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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Antonioni dopo L'AVVENTURA continua il suo singolare percorso cinematografico estremizzando ancor di più i temi che nel film precedente sembravano emergere soprattutto nella seconda parte e che in L'ECLISSE troveranno in Monica Vitti (presenza comune dell'intera trilogia) l'interprete somma dell'incomunicabile e intraducibile disagio esistenziale che si fa stile. Stile che nella prima parte è ravvisabile ancora una volta nella straordinaria sensibilità con cui Antonioni riprende scorci suggestivi di Milano e di una Sesto San Giovanni che assume coordinate...Leggi tutto quasi magiche nella passeggiata solitaria di Lidia (Moreau): durante lo svolgimento d'una presentazione di un libro del marito Giovanni (Mastroianni), la donna infatti esce senza avvertire nessuno e vaga per la città prima di prendere un taxi e ritrovarsi in periferia. E' solo l'avvisaglia di un rapporto che si sta logorando; più per il sentimento di inadeguatezza e lontananza di lei che non di lui: ritrovatisi la sera a casa, i due raggiungono un locale notturno dove seguono le danze e i contorsionismi di una coppia di colore e poi, sempre su richiesta di Lidia, la festa in una grande villa con giardino dove si svolgerà la seconda parte del film. Qui la lontananza tra la coppia si fa progressivamente anche fisica: Giovanni e Lidia si mescolano agli invitati (mentre un'orchestrina non smette di suonare) e si fermano a parlare (più spesso ad ascoltare) i pensieri di altri. Giovanni in particolare si intrattiene con la figlia (Vitti) del padrone di casa, ambigua figura a sua volta oppressa da una una spaesatezza che la associa immediatamente ai due protagonisti; Lidia invece a lungo si muove da sola tra le terrazze vuote e l'ampio parco, intercettata solo saltuariamente da personaggi con cui intrattiene chiacchiere futili incapace di reagire a una spossatezza che la prostra. Si vive la situazione rimanendo sospesi in un clima rarefatto che è da sempre la cifra stilistica del regista; meglio centrato nella prima parte, in cui le architetture silenziose della città (in contrapposizione netta con le scene di poco precedenti in cui il rumoroso traffico del centro e il chiacchiericco alla presentazione del libro si intuiscono fondamentali per tracciare più a fondo il solco) e le sparute costruzioni in periferia danno la misura di un cinema orgogliosamente personale e unico, ammirato in tutto il mondo. Mastroianni e la Moreau, nella loro ricercata monoespressività, si fanno interpreti ideali del messaggio diventando strumenti di una comunicazione ambigua, indecisa, volutamente irrisolta. Fin dal primo incontro, nella clinica dov'è ricoverato un loro amico in fin di vita e dove una malata psiologicamente instabile li avvicina vaneggiando. Un cinema diverso, che si prende coraggiosamente i rischi di una narrazione lenta ed estatica, incappa in fasi interlocutorie che sanno di superfluo, affronta discorsi ambiziosi senza forse nemmeno saper bene come condurli, ma che rivendica un'impronta forte in futuro ripresa e sviluppata da intere correnti cinematografiche (la Nouvelle Vague). A tratti vacuo ma mai banale.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/05/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/08/20
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Il Gobbo 12/05/07 12:43 - 3015 commenti

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Secondo capitolo del trittico sull'incomunicabilità: qui i protagonisti sono uno scrittore e la moglie, manco a dirlo in crisi. Una visita in ospedale, un vernissage letterario e una festa da un industriale sono le vicende del film, fra incomprensioni, vuoto esistenziale, falsità interiori ed esteriori, vaghe speranze. Scritto da Flaiano e Guerra, stavolta giocato tutto in interni, magistralmente diretto e fotografato. Un capolavoro. Ottimo cast, bella parte per la Vitti. Da non perdere.

Supervigno 20/04/08 23:35 - 229 commenti

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Film che racconta in modo magistrale ed estremamente moderno le conseguenze paradossali dell'incomunicabilità all'interno di una coppia di coniugi bellissimi, moderni, intelligenti e profondi. Accompagnato da una fotografia davvero splendida e da una colonna sonora molto azzeccata, girato in un bianco e nero caldo ed insieme straniante, popolato da attori in stato di grazia, dai protagonisti ad una deliziosa Monica Vitti. Un film da vedere e rivedere più volte per apprezzarne a fondo tutti gli aspetti.

