Ombre malesi - Film (1940)

Ombre malesi

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/09/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 16/09/07 21:33 - 3015 commenti

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A Singapore la moglie di un piantatatore finisce sotto processo per l'uccisione di un tizio: lei dice legittima difesa... Foschissimo melodramma noir tratto da Somerset Maugham, eccezionale per atmosfere (quando la fotografia in bianco e nero è una forma d'arte) e dominato dalla magnetica performance di Bette Davis, la durissima maliarda assassina e imputata nel serrato processo. Regia sapiente per un grande classico della vecchia Hollywood

Cotola 12/07/08 17:41 - 9043 commenti

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Splendido melodramma a forti tinte noir che si avvale della stupenda regia di Wyler, di una notevole e raffinatissima sceneggiatura di Howard Koch (tratta da un racconto di Somerset Maughman) leggermente rovinata solo da un finale un po' accomodante ma in fondo obbligato (per motivi censori), di una grandiosa fotografia e di scenografie ed ambientazioni malsane ed inquietanti al punto giusto. Anche gli attori fanno la loro parte e, com'è ovvio, specialmente una magistrale e crudelissima Bette Davis.

Maineng 2/08/08 15:21 - 100 commenti

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Bette Davis che esprime al top il suo stile recitativo di donna fredda e calcolatrice, caratteristiche che con l'abilità di Wyler diventano quasi il fondamento del film. Herbert Marshall perfetto nella parte di marito innamorato e ingenuo (nonché tradito). Da ammirare anche le scenografie e l'ambientazione in generale, molto esotica e tipica del periodo coloniale. La fotografia mi é piaciuta, molto efficace! Forse troppo marcata una certa teatralità in alcune scene ma é un partcolare che non compromette assolutamente la bellezza della pellicola!
MEMORABILE: Mi é sempre rimasta in mente l'immagine notturna con le nuvole che attraversano il cielo e oscurano la luna.

Stefania 30/07/09 12:38 - 1599 commenti

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L'ombrosa signora Crosbie, stregata dalla luna (malese), dalla passione, dall'orgoglio, uccide, seduce, inganna, manipola, ma all'ombra della luna va incontro al suo destino... Bellissimo film che concilia perfettamente noir e dramma giudiziario e parla anche di conflitti: tra due mondi, quello europeo e quello orientale, tra raziocinio e istintualità, tra "morale provvisoria" e etica della vendetta. In mezzo a tutto ciò, due indimenticabili figure femminili. Avvolgente, stordente, inesorabile.
MEMORABILE: La visita di Leslie nel quartiere cinese e l'incontro con la rivale.

Daniela 2/02/10 07:51 - 12660 commenti

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In una piantagione malese, la moglie di un ricco possidente uccide un conoscente di famiglia. La donna sostiene di essersi difesa da un tentativo di violenza carnale, ma la moglie del morto è in possesso di una lettera (The letter è il titolo originale) che svela i retroscena. Noir di ambientazione esotica, memorabile per l'atmosfera torbida ed il clima di crescente angoscia che stringe in una morsa la protagonista, Davis in una delle sue più intense interpretazioni, detestabile ma anche capace di suscitare compassione. Fotografia ipnotica.

Galbo 4/02/10 05:56 - 12392 commenti

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Magnifico film noir magistralmente diretto da William Wyler. Anche se la trama appare piuttosto scontata e niente affatto originale, il film si segnala per le efficaci atmosfere (si veda la parte iniziale del delitto all'interno della piantagione), l'ambientazione e l'eccellente prova del cast con una splendida Bette Davis, giustamente candidata all'Oscar per la sua interpretazione.

Saintgifts 18/03/10 22:29 - 4098 commenti

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Bette Davis eyes. Non sono mai stato un fan di Bette Davis, una bellezza difficile per me, ma devo ammettere che è tremendamente affascinante e bravissima attrice. "The Letter" sembra fatto apposta per lei, per i suoi sguardi, per le sue espressioni, per le sue grandi bugie, ma anche il coraggio delle verità in questo noir ambientato in un oriente rappresentato così bene tra oscurità, fumi d'oppio e completi immacolati di occidentali serviti e riveriti, ma appena tollerati. Regia e sceneggiatura perfette, fotografia da commozione, bravi interpreti.

Bruce 7/06/10 10:42 - 1007 commenti

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Del 1940, film d'altri tempi, impossibile da confrontare con le moderne produzioni. Ma come non riconoscere la qualità di una fotografia in bianco e nero mai così nitida ed efficace e di dialoghi studiati alla perfezione che nascondono un'approfondito esame delle diverse dinamiche relazionali tra i protagonisti? Eccellente è l'avvocato, nel suo difficilissimo ruolo di amico, consigliere e professionista, disposto a salvare il salvabile pur con tutti i dubbi impostigli dalla propria coscienza. Bette Davis è maligna e magnetica. Tragico noir.
MEMORABILE: Il confronto in carcere a proposito dell'esistenza della lettera.

