Note: È ora reperibile la versione integrale, che contiene la vendetta verso Finlayson, mancante in alcune copie. Aka "Gli allegri gemelli" o "Due allegri gemelli" o anche "I nostri parenti".
Film tutto giocato sul tema del doppio. Certo non uno dei parti migliori della coppia, ma si fa guardare piacevolmente. Come non ridere di fronte a scene come quella in cui Stanlio e Ollio, con i piedi nel cemento, rischiano di precipitare in acqua? La coppia poi riprende le gag di una vecchia comica (I due ammiragli).
Lungometraggio di Stanlio e Ollio, con due coppie di gemelli che ignorano d'essere nella stessa città. Stracco nel mettere a posto le carte, solo dopo mezzora (quasi a metà film!) il meccanismo comincia a farsi divertente, con le coppie stupefatte per essere scambiate per gli altri due. Purtroppo talora si scade nell'obsoleto torte-in-faccia. Qualche "tòpos" qua e là (Ollio che fa togliere a Stanlio il cappello, che lo rimprovera d'averlo ficcato nei guai...). Medio e nulla più. Sandford, anziché il poliziotto, stavolta fa il manigoldo.
Abbastanza deludente questo lungometraggio, con i nostri eroi che, pur facendosi in quattro (gemelli), non riescono a sollevare la pellicola da una generale mediocrità. Molte gag, nonostante il gioco del doppio (con inevitabili disguidi e fraintendimenti), non hanno la forza sufficiente per far sorridere, a parte poche eccezioni (il guardare nel buco e i due coi piedi nel cemento, che quando oscillano sembrano giocatori del subbuteo). Entrambi sono in discreta forma, ma la sceneggiatura li aiuta veramente poco. Vedibile e nulla più.
MEMORABILE: Stanlio, dopo aver fatto uno dei suoi discorsi, conclude con: “Dico bene, o dico giusto?”.
I nostri eroi si sdoppiano, dando vita a due coppie diversissime per carattere, che vengono ovviamente coinvolte in numerosi equivoci che costituiscono il cuore del film. Considerato uno dei classici della coppia Laurel & Hardy, il film è meno divertente di altri, ma rappresenta tuttavia un'occasione per valutare la grandissima classe di due vere e proprie colonne del cinema di tutti i tempi.
Classica commedia degli equivoci che però stenta a decollare: la sceneggiatura impastoia la storia facendole perdere fluidità e, quel che è peggio, vis comica. Qua e là compare qualche gag carina (il tormentone della parola all'unisono con conseguente flic-floc, o in tre nella cabina telefonica), ma è solo sul finale, quando esplode il carosello delle sovrapposizioni gemellari tra la coppia borghese e la coppia di marinai, che il film ingrana regalandoci qualche risata, culminante nella scena dei piedi di Stanlio e Ollio nel cemento.
Tra i migliori lungometraggi del monumentale duo. Laurel & Hardy qui si sdoppiano nei rispettivi gemelli, in un allucinante crescendo catastrofico di equivoci e (ovviamente) scambi di persona, alle prese con marinai trafficoni, malviventi, donnine facili, le “solite” mogli-padrone e un Finlayson scatenato e protagonista come non mai. Lo slapstick si sposa alla frenesia screwball e il ritmo è vertiginoso tanto che a tratti (tutta la parte nel night) quasi si fatica a star dietro al susseguirsi di gag e scambi.
MEMORABILE: Nella cabina telefonica; L’accanimento con mostarda e accendisigari sull’impassibile Finlayson; Laurel & Hardy “oscillanti” con i piedi nel cemento.
Buona sceneggiatura che mette in parallelo le vite completamente diverse di Stanlio e Ollio e dei loro gemelli, facendo irrompere di volta in volta la coppia sbagliata nella vita sbagliata, con conseguenze esilaranti. Le mogli sono contrapposte alle allegre donnine e tutti coloro che gravitano attorno ai quattro gemelli, che a volte si sfiorano senza saperlo, sono coinvolti nel giro di fraintendimenti ed equivoci. Stan continua a dare idee bislacche a Oliver che finisce sempre per accettarle: è una delle caratteristiche della grande coppia.
Uno dei migliori lunghi della coppia. Con l'introduzione dei gemelli danno vita a una girandola di equivoci da commedia classica davvero divertenti, con un ritmo veloce che nella seconda parte si fa scatenato e permette ai due di costruire gag a raffica, quasi tutte riuscite. Importante lo stuolo di caratteristi impiegato: dal classico ubriacone a un Finlayson in gran forma, da Toler (pre-Chan) a Hale. La sceneggiatura sa inventare anche alcuni simpatici tormentoni verbali e il finale è davvero un classico (ripreso nelle nuove comiche).
Laurel & Hardy si sdoppiano per una commedia degli equivoci basata sul tema del “doppio”, dai meccanismi ben oleati, anche se qua e là si percepiscono una certa ripetitività, qualche inverosimiglianza e alcune cadute di ritmo, con alcune gag troppo lunghe. Le situazioni comiche, come d'abitudine, abbondano, ma il vero punto di forza del film sono i dialoghi, ricchi di strafalcioni e giochi di parole.
MEMORABILE: La colazione a casa di Ollio; La birreria; I piedi nel cemento.
Stanlio e Ollio hanno due fratelli gemelli, che non sono affatto più svegli; i quattro daranno vita a molti equivoci, soprattutto con le mogli, ma anche con altri personaggi, tra i quali ancora una volta James Finlayson e l'ubriacone Arthur Housman. La divertente chiusa finale è emblematica di una frase detta da Oliver Hardy: “...C'è sempre uno stupido al quale non accade mai niente e un furbo che in realtà è il più stupido di tutti, solo che non lo sa”. Il doppiaggio di Giorgio Ariani e Enzo Garinei non è il massimo.
Pellicola del duo Laurel e Hardy che sa essere godibile a fasi alterne. Spesso ripetitiva, con gag oramai viste e straviste che però funzionano meglio nella seconda mezz’ora, che risulta essere più briosa. La loro professionalità non si discute ma si nota che non raggiungono i vertici a cui ci hanno abituati. Cast di contorno discreto, con il solito Finlayson a primeggiare.
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Esiste una versione piu' lunga della "tortura" di Finlayson nel bar.
Essa e' scomparsa da tutte le copie trasmesse di recente (sia quella rai,sia quella mediaset)
e allunga la scena di circa un minuto.
Venne distribuita muta in alcune pizze da mettere dentro un distributore per bambini negli anni 60' circa.