraria mai realizzati, quello di Robert Aldrich presenta anche delle ottime riprese sportive (nello specifico di football americano che nella versione italiana viene incredibilmente chiamato rugby).Buona la caratterizzazione del personaggio principale (un po' stereotipati quelli comprimari), il film è caratterizzato da un'ottima regia che imprime alla vicenda un buon ritmo con un crescendo che culmina nel bel finale. Da vedere.

Homesick 31/12/10 17:27 - 5737 commenti

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La sporca dozzina di Aldrich questa volta è formata da galeotti, che si riscattano in una furiosa partita di rugby contro le guardie carcerarie. Sport, durezza della reclusione, commedia e dramma finalizzati ad una parabola su prigionia e potere – rappresentati rispettivamente dal ribelle Reynolds e dal megalomane Albert - diretta con strabiliante perizia tecnica nell’intera sequenza della partita. Per la serie "Saranno famosi", tra i forzuti giocatori reclutati da Reynolds ci sono "Mastro Lindo" Robert Tessier, il gigantesco Jaws Richard Kiel e il pazzoide Enos Sonny Shroyer.

Rambo90 24/10/11 16:36 - 7702 commenti

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Aldrich è sempre riuscito a dosare dramma e commedia abilmente e questo è uno dei suoi film migliori. Il genere carcerario fuso alla partita di football crea uno spettacolo magnifico, grazie anche al montaggio veloce usato nella seconda parte (quella del match). Burt Reynolds è in una delle sue interpretazioni migliori, supportato da un cast ottimo con vari caratteristi di rilievo: Lauter, Kiel (Squalo di 007), Hampton e Eddie Albert magnifico nel ruolo del direttore spietato. Imperdibile.

Lupoprezzo 28/02/11 19:01 - 635 commenti

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Film sportivo che mescola abilmente dramma, commedia e ambiente carcerario con il contributo di attori in splendida forma, tra cui spiccano l'insolente e sbruffone Burt Reynolds e il temibile Eddie Albert. La spassosa partita finale, ben dosata tra montaggio e split screen, è un pezzo di bravura da parte di Robert Aldrich. Esistono in pratica due remake decisamente inferiori.

Puppigallo 31/07/11 23:08 - 5279 commenti

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Buon film con qua e là i classici stereotipi carcerari e una partita quasi interminabile, ma che, grazie alla caratterizzazione dei personaggi, mantiene vivo l'interesse dello spettatore, che passa dal direttore carogna, al campione facile a vendersi, al verme spione, al nero che sembra subire (le guardie cercano di farlo arrabbiare) e a individui a dir poco singolari come il gigante rimbecillito e il pelato carateca, che anche i secondini temono. In più, grazie ai dialoghi, qua e là si sorride e un po' si riflette. Magari adesso inizia ad essere datato, ma un'occhiata la merita sempre.
MEMORABILE: Il gigante ha appena distrutto un avversario: "Credo di avergli rotto l'osso del collo". "Bravo". "Grazie"; Bipallonata nelle palle "Non respira più".

Pol 1/02/12 23:19 - 589 commenti

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La prima parte soffre un'impostazione quasi televisiva che ne limita (e di molto) la portata spettacolare (sembra di vedere un telefilm). Poi inizia la partita e la musica cambia, anche se a parte la pioggia di split-screen iniziali la regia non offre chissà quale virtuosismi. Un film che più classico non si può (nei personaggi, nello svolgimento, nella morale) ma, considerando l'anno di produzione, non gliene si può fare una colpa, anzi; a suo modo un classico che in molti copieranno.
MEMORABILE: "Non osare prendere la mia Maserati!" "Me la sono guadagnata": è la celebre Citroën MS chiamata anche Citroën Maserati (di cui mantiene il motore).