Homesick 2/05/08 17:57 - 5737 commenti

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Intellettuale e altoborghese, nello svolgersi di una notte descrive la crisi di coppia come sintomo di un disagio esistenziale più vasto, che abbraccia anche la cultura e l’intera società. L’atmosfera, notturna e mondana, è impregnata di vuoti, silenzi, ambiguità e disorientanti incertezze; tutto ciò si rispecchia nelle impeccabili interpretazioni degli intensi Mastroianni, Moreau e Vitti. L’epilogo può sembra riconciliante e speranzoso, ma nello stesso tempo pare ribadire e rafforzare il senso di amara disperazione che pervade la vicenda.
MEMORABILE: Il finale nel parco, in cui la Moreau legge a Mastroianni una lettera d'amore da lui scritta in passato.

Capannelle 17/04/09 15:12 - 4394 commenti

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Credo sia uno degli Antonioni più potabili, sempre teso alla lentezza e al più amaro nichilismo ma più lineare del solito e fortemente autocritico in un periodo (gli anni del boom economico) costellato dal facile ottimismo. Brava e sofferta la Moreau nel ruolo di Lidia, un po' troppo catatonico Mastroianni (sarà che Giovanni, il suo personaggio, è un vero codardo), discreta la Vitti ma senza esagerare. Certo, pazienza e sopportazione del silenzio si rendono comunque necessarie per arrivare alla fine.

Saintgifts 17/05/09 07:17 - 4098 commenti

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La crisi coniugale che aleggia su una bella coppia altoborghese di successo dà il pretesto al regista per esplorare una socità in trasformazione. L'amore, la morte, i diversi strati umani nel momento del boom economico, il successo nel mondo intellettuale e in quello industriale. Viene esplorata anche la grande città, i suoi rumori, le sue architetture. Se ci si abitua al ritmo di Antonioni il film è ben girato, le inquadrature sono fenomenali con tagli che sono propri di questo maestro del cinema. Bravi gli attori (la mia preferita è la Moreau).
MEMORABILE: La Moreau a suo marito (Mastroianni): se stasera ho voglia di morire, è perché non ti amo più... Vorrei non esistere più perché non posso più amarti.

Renato 8/03/10 11:40 - 1648 commenti

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Raffinato, diretto con classe e valorizzato dalla splendida fotografia del grande Gianni Di Venanzo: fin qui i pregi. Il fatto è che nel film non succede praticamente nulla, la trama si potrebbe davvero riassumere in due righe. Ok l'incomunicabilità e la crisi della borghesia, coi suoi discorsi superficiali ed i suoi patetici tentativi di ammazzare la noia (la scena del gioco col portacipria), ma onestamente non vedo il vantaggio di sommare alla loro noia quella del pubblico. Cinema per intellettuali, cioè per nessuno.

Graffaele 28/10/11 10:25 - 4 commenti

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Una coppia alto-borghese si muove annoiata ed annoiante per varie location, impermeabile a qualsiasi emozione possa venire dall'esterno (persino la pietas che dovrebbe provocare la malattia di un conoscente). Due palle... è il mio pallinaggio per questo film ma esprime anche in maniera lapidaria cosa ne penso di esso.
MEMORABILE: Il "vagabondare" di Lidia per la periferia milanese.

Noir 8/05/10 16:57 - 24 commenti

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Il film comunica un senso di apatia dall'inizio alla fine. E probabilmente è proprio il sentimento che vuole comunicare il regista: il vuoto dell'animo porta al disinteresse generale. Pessimista anche nell'ultima scena dove il sentimento amoroso non viene manifestato in maniera appassionata ma diventa quasi una costrizione. Malinconico.
MEMORABILE: La Moreau che stacca pezzi di intonaco da un vecchio muro.

Enzus79 28/09/11 15:14 - 2864 commenti

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I sentimenti di una coppia borghese di Milano sull'orlo della separazione messi in evidenza benissimo da un Michelangelo Antonioni in gran forma, così come dalla coppia Mastroianni-Moreau. Film lento ed abbastanza macchinoso ma mai noioso. Finale "aperto" a più interpretazioni.

