Questo terzo capitolo della saga di urban legend si discosta abbastanza dai primi due che erano dei thriller slasher: questo è sì slasher ma horror. Mi è piaciuto: un'ora e mezza divertente. Le uccisioni sono piuttosto originali e fatte bene, la storia è abbastanza bella così come la canzoncina che si sente prima degli omicidi. Peccato che alcuni attori recitino da cani. La sceneggiatura non è priva di difetti e chi è l'assassino (sì, perchè anche se è un horror c'è pure un assassino vivo e vegeto) lo si intuisce piuttosto facilmente, ma alla fine ci si diverte.
Terzo capitolo di un ciclo ben avviato. Purtroppo il lodevole tentativo di dirottare sull'horror il prodotto soffre di mancata originalità narrativa, essendo Urban Legend 3 palesemente ispirato al Candyman di Bernard Rose, che già nel 1992 aveva affrontato un tema nient'affatto interessante e quasi fiabesco. C'è di peggio, lo sappiamo (Dead Mary, 2007) ma anche in questo caso la regia di Mary Lambert (Cimitero vivente 1 e 2) non si distingue per la piattezza tipica che hanno i prodotti a destinazione home video o, peggio, televisiva. Un pò di gore qua e là non basta a realizzare un buon film.
Film molto scontato dove si capisce quasi subito l'esito e, ahimè, pure chi è il soggetto colpevole. Di positivo rimangono le morti escogitate per i vari malcapitati, anche se ad un certo punto aleggiano le mani e il fantoccio a scatti di Ring (e basta!). Consigliato giusto per una serata in cui non c'è proprio nulla di meglio da fare e per sentire qualche musica anni 60 (vedetelo e capirete).
MEMORABILE: La canzone anni 60 che non preannuncia nulla di buono.
Qui non c'è solo il fantasma titolare, ma anche altre oscure leggende metropolitane a far da sfondo ad una misteriosa serie di morti. Purtroppo, nonostante la curiosa idea di base, lo svolgimento è quello di un banale teen slasher senza tratti salienti - con l'eccezione del bozzo pieno di ragnetti, raccapricciante - che cerca di pararsi le spalle richiamandosi a pellicole come Candyman e Final destination. Di conseguenza, l'originalità scarseggia e il meccanismo diventa presto monotono.
Il film, pur facendo parte del franchise di Urban Legend, con i primi due capitoli non c'entra assolutamente nulla! C'è solo l' estremo tentativo della Lambert di fare il verso all'unica regia che l'ha resa degna di nota, quella di Pet Sematary. E così ritorna il cimitero, tornano i fantasmi in vena di vendetta e così via discorrendo - avrete già capito dove si va a parare. Peccato per Mary. Pur essendo uno straight to video, è comunque un brutto film. Sconsigliato.
Sembra più un remake di Non entrate in quella scuola che un sequel vero e proprio. Caduta libera per (l'ex) grande regista di Cimitero vivente, che si rifà al look reaganiano dell'esorcista e alla Samara di The ring per la sua vendicativa Mary. Alcuni omicidi sono fantasiosi, come la ragazza con i ragni (in una terribile CG, scena presa di peso da The believers) o il ragazzo massacrato nella sua stanza stile Zora Kerowa ne Lo squartatore di New York. Per il resto si batte la fiacca, con la solita routine e con un tremendo finale simil Poltergeist.
MEMORABILE: La ragazza con le schifose pustole sulla faccia, le rompe e escono miriadi di ragnazzi digitalizzati; il ragnone che esce dalla bocca della bambola.
Se il primo capitolo poteva contare su un'idea originale che non si prendeva sul serio e il secondo era una mezza boiata con poche idee ma qualche momento interessante, quest'ultimo capitolo passa al sovrannaturale, saccheggiando The ring ma con totale assenza d'inquietudine. Oltretutto i dialoghi sono veramente penosi sotto ogni punto di vista e la credibilità dei personaggi è pari a zero.
Assolutamente insulso terzo capitolo apparentato al franchising di Urban legend solo per il titolo, ma in realtà del tutto fuori contesto a livello di contenuti. Con i primi due capitoli infatti non ha nulla a che vedere; qui abbiamo una banalissima ghost story che ricalca la leggenda di Bloody Mary (pensate un po'). Dirige la declassata Lambert, che su un copione del genere poco può fare. Filmettino del tutto trascurabile; personalmente non lo considero parte della serie che per me si ferma al secondo episodio: Final cut.