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Pinhead80 23/05/12 14:44 - 4767 commenti

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Un ex giocatore di football americano conosciuto perché si è venduto delle partite, finisce in carcere dopo aver aggredito dei poliziotti; lì si troverà costretto ad allenare una squadra di detenuti. Uno dei migliori film sportivi che abbia mai visto. L'ambientazione carceraria è molto suggestiva, così come lo sono le dinamiche che si intrecciano tra detenuti/guardie e direttore. Tutti fanno egregiamente la loro parte e nel finale (partita ed epilogo) ci sono momenti entusiasmanti e drammaticamente notevoli.
MEMORABILE: "Posso fumare una sigaretta capo?" "No ragazzo, oggi no" (e così per ogni richiesta); Il reclutamento dei componenti della squadra.

Viccrowley 6/09/14 01:12 - 814 commenti

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Che Aldrich sia un regista grandioso è cosa nota, ed è interessante vedere come in carriera abbia messo mano ai soggetti più disparati mantenendo un rigore narrativo e un'inventiva visiva esemplari. A metà tra dramma sportivo e film carcerario, siamo qui di fronte a una tipica storia di riscatto morale, di ricerca di una dignità perduta e desiderio di rivalsa verso un mondo emarginante nei confronti degli outsider. E il cerchio si chiude nella magnifica partita che chiude il film tra split screen, ralenti, lacrime, sudore e parecchi applausi.
MEMORABILE: La grandiosa partita di football, grande pezzo di cinema.

Jdelarge 27/08/15 16:08 - 1000 commenti

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Aldrich gira con la solita sicurezza un film appesantito da un eccesso di retorica spesso molto ingombrante ai fini della riuscita della pellicola. Nonostante questo la regia è precisa nel tratteggiare la psicologia del protagonista (del resto il film è centrato quasi ed esclusivamente su Paul Crewe, ex giocatore di rugby menefreghista interpretato da un ottimo Burt Reynolds) e nella seconda metà il film "esplode", con interessanti soluzioni di montaggio e di ripresa nella lunga sequenza della partita. Bello, anche se Aldrich sa fare di meglio.

Didda23 14/12/16 10:03 - 2426 commenti

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Sicuramente uno dei migliori esempi di prison movie, con un Aldrich che sceglie note muscolari e violente per raccontare il riscatto psicologico e interiore di un gruppo di detentuti senza speranze e obbiettivi capeggiato da un Reynolds perfetto per il ruolo. Qualitativamente un film che sfrutta intelligentemente il climax ascendente culminato dalla partita di football (anche se nel doppiaggio si parla di rugby...), che contiene azioni di gioco abbastanza palusibile. Ottimo il parterre attoriale con un caledoscopio di volti più che funzionali.
MEMORABILE: I detenuti che si riempiono gli stivali di fango reciprocamente; La fine della partita; Le botte date sul campo.

Ultimo 18/12/16 14:39 - 1656 commenti

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Un buon film a sfondo sportivo, ove un gruppo di detenuti si allena per sfidare le guardie in una partita a football. Convicente Burt Reynolds (il campione, "super-star", arrestato dopo una serie di reati) e non male anche il resto del cast, in cui spiccano Eddie Albert e Michael Conrad. Si protrae un po' troppo (la partita finale pare non terminare mai...), ma in ogni caso resta un film più che riuscito, a tratti riflessivo.
MEMORABILE: L'inseguimento iniziale, con conseguente arresto.

Vitgar 2/03/17 12:08 - 586 commenti

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Buon film, ben diretto e con un'ottima fotografia. Finale fin troppo prevedibile, ma ciò non toglie che l'attenzione dello spettatore viene mantenuta costantemente alta. A mio avviso troppo lunga la rappresentazione della partita. Colori tipicamente Anni 70, come pure il contenuto uso di effetti sonori e della colonna sonora. Nel genere prison-movie uno dei migliori, certo lontano da Nick mano fredda o da Papillon.

Rocchiola 12/09/17 14:20 - 968 commenti

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Un classico del genere carcerario-sportivo, chiara metafora sociale di un mondo brutalmente diviso tra servi e padroni che sottende il sempre crescente cinismo di Aldrich. Film commerciale, non figura tra i suoi capolavori ma vanta comunque una partita di football da antologia girata con grande maestria e senso del ritmo. Il bruttissimo remake dimostra come nel cinema odierno non si possano più fare film popolari ma non privi di riflessioni come questo. Parata di bestioni da galera con Albert, già in Prima linea, nuovamente vile e sadico.
MEMORABILE: L'iniziale inseguimento in auto sulle note dei Lynyrd Skynyrd; La vendetta dello psicotico Unger; Il fucile puntato su Crewe alla fine della partita.

