Note: Presentato in doppia versione, cinematografica (155') e televisiva (6 puntate, per un totale di 295'). Con un seguito: "Sarabanda" (2003), girato a 30 anni di distanza.
Amore, odio, angosce, ripicche, cattiverie, dolcezze e poi ancora cattiverie e poi di nuovo l'amore, il sesso, i figli, la suocera, gli amanti e i tormenti di una coppia che a tutti sembra perfetta, troppo perfetta.
Tutto questo raccontato attraverso semplici dialoghi, silenzi e sguardi in un contesto di quattro stanze (e praticamente zero esterni) e mai, mai noioso.
Bergman al 100%, Liv Ullman e Erland Josephson perfetti. Capolavoro.
Forse il lavoro di Bergman più famoso in assoluto, quantomeno per il titolo diventato leggendario e ben noto anche a chi non lo ha mai visto. Due attori in scena, Liv Ullmann e Erland Josephson (magistrali) e un mare di parole. Noioso? Nossignore: la calma apparente con la quale il matrimonio "perfetto" tra Johan e Marianne si sgretola è qualcosa di inquietante. Possiamo sbirciare letteralmente dal buco della serratura e guardare (ed ascoltare) marito e moglie che si allontanano, un centimetro alla volta, per sempre... O no?
Pellicola assoluta e devastante sulla forza di un amore inquieto, terreno, imperfetto, infinito. Più forte delle distanze e delle diverse direzioni, irragionevole come un mucchio di parole che provano a sfiorarne il senso. In questo capolavoro di Bergman ce ne sono tante, tantissime. Ma non troppe, come tanti piccoli colpi di scalpello. Poca invece la varietà di inquadrature (incisivi i primi e primissimi piani) e due soli, bravissimi, attori, cui la psiche (di un dettaglio squisito) dei personaggi sembra cucita addosso. Eccola, la seconda parola di questo film; ed ecco il titolo che avrebbe dovuto avere: amore e psiche (mi perdonino lo scrittore latino Apuleio e il Canova).
MEMORABILE: Il finale, che non cito per non rovinare il gusto ad alcuno.
Come per pochi altri prodotti trasmessi in tv (vedi La meglio gioventù), "Scene da un matrimonio" rappresenta un sublime esempio di commistione con il cinema e ottimo veicolo per quelle persone che altrimenti non avrebbero conosciuto alcuni autori. Bergman riesce a realizzare un prodotto fruibilissimo e così azzeccato che ai tempi in cui venne mandato in onda ebbe un grande ascolto e sopratutto un alto gradimento. Supportato da una grandissima Liv Ullman e da un Josphson mai cosi in palla.
Inizialmente concepito come uno sceneggiato televisivo e successivamente "rimontato" per il cinema, Scene da un matrimonio è la storia di un rapporto coniugale che evolve nell'arco di 10 anni. Si tratta di una delle più profonde e incisive "vivisezioni" della coppia che affronta con la brutale forza delle parole il logorio di una relazione. Introspezione psicologica dei personaggi ai massimi livelli e grande prova di recitazione dei due attori protagonisti.
Il matrimonio di una coppia borghese vacilla e crolla inesorabile in sei episodi girati per la TV scandinava, poi compressi per il grande schermo. La regia, minimale e persino scarna nell’adeguarsi alla destinazione televisiva (assoluta linearità, fotografia austera, riprese in esterni per lo più a guisa di raccordo, nessuna colonna sonora), si concentra sulla scioltezza di dialoghi naturali e gravidi di tensione emotiva e primi piani che auscultano ogni moto interiore dei due impeccabili protagonisti: lo stile del Maestro si semplifica, ma non subisce alcuna intaccatura. Psic(analitico).
Come affiorano le inquietudini e le angosce in una coppia: questo è ciò che racconta Ingmar Bergman, prendendo a modello uno dei suoi autori preferiti ovvero August Strindberg. È veramente difficile dire chi sia più bravo fra Liv Ullmann ed Erland Josephson.
