Eugenie, figliastra di uno studioso d'erotismo, diventa sua amante e complice in una serie di gratuiti delitti... Libri del Divin Marchese alla mano, e budget all'osso, zio Jess propone una curiosa storia di amour fou, che si regge tutta sul misterioso, abbacinante magnetismo della splendida e sfortunata Soledad Miranda, filmata (nudissima) con vero amore. Tutto il resto (i deliranti dialoghi ripresi letteralmente da Sade, la trama banalotta, la bellissima colonna sonora di Bruno Nicolai) è orpello. Da amare.
MEMORABILE: "C'è modo di fare qualche posa sadica?"
Ottima opera di Franco, considerata da molti il suo capolavoro (non da me, che gli preferisco Venus In Furs), con la bellissima Soledad Miranda e l'ottimo Paul Muller che in un ruolo da protagonista mostra tutta la sua bravura. Anche Franco ha un ruolo importante; cameo dell'habituè franchiana Alice Arno. Poetico e macabro. Indispensabile il tema musicale di Nicolai (dolce nelle scene con soledad e pieno di tensione negli omicidi), parzialmente riciclato in La Coda Dello Scorpione.
Scritto in sei giorni - nell'anno di (dis)grazia 1788 - Eugenie Depranval rappresenta un classico della depravazione sadiana, con disagevoli risvolti incestuosi non meno disturbanti del contenuto filosofico di De Sade (la sofferenza partorita dal piacere e/o viceversa). Franco, qui ispirato come poche altre volte, avvantaggiato da un piacente e prestante Soledad Miranda (alla quale, inevitabilmente, spetta il ruolo della castigata, in tal caso dal patrigno cui presta corpo l'adatto Paul Muller) sviluppa un film complesso e avvincente, destinato a traghettarci al di là del Bene e del Male.
MEMORABILE: La coppia criminale finge di realizzare foto erotiche a carattere sadico, ma finisce per strangolare la modella facendo uso di una bizzarra gogna ...
Considerata una delle opere migliori di Franco, ritengo che fallisca proprio nel punto in cui si doveva ritenere più "trasgressiva", ovvero il rapporto incestuoso tra figlia e patrigno. Tra i due la tensione erotica si mantiene solo nella parte iniziale, per poi disperdersi nel nulla una volta cominciata la loro complicità. Soledad Miranda è sicuramente affascinante, ma la coppia con Muller sembra non funzionare. Dal punto di vista registico è effettivamente molto curato, ma poco efficace.
Gli omicidi - applicazione criminale delle teorie sadiane e scaturigine della passione morbosa tra figlia e patrigno - si consumano nel contrasto tra esterni plumbei e innevati ed esterni caldi ed eleganti; tale immobilismo narrativo si increspa in dirittura d’arrivo, quando un rapido sguardo alla realtà del tempo – l’incontro con il musicista cheguevariano – fa esplodere la tragedia familiare. La Miranda, scalza e in succinti abitini oppure in nudi integrali, è una vittima/carnefice che paralizza con la sua carica erotica colma d’innocenza e dolcezza, così come di malizia e perversione.
MEMORABILE: La Miranda rannicchiata sulle poltrone; il giornalista (un bisunto Franco) che con ridicola serietà dibatte sul tema del sadismo.
Porta il nome di Sade ma la trama sfiora appena le tematiche del nobile e sadico scrittore francese. Della sua filosofia c'è ben poco se non nelle tematiche incestuose e criminali. Non è la scuola del libertinaggio che viene impartita a Eugenie nella filosofia del Boudoir (opera teatrale del marchese), forse mai portata fedelmente sullo schermo. Il film è un thriller erotico settantiano. Ambientazioni affascinanti (tipiche nei film di Franco), nordiche in inverno con attori ben scelti. Il sangue è troppo finto.
Legata da un rapporto incestuoso e viscerale al padre, una ragazza diventa adulta abbracciando il sadismo e la perversione trasmesse dal genitore, all'unisono con questi in un rapporto morboso e deviante. Il film, dall'argomento non adatto a tutti, ha dalla sua una resa filmica eccellente, con colori vividi, delle ambientazioni estere degne di nota e una colonna sonora del maestro Nicolai, adattissima a dar forza alle immagini. Tra i migliori lavori di Franco. Da non perdere.
Un esasperato viaggio attraverso il potere destabilizzante della letteratura. Abel Ferrara deve probabilmente aver visto il film dato che ne L'angelo della vendetta (altra opera ai limiti del pulp) pare citare apertamente la scena del primo omicidio invertendo le parti ma lasciando intatto il discorso sul potere voyeuristico insito nella fotografia. Per il resto il film è dominato dal duo Paul Muller (futuro Visconte Cobram) e Soledad Miranda, qui mai così sensualmente affascinante e al massimo del suo splendore decadente. Un must per gli amanti dei Seventies.
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Devo dire che mi fa uno strano effetto vedere un buon film dello zio Jess doppiato come si deve in italiano,da una buona compagnia come la CD.
Purtroppo i film ben doppiati in italiano di Jess sono davvero pochi...
Ciavazzaro ebbe a dire: Anche questo film franchiano esce nuovamente in dvd per la Another World Sicuro sia questo e non De Sade 70 (ovvero Eugenie... story of her journey into perversion)?
Ad ogni modo l'edizione dvd migliore è la Blue Underground, intergale, ottimamente restaurata, audio inglese e francese con sub inglesi e intervistina a Franco.
Paul Muller - celebre attore svizzero destinato a ruoli infelici attribuitigli per gli ultimi (bruttissimi) horror nostrani - in questo caso presta dignitosamente (e indovinatamente) il suo volto alla figura di un novello De Sade contemporaneo, violento patrigno (vittima una seràfica, ma sessualmente invitante Soledad Miranda) alla ricerca di emozioni forti.
In questo dialogo, di certo interesse e di raro tenore nella filmografia franchiana, sta racchiusa tutta la filosofia della crudeltà, prospettata dal novello De Sade con lucida (pur maligna) coscienza:
"... siamo dei perversi e dei viziosi, questi amici hanno per ideale la loro insaziabile lussuria, per legge la loro depravazione e per freno la loro sregolatezza ..."