Il più grande amatore del mondo - Film (1977)

Il più grande amatore del mondo
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The World’s Greatest Lover
Anno: 1977
Genere: comico (colore)

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Gene Wilder, qui regista e sceneggiatore unico, per questo suo ritorno alla Hollywood degli Anni Venti tenta la via di una comicità quasi sperimentale, che affoga nel nonsense creando frequenti motivi di imbarazzo fin da subito, quando si riassumono le disavventure lavorative del protagonista (sempre Wilder) in catena di montaggio con accelerazioni in fast motion davvero fuori tempo massimo. Omaggi, certo, che però si associano a un umorismo dai tocchi larvatamente surreali che fa sovente cascare le braccia, come se la concezione di Wilder della comicità fosse lontana dal comune sentire, un percorso personalissimo che inciampa senza sosta in pause, battute che non sanno dove andare...Leggi tutto a parare o insensatezze che sembrano unicamente frutto dell'estro del momento, quasi a voler improvvisare: "E qui cosa ci potrei infilare, per stupire qualcuno?". La storia prende il via negli studios della Arcobaleno, dove il gran padrone della stessa (DeLuise) medita di lanciare sul mercato un attore in grado di controbattere il successo che sta ottenendo Rodolfo Valentino. Per questo indice un concorso che attraverso alcuni provini dovrà incoronare il nuovo aspirante idolo del gentil sesso. Chissà perché lo strampalato Rudy Valentine (Wilder), bizzarro personaggio sposato alla mite Annie (Kane) e che specialmente quando è sotto stress soffre di diversi tic (tira fuori la lingua, viene colpito da raucedine e s'incarta con le parole senza accorgersene), pensa di essere la persona giusta e con la moglie prende il treno per Los Angeles. Lei però, come tutte le donne dell'epoca, sogna di incontrare il vero Valentino (e qui, sarà per l'espressione smarrita e spaurita, sarà per il costume da sceicco del suo amore segreto, agli italiani non potrà che ricordare la Brunella Bovo del classico di Fellini con Sordi). Una volta a Hollywood Annie comincerà una sorta di avventura parallela a quella del marito, convinto delle sue chance di rappresentare il nuovo grande idolo del cinema (muto) sentimentale. Al di là di una trama pretestuosa, semplice terreno per una serie di gag e situazioni sempre in disgraziato bilico tra il raffinato e la peggior farsa, colpiscono la pretesa di far ridere con sketch che non tengono minimamente conto dei tempi comici e il ricorso alla sguaiatezza come valore, cui si aggiungono talvolta scambi a base di giochi di parole intraducibili, prolungati primi piani sullo sguardo allucinato di un Wilder che sbarra gli occhi e gag prolungate oltre il lecito: si pensi a quella del rubinetto della vasca lasciato aperto in albergo o all'equivoco in treno che porta Rudy a scambiare ripetutamente - causa identico scialle - sua moglie con un uomo baffuto seduto loro accanto. Di qualità la ricostruzione d'epoca, di livello la recitazione, ma ad apparire del tutto fuori giri sono sceneggiatura e regia, prigioniere di un'operazione forse ambiziosa ma che può lasciare infastiditi più d'uno per il gusto comico discutibile: frasi sconnesse, nonsense poco (o per nulla) divertenti, gag elementari protratte senza logica, pause infinite, riempitivi, trovate accennate lasciate poi cadere nel nulla (tutti i tic di Rudy)... Interminabile.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/06/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/02/21
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B. Legnani 22/06/07 15:39 - 5530 commenti

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Non particolarmente riuscito, questo film che vede Gene Wilder nelle vesti di produttore, soggettista, sceneggiatore, regista e attore. Buono lo spunto (lui si chiama Rudy Valentine, ma la moglie è infatuata di Rodolfo Valentino). Funziona il primo tempo, quando il protagonista passa fantozzianamente attraverso varie catastrofi, ma perde ritmo e coinvolgimento quando va a partecipare al concorso per “Grande Amatore”.

Skinner 21/12/09 22:08 - 592 commenti

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A me piace tantissimo. Non sarà un capolavoro ma riesce a mio parere egregiamente a far convivere una commedia spassosa e ben scritta con un intelligente citazionismo e qualche ambizione. Fa ridere e non con battute estemporanee ma con gag studiate con cura. Superiore alle altre regie di Wilder. Esileranti tutti gli interventi di DeLuise, molto brava la Kane.

Stefania 12/02/11 23:40 - 1599 commenti

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Film comico felicemente riuscito, un meccanismo semplice, ingredienti efficaci: due provinciali ad Hollywood, la chimera del successo, l'emulazione del mito, equivoci e scambi di persona... si ride di gusto, e la Mecca del Cinema dei ruggenti Anni Venti è ottimamente ricostruita anche attraverso un bell'apparato scenografico. Wilder evidentemente molto coinvolto ed ispirato, adorabile Carol Kane.

Daniela 30/07/14 07:54 - 12660 commenti

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A distanza di due anni dal fratello più furbo, Wilder dirige nuovamente se stesso alle prese con un altro mito, questa volta cinematografico, narrando la scalata al successo del nevrotico Rudy Valentine. Il risultato è inferiore al precedente film, amabile anche se non troppo riuscito, e ciò non soltanto per via di un ritmo a singhiozzo e personaggi di contorno troppo grotteschi. Nelle parodie, Wilder funziona meglio in coppia e qui non ha a fianco Feldman, Mostel o Pryor. Carol Kane è una graziosa sposina di felliniana memoria.

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