Il romanzo di Mildred - Film (1945)

Il romanzo di Mildred
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/05/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 27/05/07 18:46 - 3015 commenti

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Mildred ha avuto un'esistenza jellatissima; pianta il marito, si fa un mazzo forsennato e apre un ristorante a Hollywood, tutto per le due figliole. Impalma uno della buona società, ma... Cupissimo drammone con venature noir, tratto da un romanzo di James M. Cain, un grande feeling col cinema. Circondata da personaggi di rara odiosità (e un filino poco credibili, tanto alcuni sono caricati), una monumentale Joan Crawford solca il film con la sua maschera inconfondibile. Non male.

Galbo 22/06/08 07:35 - 12380 commenti

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Solido melodramma con venature noir diretto dal bravo Michael Curtiz, Il romanzo di Mildred è il tipico prodotto hollywodiano realizzato (a partire dal romanzo omonimo) con grandissima personalità a partire dalla sceneggiatura avvincente (sebbene con punte di esagerazione), una notevole cura per le ambientazioni e un validissimo cast dominato dalla forte ed istrionica personalità della grande Joan Crawford circondata da ottimi colleghi come Ann Blyth nei panni della figlia sanguisuga e profittatrice.

Maineng 29/07/08 18:31 - 100 commenti

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Un vero e proprio romanzo in versione cinematografica con una storia di tenacia portata avanti da una donna che vuole vincere per se stessa ma soprattutto per la figlia. Le delusioni per una posizione raggiunta a caro prezzo che non porta le soddisfazioni sperate. Curtiz maestro nel dirigere questa pellicola, nella caratterizzazione dei personaggi. Una Joan Crawford all'apice del (meritato) successo in un ruolo assolutamente perfetto per il suo stile recitativo: Mildred, donna risoluta che non può opporsi al destino. Successo all'epoca nelle sale.
MEMORABILE: Mildred che scopre marito e figlia che si baciano. Un momento in cui si percepisce la delusione di una donna impreparata a tale visione!

Undying 11/04/09 12:48 - 3807 commenti

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Una bella carogna Veda Pierce, la protagonista del film, dotata dei lineamenti di Ann Blyth. Porta una rosa al collo e vezzosi fiori-fermaglio tra i capelli con margherite che le donano un'aria di virginale e pura (nonché innocente) bellezza. In realtà - a dimostrazione che l'abito non fa il monaco e che l'apparenza inganna - è un concentrato di avidità, egoismo e cattiveria. Notevole noir ben diretto da Curtiz che nel 1945 è valso l'Oscar a Joan Crawford quale miglior attrice (nei panni della signora Mildred, "protettiva" e, al medesimo tempo, succube madre di Veda).

Cotola 17/08/09 22:46 - 9010 commenti

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In perfetto bilico tra melodramma e noir, Curtiz gira una pellicola dai risultati eccelsi sotto ogni punto di vista. Ottima la tecnica così come pure la sceneggiatura, che regala moltissime emozioni e "disegna" due grandi personaggi: quello della madre e quello gelido e cattivo fino al midollo della figlia. Immensa la Crawford che giganteggia sul resto di un cast in buona forma. Impossibile perderlo.

R.f.e. 19/08/09 18:19 - 816 commenti

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Tratto dal romanzo "Mildred Pierce" (1941) di James M. Cain (lo stesso autore di "Il postino suona sempre due volte" e "La fiamma del peccato") è uno straordinario melodramma, benissimo diretto dal solido Curtiz. Ottima Joan Crawford e il diavoletto dai lineamenti angelici Ann Blyth, una lolita davvero malefica, quasi un'anticipazione dell'ancor più giovane ragazzina diabolica di un successivo film di LeRoy, Il giglio nero (1956). Un classico, che deve ancora avere una bella edizione italiana in dvd (confidiamo nella Flamingo/Teodora...).

Rebis 31/08/09 21:11 - 2332 commenti

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Zone d’ombra nell’imprenditorialità femminile ai tempi della guerra: Mildred Pierce, vittima e carnefice, forgia e piega il suo destino allo sguardo giudice di una figlia immeritevole d’amore. Un corposo melodrammone ben piazzato da Curtiz nei torbidi del noir, per il quale la Crawford implorò l’Oscar – e l’ottenne – malgrado non fosse stata più abbastanza giovane per interpretare la figlia diabolica e virginale (ma Ann Blyth serve comunque un’urticante servizio). Ossessioni ed isterie a rischio d’incesto – mai dichiarato – ed emancipazione sul filo incandescente del lesbismo. Appassionante.
MEMORABILE: Il fulminante incipit.

Daniela 27/11/14 11:59 - 12625 commenti

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Nell'America degli anni '30, Mildred Pierce, dopo essere rimasta sola, lavora duramente per garantire un futuro migliore alle due figlie, soprattutto alla maggiore, amatissima e viziata, che si rivelerà una vera serpe in seno... Da uno dei più noti romanzi del benemerito Cain, un turgido melodramma sull'emancipazione femminile e sulla cecità dell'amore materno, ben diretto dallo specialista Curtiz, interpretato da una Crawford memorabile, al culmine della carriera, ben affiancata dal resto del cast, con nota di merito per Blyth, faccino angelico e animo falso come un dollaro bucato.

Siska80 2/08/20 20:07 - 3738 commenti

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Titolo italiano esplicativo: le vicende della protagonista hanno un'origine palesemente romanzesca; troppi fatti e personaggi contorti, il dramma si mescola col noir ma, proprio sul più bello, giunge una conclusione "circolare" totalmente fuori luogo. Mildred, se possibile, è ancora più inquietante della figlia egoista e priva di scrupoli: legata visceralmente alla primogenita (tanto che la morte dell'altra passa quasi sotto silenzio), arriva a gesti estremi pur di compiacerla. Grande prova attoriale della Crawford, che giustamente vinse l'Oscar, buono il resto del cast.

Fedeerra 24/08/20 23:32 - 770 commenti

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Melò cupissimo e permeato da una suspense estremamente possente. Grandissima prova attoriale da parte di Joan Crawford, accompagnata dalle altrettanto brave Ann Blyth e Eve Arden (la prima si è portata a casa l’Oscar e le altre due la nomination). Praticamente un gineceo di stelle hollywoodiane, impresse sullo schermo dall’abile regia di Michael Curtz e impreziosite dalla tagliente fotografia di Ernest Haller. Bellissimo.

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Anthonyvm 18/02/21 16:06 - 5640 commenti

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Partenza in pienissimo stile noir, con omicidio e conseguente flashback, poi l'azione si assesta su binari più marcatamente drammatici, con la travagliata storia familiare e lavorativa della self-made woman del titolo (la sempre meravigliosa Joan Crawford in una performance encomiabile, anche se forse non più meritevole di un Oscar rispetto ad altre), in una corsa all'affermazione economica che condurrà a un progressivo impoverimento morale (magnificamente impersonato dalla stomachevole viziatella Ann Blyth). Un paio di dialoghi stucchevoli se non naif, ma regia e b/w inappuntabili.
MEMORABILE: La mortale raffica di colpi all'inizio; La reazione non proprio struggente della Crawford dopo un grave lutto; Gli schiaffi della figlia sulla madre.
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