Pigro 8/02/13 15:36 - 9623 commenti

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Antonioni declina a modo suo la riflessione sulla crisi dell’intellettuale (qui uno scrittore), che viaggia di pari passo con quella della relazione d’amore. Una prima parte meravigliosa, da antologia, con una raffinatissima rappresentazione diurna del complesso rapporto tra uomo, architettura e urbanistica, in una Milano modernissima dal volto straniero, quasi alieno. Una seconda parte insopportabile nella noiosa e insulsa descrizione notturna del party nella villa altoborghese, dove i temi pur importanti affondano nell’autismo estetizzante.

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Nancy 31/03/13 19:39 - 774 commenti

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Un affresco della società borghese della Milano bene colta nelle sue più profonde contraddizioni e soprattutto nella sua grandissima irrequietezza, da sempre caratteristica principale di questa classe sociale, a metà tra l'ozio e la pretesa sociale nei loro confronti, tra la felicità che mostrano a pelle e il vuoto cosmico sotto questo lieve strato superficiale. Una grandissima regia che conduce Mastroianni, Bovary al maschile, la Moreau e Monica Vitti, a comporre un triangolo bellissimo ed eterno, simbolo dell'amore in ogni sua sfaccettatura.
MEMORABILE: La sequenza del balletto nel night club.

Mickes2 9/02/14 13:43 - 1670 commenti

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I sentimenti come sintomi, l'amore come malattia del cuore e della mente. Sguardo sofferto e radiografico, qui ancor più acuto rispetto a L'avventura nel ritrarre il vuoto esistenziale apatico che pervade i protagonisti, è un tripudio di malesseri interiori incastonati negli spazi aperti e geometrici ma illusori e claustrofobici di una Milano capitale del boom economico e in quelli chiusi intimi e quasi liberatori di una villa in mezzo al verde. La ricerca (Moreau e Vitti) e il rinchiudersi (Mastroianni) sullo sfondo, incerti, (in)comunicabili.

Paulaster 19/02/15 10:20 - 4375 commenti

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Narrazione di un’apatia amorosa, senza scendere nei rancori accesi, cercando di mascherare l’apparenza di coppia. Mastroianni incarna la parte debole con sfumature di egoistica disinvoltura, la Moreau ha dalla sua i dialoghi migliori e una dolcezza di fondo. Qualche stucchevolezza e frasi al limite del lirismo per discendere nelle ombre dei pensieri. Direzione che gioca anche sui contrasti di luce, con l’abituale uso degli spazi aperti a raffigurare la piccolezza umana.

Didda23 23/03/15 16:30 - 2424 commenti

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Meraviglioso il lavoro di Michelangelo sull'immagine e sulla scelta delle location (Sesto San Giovanni è divinamente azzeccata) che si fondono con il girovagare senza meta della coppia protagonista alle prese con una relazione logora e priva di significato (magnifico Mastroianni e intensa la Moreau). Peccato che il film si spenga quasi totalmente nella villa, nonostante la presenza di una eccellente Monica Vitti. Poetico e suggestivo il finale nel parco, con dialoghi che colgono le radici del problema. Poteva essere un capolavoro.
MEMORABILE: Tutte le sequenze a Sesto San Giovanni; La scena nella libreria Bompiani; Il finale nel parco

Maxx g 1/10/17 22:41 - 631 commenti

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Non tradisce lo stile di Antonioni, che segue il filone dell'incomunicabilità inaugurato col precedente L'avventura che avrà il proprio epilogo con L'eclisse. La pellicola racconta della crisi di una coppia dal pieno giorno, dalla visita di un amico comune, all'alba del giorno dopo. Dialoghi surreali, frammentati da silenzi eloquenti e insieme misteriosi. Ottima la fotografia. Amendola doppia un invitato alla festa che si assopisce. Valido.
MEMORABILE: La telefonata della donna che viene a sapere della morte dell'amico; La strana partita tra la Vitti e Mastroianni.

