"Gluteologico" e continuamente sospeso tra piacere carnale e sensi di colpa, è un bel saggio del particolare stile registico di Liverani, molto coreografico, teatrale, ironico, satirico, con frequente accompagnamento musicale. Splendide la Brochard e soprattutto la Guida, che offre generosamente il suo irresistibile "solco di pesca" (e tutto il resto...); memorabile Cigoli nei panni del prete non troppo casto.
MEMORABILE: La grottesca sequenza del teatro d'avanguardia, tratta da uno spettacolo di Quadrucci e Camilleri.
Maurizio Liverani, alla seconda (e ultima) regia, mette in essere un "suicidio artistico". Regista colto, intellettuale ed estraneo alla -apertis verbis- "volgarità". Così, mentre il tema erotico viene messo alla berlina, l'ilarità si ammanta di toni bassi (stonati) e alti (nelle corde dell'autore). Il "solco di pesca" che più viene assaporato, scrutato, rapito dall'obiettivo è quello della bionda (ma dal pelo nero) ventunenne (all'epoca) Gloria Guida, in grado di mettere in fila una lunga serie di méntule erette...
Pretenzioso, ma anche più tedioso che pretenzioso. Occorre sopportare frasi come "Da quando mi hanno tolto le tonsille non ti amo più" (poteva forse dirlo la Lovelace...) o dialoghi tipo "Non è ancora sazio?" "Civis romanus sum!". Lo si guarda fino in fondo, nonostante l'inespressività di Alberto Terracina, grazie alle fantastiche grazie della Guida (qui demi vierge) e alla ancor più fantastica voce del grandissimo Emilio Cigoli, zio prete! Tutto il resto è noia.
MEMORABILE: Ogni apparizione di Cigoli: con quella voce, può dire quel che vuole.
Velleitario saggio sulla pigofilia e sul senso di colpa generato dalla trasgressione, fino ad una scelta radicale. Grandi ambizioni (mal riposte, però) per Liverani, che infarcisce la pellicola di riferimenti colti troppo abbandonati a loro stessi per non cadere nel fuori luogo. Il film, per giunta, è interpretato dalla coppia Terracina-Brochard che non brilla per le doti interpretative; non brilla neanche la Guida, ma è splendida e ci si può passare sopra. In definitiva, una noia mortale.
Noioso quanto basta per fermare il dvd dopo pochi minuti. Tuttavia, stoicamente e anche masochisticamente, lo si può guardare. La bella Guida con una conturbante guêpière nera da me tanto apprezzata, fa alzare d'un punto la pellicola. È chiaro che senza quella meravigliosa presenza Il solco di pesca sarebbe da considerarsi estremamente mediocre (cosa che in effetti è). Dialoghi fintamente colti e con citazioni da incarto di cioccolatino, tanto per giustificare la bella inquadratura d'un deretano femminile... ma bastava? Nei meravigliosi Anni Settanta sì.
Difficile arte è il parlar d'amore, figuriamoci di erotismo. Evitando accuratamente tematiche alla Impero dei sensi, sconfinamenti noir alla Baise moi o pecorecci d'antan, l'unico tentativo "sano" di trattare l'erotismo in penna d'oca. Il solco di pesca è l'assoluto oggetto del desiderio, le due attrici del film Brochard e Guida le degne rappresentanti. Il lessico usato, forse affettato e anacronistico, appesantisce il tutto ma, per me, rappresenta il vero punto di forza. La mèntula, signori.
Il tono leggero è l'unica cosa che ho apprezzato, impedisce di far cadere tutto in volgarità. Trattasi di un film-omaggio al deretano, descritto sempre con toni lievi. Un amore per il fondoschiena che prevarica l'inesistente sceneggiatura. Si dribblano quindi cadute di tono e facili battute, ma il senso di tutto ciò qual è? Un'operazione come questa troverà estimatori solo tra i voyeur. Ancora una volta tanta pellicola sprecata...
Forse Liverani voleva dire qualcosa che non fosse incentrato solo sul solco di pesca (omaggio a una delle parti anatomiche femminili più importanti, usata e messa in mostra come arma di seduzione), ma se così è non l'ho capito. Tra citazioni (fino alla fine), ambienti monastici (dove viene coinvolto anche Emilio Cigoli, unica presenza simpatica maschile), commedie d'avanguardia e deflorazioni rituali, il caos è totale. La Brochard si mostra con parsimonia, la Guida rimedia alla grande e si merita l'esclamativo.
