Nata ieri - Film (1993)

Questo film regge bene per 35, 40 minuti, dopodichè emergono le ovvietà, tutto diventa prevedibile e anche gli attori, all’inizio niente male in generale; bravo Goodman, nella parte del ricco ignorante e disonesto, come anche simpatica la Griffith, che interpreta la moglie, esposta come un trofeo, ma che ha molto più da offrire. Passabile colui che dovrà acculturarla; e persino il povero tirapiedi del riccone è apprezzabile nella sua irritante passività. Ma poi, la sceneggiatura inizia a fare acqua e gli attori si spengono, ripetendosi. Poteva funzionare bene solo come telefilm.

Da dimenticare questo pallido rifacimento della spendida commedia di George Cuckor; la piatta regia di Luis Mandoki può al massimo funzionare per una soap televisiva e il trio di attori pur impegnandosi al massimo risultano clamorosamente fuori parte: la Griffith non è tagliata per la commedia sofisticata (meglio nel genere metropolitano tipo Una donna in carriera) e Don Johnson è più in parte negli action televisivi. Se la cava meglio Goodman nei panni del rozzo dal buon cuore, ma alla lunga il gioco stanca e prevale la noia.

Ricco uomo d'affari che ambisce a trafficare sporco con pezzi grossi, vergognandosi dell'amichetta, un'oca bionda ignorante come una capra, pensa bene di farle fare un corso accellerato di cultura e bon ton da un giornalista di passaggio. Ma la ragazza è meno oca di quel che appare, il "maestro" è un giovanotto attraente e i libri si sa son galeotti... Commediola che sarebbe pure potabile, senza lode ma neppure senza infamia, se non fosse per l'inevitabile confronto con il modello cukoriano. La coppia Holliday/Holden straccia quella del remake, mentre si salva il bravo Goodman, adatto al ruolo

Commediola sbiadita che lascia veramente poche tracce, se non nessuna. E dire che lo spunto poteva essere interessante; peccato che venga sfruttato assai poco e assai male. C'è qualche idea divertente (gli emendamenti della costituzione cantati), ma il tutto si dissolve completamente senza divertire. La Griffith tenta qualcosa (doppiata splendidamente da Simona Izzo) ma toppa, come uno scialbo Don Johnson e un Goodman che ripete se stesso all'infinito. Un film inutile.

Disastro. Va bene che sono passati quarant'anni dalla prima versione cinematografica diretta da Cukor (sconosciuta, penso, ai più e quindi non ci saranno stati troppi paragoni con l'originale), ma anche così rimane un film imbarazzante, con interpretazioni pessime e una direzione meno che mediocre. Dalle otto frasi buone per ogni circostanza alla canzoncina per ricordare gli emendamenti è tutto un susseguirsi di banalità che lasciano stupiti. Si salva solo, in linea di principio, il riscatto finale dell'oca giuliva Billie.

Un remake che ha la sua forza soprattutto nel buon Goodman: in parte e divertente, ravviva le scene in cui appare puntualmente. Più incolore la coppia Johnson/Griffith con lui poco avvezzo alla commedia brillante (e fuori parte) e lei leggermente troppo sopra le righe. Comunque il ritmo è spedito e si segue senza annoiarsi troppo; ma la regia incolore non aiuta la sceneggiatura, lasciando il tutto a livello di giochino simpatico e poco più.