Alex75 6/02/18 13:47 - 876 commenti

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Seconda tappa del viaggio esistenzialista di Antonioni, diviso idealmente tra uno sguardo personale sulla Milano in trasformazione del boom economico, sfondo per esistenze senza una vera meta e l’osservazione di una serata mondana, tra chiacchiere a vuoto, sublimi banalità e la ricerca disperata di verità. Opera di non facile lettura, ma di grande fascino, sia dal punto di vista visivo che da quello concettuale. La “musa” Vitti si vede poco, ma il suo personaggio lascia il segno.
MEMORABILE: Gli scorci di Milano e di Sesto San Giovanni; Il dialogo tra Giovanni e l’industriale; L’inquieto fascino di Valentina; Il finale nel parco.

Cotola 2/07/18 16:37 - 8998 commenti

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Il secondo capitolo della trilogia dell'incomunicabilità è un film dal sapore jazzistico e dall'andamento ondivago, con una prima prima parte che sembra procedere per improvvisazioni e che si rivela migliore della seconda, più programmata, che non manca però di bellissimi momenti: si vedano tutti i minuti finali. Splendido, e direi inedito, l'uso delle location meneghine che danno vita ad una Milano affascinante ed allo stesso tempo inquietante. Sempre eleganti le inquadrature, incorniciate dalla fotografia di Di Venanzo. Dialoghi altalenanti ma con alcune perle. Colonna sonora di Gaslini.
MEMORABILE: La Moreau a Mastroianni: "Se stasera ho voglia di morire, è perché non ti amo più... Vorrei non esistere più perché non posso più amarti".

Thedude94 3/05/19 17:42 - 1084 commenti

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Grande cinema messo in scena da un eccellente Antonioni, che grazie a una regia meravigliosa realizza un'opera ammirevole. Il regista dirige una Moreau e un Mastroianni eccelsi, i quali riescono a rappresentare il dramma di un amore borghese che sembra giunto al suo culmine in maniera molto realistica; in più c'è la notevole presenza della Vitti e di un ottimo cast. La fotografia e il sonoro sono due elementi inseriti perfettamente nel racconto, che dura l'arco di una notte piena di poesia e di riflessioni sull'amore.
MEMORABILE: Il finale poetico.

Daniela 29/03/20 03:24 - 12606 commenti

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Ennesima disamina del vuoto esistenziale alto-borghese: la visita in ospedale dello scrittore e della moglie sembra promettere uno svolgimento meno anoressico e la passeggiata senza meta della donna in una periferia spoglia offre scorci stranianti. Ben presto però il film si impantana nell'estenuante stile tipico del regista, rinchiudendosi in spazi chiusi dominati da un chiacchiericcio insignificante contrapposto a silenzi che si vorrebbero carichi di significato. Cosa resta impresso, a parte la sensazione di noia? Le inquadrature cittadine curatissime, il volto di Moreau e poco altro.

Minitina80 22/04/20 23:30 - 2976 commenti

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Per capire bene cosa voglia dirci Antonioni con questa sua opera è necessario integrare con qualcosa che ci spieghi il significato di due ore di vagabondare annoiato di due coniugi che non sanno più cosa dirsi. La fatidica notte che dà il titolo sembra non passare mai, centellinando ogni secondo in chiacchiere inutili e giochini a dir poco futili e quanto tutto ciò possa dimostrare la vacuità della classe borghese non è dato a sapersi. Non c’è traccia di cinismo alcuno e la forma espressiva scelta si tramuta in una noia a dir poco bestiale.
MEMORABILE: Quello che conta è quello che si dice, non le intenzioni.

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Noodles 24/05/20 17:27 - 2196 commenti

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Film tipico del primo periodo di Michelangelo Antonioni, con livelli eccelsi di incomunicabilità tra i personaggi e tra loro e lo spettatore. C'è qua e là qualche spruzzata di Fellini, che va al di là della presenza di Marcello Mastroianni, qui bravo nel suo tipico ruolo di intellettuale annoiato da tutto e da tutti. La critica alla società borghese non manca; manca invece l'intensità di altri lavori di Antonioni. Più pesante del solito ma sempre interessante.

