Torque - Circuiti di fuoco - Film (2004)

Un Fast and furious alternativo: al posto delle macchine abbiamo le motociclette. Ad una prima occhiata l'idea di un film alla Easy rider ma con le moto di oggi può anche attizzare, ma dopo solo mezz'ora di film vien voglia di fare o guardare altro. Purtroppo non basta fare mostrare belle fanciulle e qualche acrobazia. Zero storia e pessime interpretazioni. Sconsigliato vivamente.

Senza esagerare in questo film possiamo ammirare alcune delle scene più ridicole della storia del cinema, cose da "NON CI POSSO CREDERE! L'HANNO FILMATO VERAMENTE! ". Non ne cito nessuna perché non renderebbero l'idea ma alcune fanno sbellicare dal ridere, sempre che non prendiate sul serio un film che NON PUO' essere preso sul serio. Stereotipi a manetta, spacconerie immancabili quando si parla di motori e, nel finale, il peggior uso della CGI che vedrete mai in vita vostra. Buon divertimento!

Ecco un bell'esempio di B-movie dei giorni nostri. Trama scontatissima, stereotipi a iosa, interpreti non troppo convincenti, effetti speciali esagerati per non dire ridicoli. Il bello è che si dà anche arie da film vero, in stile Vin Diesel (i suoi film sono capolavori, al confronto). L'inseguimento finale merita davvero, con le moto che accelerano stile "Enterprise" e inserti di computer-grafica ultra posticci...

Parafrasando "il buco con la menta intorno" si può dire che questo film è il nulla con il chiasso intorno. Sorvolando sulla banalità della storia ambientata tra gang di bikers (presunto omicida inseguito da rivali e Fbi), il film si presenta come mera esibizione di motori, gnocche e riprese spettacolari, dagli esiti inevitabilmente kitsch. E pensare che la fotografia, il montaggio, le riprese stesse sono molto curate e ambiziose. Ma il regista videoclipparo non ha idea di cosa significhi un film e non regge nulla che vada oltre i 3 minuti.

Credo che questo film alla fine non sia piaciuto nemmeno ai bikers più di bocca buona. I personaggi sono antipatici, anche quelli buoni, le volate, le pieghe e gli inseguimenti, forse possono essere accettati come videogame, dove tutto è possibile, anche tornare in sella dopo tremendi incidenti; ma in un lavoro che vuole chiamarsi film non è possibile proporli. Unico merito la fotografia, che mostra luoghi selvaggi dell'ovest americano con quelle stazioni caratteristiche e polverose che si trovano dopo miglia di deserto per una coca ghiacciata.

Fumettone adrenalinico totalmente inverosimile che mostra i muscoli ma alla fine lascia basito lo spettatore per l'inutilità dell'apparato. Evoluzioni motociclistiche, immagini superpatinate si mischiano ad una narrazione che non ha praticamente un senso logico. Evitabilissimo.

Patinatissimo, pompatissimo, tamarrissimo. Non è detto che sia il male assoluto, specie per un film di serie B: Vin Diesel, ad esempio, con del materiale simile riesce anche a divertire. Il problema è la boria di cui la pellicola è pregna, peraltro del tutto immotivata visto che gli effetti speciali sono terribilmente rozzi, le battute inascoltabili e le sequenze d'azione palesemente finte. Il montaggio denota una certa professionalità, ma perché trasformare in un film quel che basterebbe per un videoclip?

A parte la sceneggiatura risibile, le colonne portanti del film sono tre: la scena del treno, quella dell'autostrada e la conclusione. La scena del treno un qualunque Tomas Milian l'avrebbe resa più credibile e appassionante; quella dell'autostrada ricorda la medesima in Matrix reloaded; solo che nel film dei Wachowski la computer graphic aveva un senso, era il cuore della storia, in Torque dovrebbe essere solo spettacolo e invece è puro ridicolo, così come "la moto più veloce del mondo" dell'ultima parte, davvero da mani nei capelli.