Bo Arne Vibenius, già assistente di Bergman, dirige un “rape and revenge” durissimo, fatto di lunghi silenzi (e non solo perché la protagonista è muta), improvvise esplosioni di violenza, tocchi surreali, truci effetti, sesso senza censure (almeno nella versione hard, che aggiunge cinque o sei scene “in dettaglio”) e interpretato da una ragazzina (Christina Lindberg) dai lineamenti dolcissimi pronti a stridere con le azioni feroci che avremo modo di vedere. Già da bambina Madeleine finisce stuprata da un vegliardo, perdendo la parola per il trauma. Quindici anni dopo le toccherà di subire le violenze di un pappone che l’attira in casa...Leggi tutto sua per metterla a disposizione di danarosi clienti. Al primo accenno di ribellione il suo carceriere le perfora l’occhio in una scena che non ha niente da invidiare a Buñuel e al suo cane andaluso. Prenderà il nome di “pirata” (per via della benda nera sull'occhio sinistro) e comincerà a preparare la vendetta: lezioni di karate, di guida spericolata, di tiro col fucile… Valorizzato da un finale estenuante (ogni azione è dilatata all'inverosimile) ma di indubbia efficacia, THRILLER provoca reazioni contrastanti: cinema d'autore (magnifiche la fotografia, notevole lo studio di certe inquadrature) o mattone di dura digeribilità penalizzato da una sceneggiatura mediocre e una regia senza particolari guizzi? L’uno e l’altro, ma la Lindberg, catatonica, non invoglia a proseguire.
La bella Christina Lindberg viene rapita, costretta a diventare eroinomane e a prostituirsi; prova a fuggire, ma l'aguzzino le cava un occhio. Allora con le marchette si paga un addestramento che farà di lei una macchina da guerra... Revenge-movie svedese di qualche fama underground ma alquanto rozzo, tanto nelle scene di sesso - con insert da porno nordico dell'epoca - quanto in quelle di violenza con ralenti ed effetti sonori dozzinali. Pochi meriti, fra cui qualche vaga influenza su Kill Bill.
Dopo aver patito uno stupro da bambina la bella protagonista, divenuta muta per lo shock, da ragazzina finerà nelle mani di un meschino e violento pappone: ma mediterà la rivincita! Nel film c'è tutto ciò che di brutto si possa vedere: stupro, lacerazione di bulbo oculare, uso spietato di droghe al fine di soggiogare la volontà altrui, perversioni maschili ed orrendi inserti hardcore. La parte iniziale non è male, fredda ed efficace nel mostrare l'orrore, ma poi si perde fino a spegnersi nelle immagini rallentate della vendetta e nello scontato finale.
Caposaldo dell'exploitation. Un film malsano, scioccante, a tratti disturbante, ma con un innegabile fascino perverso che ne ha fatto uno dei più famosi revenge movie. La protagonista (una divina Lindberg) è una ragazza muta che viene catturata, drogata e fatta prostituire con la forza, ma che imparerà a guidare e a sparare, iniziando così un percorso di vendetta che la porterà alla resa dei conti inevitabile con il suo rapitore. La strepitosa Lindberg con fucile, benda e pastrano vale da sola il film. Da vedere solo in versione non censurata da 107 min.
MEMORABILE: La prima apparizione della protagnista in versione Kill Bill.
Truce rape & revenge svedese, che anticipa addirittura titoli ben più noti
come I Spit On Your Grave o Ms. 45. Il film non risparmia nulla: iniezioni di droga, prostituzione (con inutili, seppur brevi, inserti hard nella versione unrated), brutalità assortite, subite o perpetrate dalla protagonista (la brava Lindberg). Si nota il taglio europeo del film, che talvolta sembra quasi
d'autore; memorabili i ripetuti ralenti nella parte finale (da far impallidire
Peckinpah). Freddo e spietato, cupo e minaccioso, formalmente ineccepibile. Molto buono.
Furbo negli intenti (basti vedere gli inutili inserti hard della versione "tosta") e
rozzo nell'ideologia (farsi giustizia sommaria) e a tratti nella realizzazione (troppi i ralenti nel finale tanto da sfociare nel ridicolo) paga comunque un plot
poco originale e ripetitivo ed una regia senza troppe idee. Eppure si fa vedere ed il personaggio della Linderg resta nella memoria soprattutto per il suo modo di abbigliarsi (mitiche le bende che fanno pendant col vestito) che ha non poco influenzato il Tarantino di Kill Bill. Accettabile.
MEMORABILE: La Lindberg con pastrano, benda e fucile a canne mozze. La perforazione dell'occhio con un bisturi.
Uno dei tanti prodotti anni '70 che hanno influenzato Tarantino. È la storia di una ragazza, traumatizzata già in tenera età, che si vendica delle angherie subite. Il film è statico e ripetitivo (ma la protagonista acquista un certo spessore quando scatta la vendetta) e la slow-motion dilata enfatizza le scene violente oltremodo. Purtroppo ho visto l'edizione con gli orribili inserti hard. Finale mitico.