B. Legnani 26/08/20 00:14 - 5519 commenti

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Inferiore al precedente L’avventura, del quale porta avanti alcune dinamiche, parte con due fasi notevoli, a partire della straziante visita in clinica, seguita dal vagabondare di lei alla ricerca del tempo perduto. Purtroppo la seconda parte del film, nella villa dell’industriale, rappresenta sì la vacuità della fauna umana, ma l’elemento di contrasto non funziona, perché la Vitti porta in scena la ventiduenne più artificiosa è più improbabile che ci sia...  Bello, invece, il finale di amore e di disperazione. Moreau su tutti, Mastroianni in forma, cast secondario piuttosto debole.
MEMORABILE: La visita in clinica.

Myvincent 5/05/23 06:34 - 3722 commenti

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Una coppia in crisi, lo sfaldamento di una società (quella borghese) senza più punti di riferimento, l’arte che sente il richiamo, in fondo accattivante, del capitalismo industriale. Milano è la città ideale per raccontare questo e altro, in cui Antonioni insiste con il suo gusto estetico architettonico, esaltato da una fotografia molto originale. Un nuovo cinema, in contrapposizione a Roma e il suo circo, che si addentra spietato nell’esistenza umana, ponendo interrogativi che sono sempre aperti. Dunque un’opera ancora attualissima.
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  • Homevideo Il Gobbo • 22/04/08 08:53
    Segretario - 762 interventi
    Segnalo la fresca uscita di un'edizione ingelse (Eureka video) del classico di Antonioni, master eccellente e con audio italiano che sopperisce all'inopinata uscita di catalogo dell'edizione Ripley. Solo il trailer come extra ma accluso un ricco libretto con un saggio e la trascrizione integrale (in inglese) di un dibattito d'epoca fra Antonioni e gli studenti del C. S. C.
  • Homevideo Homesick • 2/05/08 18:01
    Scrivano - 1364 interventi
    Il confronto con l'ottimo dvd integrale Eureka rivela che il dvd Ripley era cut di circa 40 secondi: piccoli tagli riguardavano infatti le scene di sesso Mastroianni-Luzi e Mastroianni-Moreau, il risveglio di Mastroianni e la panoramica finale.
  • Curiosità Pigro • 8/02/13 15:44
    Consigliere - 1658 interventi
    Alla presentazione del libro del protagonista, pubblicato da Bompiani (e qui sospetto un caso di product placement ante litteram...) partecipa il gotha della Bompiani stessa. In questa scena sono presenti, non accreditati ma riconoscibili, lo stesso editore Valentino Bompiani (che ha diverse battute), Salvatore Quasimodo (che ha una battuta) e Umberto Eco (che si vede solo per pochi secondi).

    Qui si vedono, da sinistra: uno che non ho riconosciuto, Mastroianni di spalle, Valentino Bompiani (al centro) e Salvatore Quasimodo (all'estrema destra):



    Qui, invece, a sinistra c'è Jeanne Moreau, mentre sulla destra, con gli occhiali, vediamo Umberto Eco:

  • Homevideo Xtron • 26/01/14 11:48
    Servizio caffè - 2147 interventi
    Il bluray inglese EUREKA! con audio italiano ha una durata di 2h01m47s. Per maggiori info:
    DVDBEAVER - BLURAY.COM

    Un'immagine dal bluray (si trova a 1.37.16)

    Ultima modifica: 26/01/14 19:49 da Zender
  • Musiche Alex75 • 27/03/18 17:09
    Call center Davinotti - 709 interventi
    "Blues all'alba"
    https://www.youtube.com/watch?v=rUkKYHfwyE8

    "La notte"
    https://www.youtube.com/watch?v=CS1S-W2ajxQ
  • Musiche Gosp • 26/10/23 22:49
    Disoccupato - 29 interventi
    Giorgio Gaslini - autore della colonna sonora - appare di persona, nel film, assieme ai componenti del suo quartetto, mentre suona alla festa dei Gherardini. I musicisti si esibiscono nel giardino, all'aperto, fra gli invitati alla festa: Lidia (Jeanne Moreau) si avvicina, si appoggia al piano, e Gaslini sta suonando. E' il "Ballo di Lidia" della colonna sonora.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images66/nuit1.jpg[/img]

    Il quartetto riappare, per una manciata di secondi, alla fine del film. E' l'alba, e il gruppo suona ancora per pochi nottambuli. E' il "Blues all'alba":

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images66/nuit2.jpg[/img]
    Ultima modifica: 27/10/23 08:55 da Zender