Alex1988 3/06/19 18:47 - 728 commenti

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Uno dei classici del genere sportivo, ispiratore, in qualche modo, del nostro Lo chiamavano Bulldozer, con un Burt Reynolds in buona forma. Trattasi nient'altro che di una rivisitazione del precedente film di Aldrich Quella sporca dozzina, in cui i protagonisti, dalla dubbia moralità, devono affrontare una missione più grande di loro; lì un'azione di guerra, qui una partita di football. Cambia il contesto, ma non lo scopo finale. Buono.
MEMORABILE: I sette secondi prima della fine.

Daniela 26/11/20 16:38 - 12671 commenti

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Ex campione di football americano in carcere per una bravata autolesionista finisce nel mirino del direttore per il suo rifiuto di allenare la squadra dei secondini... Aldrich al 100% nei suoi difetti (stereotipi, snodi tirati via) ma soprattutto nei suoi pregi, a partire dalla caratterizzazione dei personaggi principali e dal ritmo in crescendo che sfocia in epilogo memorabile. Reynolds perfetto come antieroe in cerca di riscatto, efficace Albert nel ruolo del bastardo e tante belle facce da duri nel resto del cast per una delle migliori partite della nostra vita cinematografica.

Paulaster 6/04/22 10:18 - 4425 commenti

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Ex campione finito in prigione deve giocare contro la squadra dei secondini. Contenuti tipici da anni 70 compresa una generica violenza, familiare e nella società (anche se carceraria). Per alleggerire i toni interviene lo humor di Reynolds, con discreta presenza anche atletica. Aldrich dà diverse variazioni nello stile e gira bene anche le azioni di football, col giusto compromesso per una partita di dilettanti. A livello sportivo è meno epico di Fuga per la vittoria e più serio di Il paradiso può attendere. L’imposizione del potere finale sembra una critica alla guerra del Vietnam.
MEMORABILE: L’auto in mare; Il detenuto bruciato vivo; Il direttore che ordina di sparare; Il salto verso l’ultima meta.

Robert Aldrich HA DIRETTO ANCHE...

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Noodles 27/01/24 17:24 - 2233 commenti

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Il grande merito di Robert Aldrich è di non cascare nella trappola dei film carcerari, evitando di riempire il suo lavoro dei soliti luoghi comuni del genere, o perlomeno limitandoli. È un film drammatico ma il regista è bravo a inserire alcuni lati comici senza esagerare, anticipando tra l'altro il connubio sport-carcere presente in altri film successivi. Burt Reynolds è sempre mitico, ottimo il resto del cast. Forse troppo lunga la parte dedicata alla partita, ma tant'è, al centro della storia c'è il football americano, a cui si mischiano alcune interessanti riflessioni. Buono.

Enzus79 12/04/24 22:44 - 2901 commenti

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Un ex quarterback di football che deve scontare diciotto mesi di detenzione, sotto la pressione del direttore della prigione deve creare una squadra di detenuti per affrontare quella delle guardie. Leggera e simpatica commedia carceraria in cui, al netto dei soliti stereotipi americani, risulta tutto perfetto. Da incorniciare la parte relativa alla partita. Burt Reynolds perfetto nel ruolo.
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  • Discussione Buiomega71 • 2/02/12 21:54
    Consigliere - 26011 interventi
    Pol ebbe a dire:
    Grazie per le dritte, vedrò prima o poi di recuperarli. Un bacio e una pistola è uno dei due che avevo già visto (l'altro è il classico "The dirty dozen"). Ricordo solo che mi piaque più la figura del protagonista che il film in se, ma leggendo fugacemente i commenti ad altri titoli mi sembra di capire che il suo è più un cinema di caratteri forti che di "regia"... dico una castroneria?