Lento e silenzioso come la sua protagonista, interpretata da un'algida Christina Lindberg, perde tutto il suo potenziale nel pretestuoso finale. Il ralenti non aiuta ad enfatizzare la truce vendetta, compiuta dopo un estenuante training che lasciava presagire a situazioni mirabolanti. Inutili gli inserti hard, regia piuttosto anonima; merita la visione giusto per la ripresa tarantiniana in Kill Bill.
Tra silenzi para-autoriali e inutili inserti hardcore i 105 minuti filano via con la piacevolezza di una traversata nel deserto. La prosaicità è squallida; la mancanza di costruzione drammaturgica desolante; la noia sovrana. La curiosità nasce solo dalla benda: non è la benda che ha ispirato Tarantino? Tutto qua. Si salva la protagonista, abile a simulare l'abbandono all'umiliazione prima della vendetta.
Cult svedese degli anni '70 di Quentin Tarantino, incentrato su di una ragazza muta costretta a prostituirsi a causa di un "protettore" che la fa diventare pure eroinomane e le cava un occhio quando questa graffia un cliente. La pellicola non ci va piano con la violenza e questa ragazza guercia, che pure violentata da bambina da un pedofilo, ci va giù pesante quando si vendica del suo protettore/rapitore. Senza molto senso le scene rallentate delle sparatorie e del karate, inutili quelle hard da cinema pornografico. Non male.
Classico del rape and revenge settantiano, truce e cattivo come i cuginetti grindhouse d'oltreoceano, ma meno grezzo ed eroticamente più esplicito (non mancano gratuiti inserti hard). L'eroina senza occhio, muta, implacabile e armata di fucile ha una forza iconica non indifferente (e a Tarantino piacerà parecchio), anticipando l'angelo della vendetta ferrariano e pure la Jennifer di Zarchi (la scena in chiesa). Peccato che i ralenti alla Peckinpah nella seconda parte, oltre a frenare il ritmo, siano così esaspera(n)ti da far sorridere. Per un po' di sano “sex and violence” d'annata.
MEMORABILE: L'occhio perforato dal bisturi in dettaglio; I colpi di fucile al rallentatore; L'interminabile pestaggio dei poliziotti; La tortura del cavallo.
Donne che odiano gli uomini, e non si fa fatica a capire perché: Riccioli d'Oro traumatizzata, drogata e vessata si trasforma nel filbustiere Levasseur a caccia di scalpi. Storicamente importantissimo, anche se è incancellabile (a posteriori) la colpa atavica di aver generato una schiera infinita di mediocri epigoni; rivisto oggi, dimostra tutti i suoi cinquant'anni, appesantito da alcune discutibili scelte di regia (i ralenti delle uccisioni), preda di una certa ciclicità narrativa e zavorrato da una recitazione al limite dell'amatoriale. Gratuiti e a buon mercato gli inserti hard.
MEMORABILE: La deorbitazione; Lettera fatale ai genitori; Il finale.
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DiscussioneRaremirko • 7/02/16 23:09 Call center Davinotti - 3862 interventi
Herrkinski ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: Abel Ferrara ne girò un remake. Se intendi Ms.45 (L'angelo della vendetta), non è un remake di questo.
Raremirko ebbe a dire: Herrkinski ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: Abel Ferrara ne girò un remake. Se intendi Ms.45 (L'angelo della vendetta), non è un remake di questo.
In qualche fonte avevo letto di si', invece. Remake non lo è.
Che poi si sia ispirato può darsi, come d'altronde ogni rape & revenge ha fatto successivamente a L'ultima casa a sinistra e Thriller.
DiscussioneRaremirko • 7/02/16 23:31 Call center Davinotti - 3862 interventi
Su siti...esagonali, a fonda pagina, leggo:
Il film L'angelo della Vendetta (1981) di Abel Ferrara è in pratica un remake di questo film.
Raremirko ebbe a dire: Su siti...esagonali, a fonda pagina, leggo:
Il film L'angelo della Vendetta (1981) di Abel Ferrara è in pratica un remake di questo film. Ok ma quella è una considerazione del recensore, non una notizia ufficiale sul film. Anche perchè se no ce ne sarebbero a bizzeffe di film che "in pratica" sono dei remake di altri film..
Di sicuro hanno qualche elemento in comune ma a livello stilistico sono molto differenti.
Ma da noi, al cinema, non è stato distribuito con il titolo di Thriller?
Se così fosse, chiedo a Deep per conferma, sarebbe da eliminare A cruel picture
Confermo che il titolo italiano era Thriller, come da ritaglio riportato da Digital (grazie al quale sono venuto a conoscenza della cosa).
Grazie Deep, sempre esaustivo. A me ha dato dubbi il manifesto italiano (anche riportato nella scheda quì presente) che ha, appunto, il solo Thriller come titolo.
Quindi, Zendy, sarebbe da eliminare A cruel picture