Nando 1/06/12 13:32 - 3814 commenti

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Efficace melodramma a tinte fosche in cui le angosce della protagonista, un'altera e perfetta Davis, emergono preponderanti. L'accusa di omicidio aleggia in tutta la narrazione ed il crescento drammatico sfocia nell'intenso finale. Interessanti e realistiche le ambientazioni.

Jdelarge 26/10/14 11:01 - 1000 commenti

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Il genere noir si intravede negli occhi di Bette Davis (qui sublime) e nel gioco di luci e ombre messo in scena magistralmente da Wyler. L'ambientazione malese è originale e rappresenta un altro punto di forza notevole della pellicola che, però, non è sorretta ugualmente dalla trama, la quale risulta essere eccessivamente prevedibile. Peccato; perché con una Davis a questi livelli e una regia così ispirata, una trama un po' più accattivante avrebbe fatto gridare al capolavoro.

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Myvincent 26/11/15 07:00 - 3741 commenti

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Dentro a uno scenario esotico e misterioso si susseguono vicende legate a un omicidio, un processo e una lettera decisamente compromettente. Il tutto ruotando attorno alla figura dark di Bette Davis, in bilico tra innocenza e colpevolezza. Al solito lo spirito manicheo arriva puntuale come una lama affilata che non lascia scampo. Un po' verboso, nel complesso.
MEMORABILE: Il merletto di "mezzanotte" come inutile scacciapensieri.

Faggi 4/01/16 15:14 - 1549 commenti

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La luna, qualche volta in campo, che Bette Davis contempla (o semplicemente scorge) nel finale è il simbolo migliore per questa pellicola sul lato nascosto della personalità: al visibile corrisponde sempre un invisibile. Noir atipico e formidabile, di suggestiva ambientazione esotica, girato con idee chiare, ambiguo, incalzante, pungente e cinico. Radiografia di anime impietosa quanto basta, senza sconti per nessuno dei personaggi.

Gippal 24/01/17 21:33 - 89 commenti

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Ambientato in Malesia, conquista per la regia curata di Willyam Wyler, stakanovista come sempre, per le performance impeccabili dei suoi attori (Bette Davis in primis), per le atmosfere uniche, insinuanti, che si mischiano a una forte suspence mai smorzata, mai appianata e anche per le musiche di Max Steiner. Difficile non rimanere sbigottiti di fronte all'incredibile scena iniziale, frutto di un estenuante lavoro, girata 34 volte; semplicemente da mozzare il fiato.

Gius 8/08/17 19:15 - 40 commenti

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Veramente un bel noir; un vero capolavoro, per l'epoca (1939). Bette Davis è semplicemente superba, di una perversione spettacolare e di un'espressività magistrale. La sapiente regia di Wyler inquadra la protagonista in un gioco di chiaroscuri notturni e proprio gli splendidi occhi della Davis ne vengono ulteriormente esaltati. La figura tragica del marito Herbert Marshall è evidenziata con drammaticità. Alta figura importante è quella dell'avvocato, che sembra subire anch'egli il fascino della Davis.

Fedeerra 15/09/19 06:12 - 770 commenti

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La mostruosità del buio, delle ombre, del non detto, del non vissuto. William Wyler costruisce una dimensione soffocante e afosa in un labirinto noir che è un trionfo cinematografico tra i suoi più riusciti. Bette Davis è immensa, si immerge in un personaggio dal fascino inquietante intervallato da spari di luce. Cast tecnico e artistico ai massimi livelli. Capolavoro.

Teddy 5/05/22 23:49 - 825 commenti

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Il tono quasi onirico, i volti cupi, irrigiditi, sopraffatti dalle ombre che sembrano voler prendere costantemente il predominio sulla luce, l’inferno esotico, il suono della menzogna. Noir anomalo, seducente e sofisticato, dove il sottile rigore della regia si sposa con l’ingente intemperanza del racconto. Bette Davis e Gale Sondergaard dominano la scena come due splendide, ermetiche apparizioni lunari. Un capolavoro.

Nicola81 11/05/22 22:30 - 2857 commenti

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Un classico che ha sopportato piuttosto bene il passare dei decenni, ravvisabile soprattutto in un epilogo stilisticamente apprezzabile ma chiaramente ossequioso dei dettami del Codice Hays. Tutto il resto però gira alla perfezione: l'ambientazione esotica che accresce il senso di oppressione, le musiche di Max Steiner, la classe registica di Wyler, e naturalmente le prove attoriali: fin troppo facile lodare una Davis dapprima detestabile ma alla fine anche meritevole di compassione, ma ottimo anche Stephenson, avvocato costretto a fare i conti con la sua coscienza. Durata giusta.
MEMORABILE: L'inizio; Il solerte segretario dell'avvocato; Il confronto avvocato/cliente sulla lettera; La visita al quartiere cinese.
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