Erotico-grottesco malamente rovinato, tra l'altro, dall'accozzaglia di citazioni "colte" (o pseudo-tali) presenti nei dialoghi (da soli sull'onda del senza senso). Come dire che è tutto troppo parlato; sarebbe bastato sfoltire e preferire le immagini alla scrittura per farne un film a suo modo curioso, strano e interessante. Così come ci è stato consegnato è un prodotto per cultori della sbarazzina Gloria Guida e quasi (mi riferisco alla Brochard), niente di più.
MEMORABILE: "Dopo i trent'anni si perdono neuroni ma gli artisti acquistano in neutroni" (il marito della Brochard).
Curioso elogio del deretano femminile (Cigoli parla addirittura con quello della Brochard) diviso tra un immaginario a livello di commedia sexy e dialoghi che vorrebbero essere alti e citazionisti ma che risultano assurdamente stonati, in siffatto contesto (così come le parti del teatro). Alla lunga annoia abbastanza, vuoi perché i personaggi sono poco più che macchiette senza spessore, vuoi perché è decisamente troppo parlato. Si salva un minimo per le grazie delle attrici e per il bizzarro prete di Cigoli: per il resto il film è pretenzioso e il cast lascia abbastanza a desiderare.
Perché tanta prosopopea in un film erotico, in cui bastano pochi ingredienti perché funzioni? Film di una noia rara, praticamente senza trama, infarcito di citazioni colte che non hanno nessun senso, in un simile contesto. Forse il regista voleva mostrarci quanto è erudito, ma sarebbe stato meglio farlo altrove e dedicarsi di più ad un film che non ha storia, non ha senso, non ha nulla. Gloria Guida è uno splendore, ma prima di poterla apprezzare alcuni spettatori avranno già cambiato film e altri si saranno già addormentati. Inutile e spocchioso.
Film dalle grandi ambizioni intellettuali e di polemica politico sociale che sfocia però in un guazzabuglio noioso e poco comprensibile, sprecando anche le indubbie grazie delle due signore nei ruoli principali e fa impressione vedere Emilio Cigoli (la voce di John Wayne) relegato in un ruolo di prelato non troppo intelligente. Un film mancato sotto ogni punto di vista.
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Zender mi perdonerà l'epiteto colorito, ma rende bene l'idea e poi è presente sul dizionario italiano. :)
DiscussioneZender • 1/02/15 17:08 Capo scrivano - 47728 interventi
Lucius, sul dizionario trovi tutte le parolacce di questo mondo o quasi, quindi la cosa non fa proprio testo; sempre meglio dire la stessa cosa con altre parole. Anche perché non capisco: apri dicendo che hai apprezzato il tono leggero e l'assenza di volgarità e poi attacchi tu? Mi pare un controsenso...
Una cosa è girare un film, una cosa è commentarlo.Anche Benigni (premio oscar) ogni tanto le usa, nel contesto giusto servono a rendere bene l'idea, ma se proprio non lo tolleri, fai tu.
DiscussioneZender • 1/02/15 17:27 Capo scrivano - 47728 interventi
Benigni è un comico e i comici si sa che ne han bisogno spesso e volentieri ed è pur vero che servono a rendere l'idea. Non è poi che se un premio Oscar spara cento parolacce in sequenza la cosa cambia niente, a noi... Certo che commentare è diverso, ma dire che apprezzi l'assenza di volgarità e poi cominciare tu stride comunque non poco. L'idea la rendi con qualsiasi sinonimo, sempre la stessa cosa è... Non dico che ogni tanto non si possa fare, ma francamente mi sembra una frase che messa così può star bene per un film alla Tinto Brass, per i motivi che ben sappiamo.
Per me un film come questo merita tale epiteto o al limite "deretano".Vedi tu.
DiscussioneZender • 1/02/15 17:43 Capo scrivano - 47728 interventi
Deretano è meglio, via. Se dovessimo riempire tutti i commenti di filmacci volgari con parolacce sarebbe anche bello che inutile che sulle regole scrivessi di evitare le volgarità, no? Non voglio certo dire che sia grave, è solo che se si può evitare è meglio.
Ecco il DVD Raro Video/Minerva (serie "il cinema segreto italiano")
DVD: 5
Master: Buono (anche se leggermente granuloso)
Formato: 1.85:1 (4:3 letterbox)
Audio: Italiano Mono 2.0 (con leggero fruscio)
Sottotitoli: Inglese
Durata: 1h:32m:08s
Extra: Biografia e filmografia del regista
Fotogramma scattato a 82m:40s