    In effetti Pol trovo Quella sporca dozzina il suo film più debole, e Un bacio e una pistola lo vidi da ragazzino, quindi non ricordo una cippa.

    Comunque fatti una bella maratona aldrichiana con i titoli che preferisci (non serve seguire i miei consigli, magari ti porto sulla cattiva strada :)
  • Discussione Ruber • 11/04/17 00:38
    Formatore stagisti - 9251 interventi
    Credo che "Fuga per la vittoria" abbia attinto molto piu di qualcosa da questo. Entrambi ottimi film di ambientazione carceraria che hanno nello sport la loro valvola di sfogo.
  • Discussione Daniela • 11/04/17 02:03
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    x Ruber

    Fuga per la vittoria è liberamente ispirato alla cosiddetta "partita della morte" giocata nel 1942 fra ufficiali tedeschi e giocatori ucraini prigionieri, già portata sugli schermi dall'ungherese Fabri con Due tempi all'inferno.
    Comunque, al di là delle somiglianze che ci possono essere con il film di Aldrich, non li definirei entrambi film di ambientazione carceraria: per i carcerati di quest'ultimo film, lo sport è un'occasione, più o meno consapevole, di riscatto personale dal passato (criminale o comunque degradato come nel caso del protagonista) che passa attraverso la capacità di far lavoro di squadra.
    Nei film di Fabri e Huston, per i giocatori, che non sono carcerati ma prigionieri di guerra, l'obiettivo primario non è invece il riscatto personale ma l'affermazione della propria dignità di uomini (Fabri) e/o la riconquista della libertà perduta(Huston).
  • Discussione Ruber • 11/04/17 03:00
    Formatore stagisti - 9251 interventi
    Si ma come ho scritto in entrambi lo sport è una valvola di sfogo, anche se per motivi diversi come scrivi tu.
  • Homevideo Rocchiola • 12/09/17 14:25
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Entrambe le edizioni succitate credo utilizzino lo stesso master effettivamente piuttosto buono. In bluray non è uscito nemmeno all'estero, per cui accontentiamoci!!!
  • Curiosità Fauno • 10/10/18 00:06
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, il flano del film:

  • Discussione Daniela • 26/11/20 16:41
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    x Zender
    da inserire nel cast Richard Kiel, indimenticabile "Squalo" bondiano, che ovviamente gioca nella squadra dei detenuti. 
  • Discussione Zender • 26/11/20 18:10
    Capo scrivano - 47802 interventi
    Messo. Noto che risulta impossibile parlare del poveruomo senza citare il suo soprannome da cattivo bondiano (d'altra parte c'è cascato pure oggi il Marcel nel papiro di Wagon-lits, quindi...).
  • Discussione Daniela • 26/11/20 19:57
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Messo. Noto che risulta impossibile parlare del poveruomo senza citare il suo soprannome da cattivo bondiano (d'altra parte c'è cascato pure oggi il Marcel nel papiro di Wagon-lits, quindi...).
    D'altra parte è il ruolo che l'ha reso famoso. Se non ci fosse stato il doppio 007, pochi ne ricorderebbero il nome anche se fisicamente si faceva notare: alto come un armadio quattro stagioni, un aspetto che metteva paura senza bisogno di ricorrere al trucco, un'aria vagamente aliena (ad infatti in un famoso episodio dei Confini della Realtà era stato credibile come visitatore proveniente da un altro pianeta).
    Ho letto da qualche parte che per un certo periodo ha lavorato come insegnante di matematica: magari era la persona più amabile del mondo, ma quale studente avrebbe osato farlo arrabbiare?

  • Discussione Zender • 27/11/20 08:29
    Capo scrivano - 47802 interventi
    E' vero, però è una condanna bell'e buona per un uomo che ha fatto anche parecchi altri film (io lo ricordo con un ruolo di una certa importanza, sicuramente più dello Squalo di 007, in L'umanoide per dire, a proposito di aria aliena). Però niente, alla fine verrà sempre e solo ricordato per quel ruolo lì... o per altri motivi dai suoi alunni, se ne ha malmenato qualcuno.
    Ultima modifica: 27/11/20 08:30 da Zender