Note: Aka "Bordello of Blood", "Zio Tibia - I racconti della cripta vol. 6", "I racconti della crypta - Il piacere del sangue". Sequel di "I racconti della cripta: Il cavaliere del male" (1995).
Firmato dal co-regista de Il cavaliere del male, Bordello di sangue si ispira anch'esso (come titolo originale - Tales from the crypt - suggerisce) ai racconti E.C. Comics anni '50, tanto amati da King e Romero (che ne diedero la loro versione con lo splendido Creepshow). In questa ulteriore vicenda, che cede il testimone ai vampiri, l'horror si ammanta di erotismo (il titolo italiano è - una volta tanto - consono) e lo fa sempre con garbo, essendoci di mezzo lo zampino Robert Zemeckis e Richard Donner (in veste di co-produttori). Horror lupanare.
Patetica cagatona da quarta serata tv senza polso né piglio, sangue né midollo, buono giusto quando si è inchiodati a letto con la febbre a 39 mentre si delira "si fossi foco, brucerei lo cinema", al cui confronto tre ore di televendita di tappeti sono emozionante mirabilia.
Visto su Italia 1 durante le notti horror che questa proponeva, il film è piuttosto scarso, poca roba veramente. Sicuramente però è da menzionare la presenza di Corey Feldman (in una parte secondaria), attore maledetto già presente in pellicole vampiresche di maggior spessore (vedi Lost boys). Per il resto qualche scosciata e qualche effetto di sangue.
Caruccio. Una bella storia vampirica, con notevole uso di effetti sanguinolenti (carina l'idea del bordello con seducenti vampiresse). La non-morta Angie Everhart è una vera bellezza con la sua stupenda capigliatura rossa, gustoso il breve cameo di Whoopi Goldberg nella scena dell'ospedale. Belle scenografie, storia simpatica, sicuramente da promuovere a pieni voti. Occhio allo zio tibia!
Si sa che l'uomo in tema di carne è facilmente corruttibile e non fanno eccezione alcuni giovani ragazzi che in questo film finiscono nelle grinfie di un'orda di assetate vampire travestite da procaci entreneuse. Un racconto horror simpatico che ben si sposa con lo spirito dei racconti presentati dal Crypt keeper, paurosi sì ma sempre conditi da tanto sano umorismo. Il fatto di non prendersi troppo sul serio riesce a sopperire ad alcune evidenti lacune presenti nella sceneggiatura.
Se l'anno prima Il cavaliere del male era risultato una simpatica sorpresa, lo stesso non si può dire di questo film diretto ancora una volta da Adler. Il guardiano della cripta realizzato dal mago Yagher, papà di Freddy Krueger, è uno dei pochi lati positivi della pellicola. La vicenda del bordello, covo di vampire guidato dalla procace Lilith, è una sciocchezuola in piena regola, infarcita da battutine sciape rese ancor più ridicole dall'agghiacciante doppiaggio italiano. Qualche effetto gore non è malaccio, ma è un po' poco per consigliarne la visione.
MEMORABILE: L'infermiera vampiro che esplode; Corey Feldman che cita se stesso in Ragazzi perduti.
Dopo Il cavaliere del male, un altro spin-off di I racconti della cripta, questa volta a tema vampirico. Anche questa volta si cerca di omaggiare l'horror 80s, con ovvi richiami a cose come Ammazzavampiri, Vamp o Ragazzi perduti (c'è persino Feldman); il film, tra massacri di succhiasangue assai splatter, stralci ironici e vixen dalle tette siliconate tutto sommato porta a casa il risultato con dignità ma lo stesso anno finisce a scontrarsi con l'analogo Dal tramonto all'alba, perdendo ovviamente il match. Nei '90 si è comunque visto di peggio.
Una cover coatta e poverella di Dal tramonto all'alba (segmento vampiresse porcaccione) con discreta mostra di tettine e un po' di sangue. A volte si sorride, altre vien voglia di lasciar perdere per lo spreco di tempo (soprattutto quando il protagonista fa il simpatico con battutine continue). Inutile tanto per i cultori dell'horror che per quelli dell'erotico demenziale; consigliato, invece, ai fan della Everhart.
Classico esempio di cinema novantiano che insegue quello ottantiano senza riuscirci. Ci partecipano alcune star dell'horror eighties (Feldman, Sarandon) mentre la trama ricalca Vamp e Ragazzi perduti. Ma proprio il confronto ad esempio con il cult Vamp fa capire la pochezza dell'operazione: il filmetto è troppo sciocco per suscitare la benché minima empatia, con un umorismo da latte alle ginocchia. Per chi si accontenta c'è parecchio splatter e parecchie vampiresse mezze nude (ma poco erotiche). Sepolto dal consimile Dal tramonto all'alba.
MEMORABILE: Il prologo specie di parodia del prologo di Indiana Jones; Angie Everhart.
Un horror/revival ottantiano incentrato su un bordello pieno zeppo di vampirone poppute (e i nudi non mancano), tra l'altro lo stesso anno del (più degno di nota) film di Rodriguez. Troviamo attori simbolo della rivisitazione vamp-ottantiana: Sarandon (Ammazzavampiri) e Feldman (Ragazzi perduti). Fumettistico, farsesco (sfiora la parodia), pieno di effettacci kitsch/grand guignol ma davvero divertente, ben calibrato e con qualche trovata brillante come il fil rouge paradiso/inferno tra il predicatore cristiano e il bordello infernale. Da birra e snack.
MEMORABILE: Il personaggio beffardo dell'investigatore privato e le sue battute; Chris Sarandon predicatore neo gospel con la chitarra; I fucili ad acqua (santa).
L’impasto è quello solito dei Racconti della cripta, quindi ironia di grana grossa e splatter ridanciano, ma è un pregio che si trasforma in problema quando il risultato è una semplice dilatazione di tempi e modi di quello che, fosse durato trenta minuti, sarebbe stato un episodio formidabile. E poi c’è il cast, uno dei più sconclusionati che mente ricordi: Miller completamente fuori ruolo e fuori asse, un Sarandon spiegazzato, la Eleniak che dopo Baywatch e il paginone di PlayBoy è l’unica che rimane vestita (!). In vetta ci va il prologo, il resto è fine a se stesso e resta in pianura.
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John trent ebbe a dire: Strano che non esca per la Universal (così come l'altro lungometraggio della serie Tales from the crypt, ovvero Il cavaliere del male).
Già, curiosa stà cosa, così come L'albero Del Male, che e Universal (in vhs Cic Video come i due Tales From The Crypt the movie) o Il Cavaliere Elettrico, poi editati in dvd per la Pulp