Raramente ho esordito parlando degli attori, ma cosa dire di Liv Ullmann in questo film? Difficile trovare parole per descrivere la sua bellezza e la sua grandezza: gli sketch di vita coniugale sono notevoli, intensi e incalzanti, dolci e crudeli, eleganti ed equilibrati, ma se anche così non fossero stati sarebbero bastati i primi piani sul suo volto a rendere il film imperdibile. Tanto che quando Josephson dedide di mollarla per la ragazzina si fatica a prenderlo sul serio. Cercando di essere oggettivi: film ottimo, Ullmann stratosferica.
La vita coniugale analizzata e sezionata ai raggi X. Una lunga carrellata, quasi un documentario, di tutte le sfaccettature di un matrimonio: dall'apparente armonia iniziale alle prime crisi, dai tradimenti al reciproco rinfacciarsi le incomprensioni affettive e sessuali, dal divorzio al ritorno. Il tutto prestando attenzione alle ripercussioni a livello psichico di entrambi. Interamente costruito su dialoghi intelligenti e arguti, è un film notevole di cui viene però difficile riproporsene un'altra visione. Per coppie sposate da anni. ***!
In apparenza una coppia perfetta, anche se la passione ormai è spenta. Ma poi lui confessa di essersi innamorato di un'altra e lei, dopo aver tentato di comportarsi in modo "ragionevole", si abbandona alla disperazione... Nell'arco di una decina di anni, la vivisezione di un matrimonio dalla routine alla rottura violenta alla formazione di due nuove famiglie. Format televisivo spoglio (niente colonna sonora, quasi assenti gli esterni) concentrato su dialoghi, corpi, volti. A fronteggiarsi, attori straordinari come Ullmann e Josephson, in piena sintonia con il regista. Impegnativo ma ripagante.
Coppia in crisi coniugale affronterà il divorzio. Film parlato (e discusso) frammentato in episodi per analizzare come cambia una relazione anche a distanza di anni. Confezione scarnissima incentrata sui volti dei due, permette alla Ullmann di sfoggiare la sua versatilità attoriale, specie nelle espressioni. Dialoghi diretti nella loro crudeltà anche a costo di apparire a volte forzati. Conclusione che realisticamente è difficile da immaginarsi, dopo vent'anni dall’inizio della relazione.
MEMORABILE: L’impaccio durante l’intervista; Il litigio della coppia di amici; La Ullmann insultata per l’uso metodico del sesso.
È necessaria una sceneggiatura straordinaria per non avere cali di ritmo in 167 minuti; se poi si aggiunge il fatto che si hanno due soli attori in scena per quasi tutta la durata del film e nessun esterno è chiaro che siamo di fronte a un miracolo di scrittura. Bergman disseziona in modo chirurgico un rapporto di coppia tossico, sadomasochistico, eppure a suo modo indissolubile; e lo fa con sguardo impietoso, quasi documentaristico. Allen ma anche Baumbach ringraziano, e non sono certo gli unici. Pietra miliare.
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HomevideoZender • 18/01/10 20:09 Capo scrivano - 47727 interventi
Queste sono vere disgrazie. Bisognerà fondare un centro per l'amorevole recupero delle colonne audio italiane d'epoca (CARCAIE).
Sebbene non segnalato adeguatamente sulla custodia il DVD BIM è un'edizione a doppio disco: contiene anche il film "Dopo la prova" del 1984 realizzato da Bergman per la TV e mai passato nelle sale.
DiscussioneRaremirko • 19/08/20 22:56 Call center Davinotti - 3862 interventi
Bergman al suo meglio; c'è anche una versione tv più lunga, che sarei curioso di vedere.
Attori stratosferici, dialoghi sempre perfetti (Bergman dava il meglio di sè nelle sceneggiature, del resto), grande stile in quella che è forse, tra le migliori se non la migliore rappresentazione della vita/crisi di coppia (Allen e Kubrick devono molto a questo).
Tra i migliori e più famosi film del genio svedese, in questo caso pure premiato al botteghino.