Dopo due capitoli strettamente legati alle convenzioni slasheristiche craveniane, Mary Lambert prende la via delll'ultraterreno, tra vendette di fantasmi assassini dai bizzarri modi operandi (alcuni dei quali memorabilmente cruenti) e casi irrisolti riportati alla luce. Trovata di per sé opinabile, ma non priva di potenziale; il problema risiede nel micidiale mix di scarse prove attoriali, colpi di scena telefonati e capitomboli nella comicità involontaria, il tutto immerso nella piattezza grafica di un direct-to-video. I bei tempi di Cimitero vivente sono ormai sepolti per sempre.
MEMORABILE: Il brufolo da cui fuoriesce un'intera figliata di ragni; Lo scorticamento frontale con le schegge di uno specchio; Il cadavere ripescato dal baule.
Mary Lambert HA DIRETTO ANCHE...
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Una bambina era solita andare a letto con il suo cane a fianco, tranquillizzata dal fatto che questo gli leccava la mano fino a farla addormentare. Una sera i genitori della bambina hanno un impegno, e non riescono a trovare una baby-sitter per prendersi cura della bimba. Questa rassicura i genitori, dicendo che per quella sera ci avrebbe pensato il suo fedele amico a proteggerla. I genitori partono così tranquilli per la serata.Giunta l'ora di andare a letto, la bambina si mette sotto le coperte, porgendo la mano verso il suo cane. E così si addormenta. Improvvisamente, nel cuore della notte si sveglia, infastidita da un gocciolio proveniente dal bagno. Impaurita porge la mano al suo cane. La bambina si sente ora più tranquilla perché sente che il suo fedele è lì con lei, che gli lecca la mano. Si addormenta di nuovo. La mattina dopo una tragica sorpresa la attendeva. Entrata in bagno vede il cane impiccato sulla doccia, che gocciola sangue. Sullo specchio una scritta terrificante: "anche gli uomini sanno leccare".
Una bambina era solita andare a letto con il suo cane a fianco, tranquillizzata dal fatto che questo gli leccava la mano fino a farla addormentare. Una sera i genitori della bambina hanno un impegno, e non riescono a trovare una baby-sitter per prendersi cura della bimba. Questa rassicura i genitori, dicendo che per quella sera ci avrebbe pensato il suo fedele amico a proteggerla. I genitori partono così tranquilli per la serata.Giunta l'ora di andare a letto, la bambina si mette sotto le coperte, porgendo la mano verso il suo cane. E così si addormenta. Improvvisamente, nel cuore della notte si sveglia, infastidita da un gocciolio proveniente dal bagno. Impaurita porge la mano al suo cane. La bambina si sente ora più tranquilla perché sente che il suo fedele è lì con lei, che gli lecca la mano. Si addormenta di nuovo. La mattina dopo una tragica sorpresa la attendeva. Entrata in bagno vede il cane impiccato sulla doccia, che gocciola sangue. Sullo specchio una scritta terrificante: "anche gli uomini sanno leccare".
Ciao Gugly, non ho visto Urban Legend 3 (mi son fermato al precedente e mi avanza...) ma ricordo che questa storia della bimba e del cane - agghiacciante - veniva proposta anche nel secondo capitolo....
Gugly ebbe a dire: Io sono incappata nel terzo capitolo per caso una sera di qualche giorno fa, e appena vista la scena mi sono ricordata di questa leggenda urbana.
P.s da allora guardo sempre sotto il letto....
Allora si son proprio ripetuti...
P.s.: io ho smesso di ispezionare la camera da letto alla veneranda età di 15 anni... Per la verità è da allora che mi sto solo trattenendo (e ne ho più del doppio) ;)
Quindi la storia del cane e della leccata c'era anche nel precedente film? Che noia, come pure la camminata del fantasma alla Ring, basta con questa moda!
Anche io ho doppiato i 30, però quanno c'è vo' c'è vo :)
Sì, il secondo capitolo è ambientato in una scuola di cinema dove viene indetto il concorso "Alfred Hitchcock" (sic!): la leggenda della bimba veniva utilizzata per realizzare un corto (con esiti, peraltro, modesti).
Evitate , se potete, come la peste Urban legend3. Ruber ha ragione, c'è lo spirito di stà ragazza tipo Mary Lou di Nonentrate in quella scuola, mischiato con risibile look alla Linda Blair di esorcistica memoria, che si muove come la Samara (o la Sadako, a scelta) di The ring. Unica scena degna di nota(anche se presa di peso da The believers) quella dei ragni che escono dalla ferita sulla faccia di una ragazzotta(anche se reso con una tremenda CG). Tristezza e nadir della grande regista di Cimitero vivente, che mi chiedo come possa girare queste porcherie "straight to video". Il primo Urban legend lo considero il miglior slasher degli ultimi anni(anche di Scream), il secondo così così(anche se la citazione iniziale da Inferno è da sturbo). I terzo...lasem perder.