9. Tuttototò: Premio Nobel - Corto (1967)

9. Tuttototò: Premio Nobel
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1967
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)
Note: Telefilm di 50 minuti della serie "Tuttototò".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Lo sketch del vagone letto è forse in assoluto il più celebre, nella carriera di Totò. Scritto da Michele Galdieri (che compare infatti anche qui tra gli sceneggiatori) e proposto più volte ai tempi della rivista, è stato poi ripreso ben due volte al cinema: la prima in TOTO’ A PARIGI, la seconda in TOTO’ A COLORI (i cui intenti antologici andavano più o meno nella stessa direzione di questa serie televisiva). Naturale che non potesse mancare, quando si decise di inserire in TUTTOTOTO’ molti dei suoi cavalli di battaglia. PREMIO NOBEL in pratica, escluso il divertente quarto...Leggi tutto d'ora iniziale e il breve epilogo, è occupato completamente dal famoso sketch, animato come quasi sempre dall'immancabile Mario Castellani nel ruolo dell'onorevole Cosimo Trombetta. Con Sandra Milo a sostituire Isa Barzizza ed Enzo Turco a fare il capotreno il quadro è completo e le risate garantite. A dire il vero comunque si era cominciato perfino meglio, con Corrado (il presentatore) a intervistare per Tv7 il futuro premio Nobel Serafino Bolletta (Totò). Quando in casa Totò mostra le sue folli invenzioni a Corrado descrivendo un complicatissimo sistema per uccidere di stenti un'unica pulce non si può che rimanere estasiati di fronte all'arte improvvisativa di un genio comico senza eguali. In apertura è simpatico Corrado quando intervista divertito i vicini di casa, i negozianti creditori che per il loro cliente sognano il Nobel per poter finalmente riscuotere il denaro per il quale avevano ormai perso ogni speranza. Detto dello scontato epilogo a Stoccolma con la premiazione, abbiamo in pratica uno sketch visto mille volte in una variante inutile.

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Undying 28/05/08 20:39 - 3807 commenti

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Dignitoso episodio conclusivo. Ritorna, nella seconda parte del telefilm, una delle più celebri sequenze proposte al cinema da Totò: quella del vagone letto (Totò a Colori, Totò a Parigi). Risultato finale soddisfacente più che altro per curiosità filologica, dato che all'inizio dell'episodio compare il celebre presentatore televisivo, Corrado, nei panni di se stesso. Piacevole anche il ruolo da svampita di una giovanissima (quindi irriconoscibile) Sandra Milo.
MEMORABILE: le perifrasi sul nome di Corrado e le anghèrie al povero compagno di viaggio (Mario Castellani)

Smoker85 16/07/10 01:01 - 487 commenti

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Uno dei migliori episodi del telefilm. Non solo il celebre sketch del wagon-lit, ma anche l'irresistibile duetto con Corrado (detto "lo Scognomato") e il diverbio con un'altra spalla di lusso quale Enzo Turco rendono gradevole la storiella, che scade un po' nel finale.
MEMORABILE: L'intervista del prof. Bolletta che alla fine esaspera Corrado.

Minitina80 16/04/15 15:57 - 2980 commenti

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Tra tutti gli episodi è forse il più superfluo e inutile, data l’inconsistenza dei contenuti. I primi minuti Totò è impegnato in un duetto con il presentatore Corrado dove non si ride e c’è ben poco di interessante. Per il resto viene riproposto, praticamente identico, lo sketch del treno, insieme con Castellani, già visto in Totò a colori. Si poteva fare a meno.

Gabrius79 20/07/16 21:00 - 1420 commenti

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Episodio di TuttoTotò non particolarmente esaltante ma che regala comunque qualche momento piacevole grazie al rifacimento del celebre sketch del wagon lit assieme alla spalla di Totò per eccellenza, ossia Mario Castellani. Gradite presenze di Corrado e di una ammaliante e svampita Sandra Milo.

Panza 29/06/19 14:28 - 1834 commenti

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Uno sketch intorno al quale si crea una trama che sia sufficiente a raggiungere la durata di cinquanta minuti; peccato che gli equivoci e gli impacci verbali di Totò risultino poco divertenti, mentre la conclusione e le interviste iniziali sono solo aggiunte esornative. Corrado si presta al gioco, come accaduto per altre guest star, mentre Castellani adempie con mestiere al compito di spalla, ma sono proprio le battute a non lasciare il segno (se ne salvano poche, che comunque strappano solamente un sorriso).

Rambo90 5/04/20 09:54 - 7679 commenti

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Conclusione degna della serie. La prima parte con il duetto con Corrado già non è male, ma ovviamente il meglio arriva con la riproposizione dello sketch del vagone letto, tra l'altro molto più lungo rispetto a quello celebre di Totò a colori. Qui Totò e Castellani dimostrano di essere ancora perfetti e a ritmo come un tempo, nonostante la presenza stonata della Milo e una regia molto scadente rispetto a quella di Steno. Finale un po' sciapo ma nel complesso risate assicurate.

Pigro 8/03/21 10:17 - 9636 commenti

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Finisce in bellezza l’omaggio tv a Totò, se non per la qualità complessiva dell’opera (data la pretestuosità narrativa e la qualità tecnica, nonostante come operatore ci sia, come in tutta la serie, uno Storaro principiante), perlomeno perché si limita a proporre due sketch di un certo respiro (e divertimento): l’improbabile inventore aggiudicatario nientemeno che di premio Nobel, e l’irresistibile scena del vagone letto, già superlativa (e perciò, a rigore, superflua) in Totò a Parigi e Totò a colori. Comunque piacevole.

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  • Curiosità Undying • 28/05/08 20:47
    Risorse umane - 7574 interventi
    Episodio conclusivo del ciclo Tuttototò, venne trasmesso il 6 Luglio 1967.

    Strutturato in due parti, il telefilm propone il celebre presentatore Corrado nei panni di se stesso, incaricato d'intervistare un eccentrico professore (Severino Bolletta) destinato all'attribuzione del Premio Nobel.

    La seconda parte è impostata sulla (più volte ripetuta) sequenza del vagone letto, vista in un paio di titoli (Totò a Colori e Totò a Parigi), ma nata per la regia (teatrale) di Michele Galdieri in occasione dello spettacolo di rivista (nel quale fiancheggiava Totò la brava Isa barzizza) dal titolo C'era una Volta il Mondo.
  • Discussione Enricottta • 6/09/09 20:28
    Magazziniere - 81 interventi
    Si narra che la durata del monologo del vagone letto aumentasse di rappresentazione in rappresentazione,e che il buon Castellani avesse il suo daffare per stargli dietro