Dal racconto di Robert "Psycho" Bloch "Il teschio del Marchese De Sade", il film ruota intorno - appunto - al suddetto capoccione del Divin Marchese, che insieme a un libro di magia nera procura a due occultisti una sequela di sventure. Classico horror in stile Amicus, diretto dal grande direttore della fotografia recentemente scomparso, con un ricco cast di veterani del genere fra i quali giganteggia, ovviamente, il sempre efficace Peter Cushing. Quando l'horror era un fatto di atmosfere...
Come per altre analoghe produzioni del periodo, il piatto forte è la sceneggiatura - derivata dall’omonimo racconto di Robert Block - forse ispirata al reale rinvenimento (datato 1927) del “teschio di cristallo” di Mitchell-Hedges.
Costruzione filmica ispirata, come nella media delle realizzazioni del periodo da parte della Amicus, non memorabile, ma gradevole e di efficace intrattenimento grazie alle ottime performance di Peter Cushing e Cristopher Lee.
La premiata ditta Cushing-Lee, con quest'ultimo più defilata del solito, alle prese con il teschio del Marchese De Sade. Da un racconto del grande Robert Bloch, Francis dirige con la solita maestria e, visti i mezzi a disposizione, facendo di necessità virtù. Di grande impatto, nonostante la povertà degli effetti speciali, la lunga sequenza finale.
Dal racconto di Robert Bloch, Francis trae un film riuscito su tutti i fronti. La storia è interessante, con un buon ritmo e i personaggi sono ben approfonditi. Ma il meglio del film risiede nel cast: Cushing è eccezionale come sempre nel ruolo di Maitland (l'uomo che cadrà preda dei malefici influssi del teschio), Lee gli dà man forte (anche se il suo è un ruolo abbastanza defilato). Ottime le prove di Gouch, Wymark e Magee.
Piccolo horror prodotto dalla Amicus e girato da un veterano come Fisher com’era d’abitudine a quei tempi: poco sangue, poca violenza e una storia solida. Peccato però che in questo caso (nonostante il racconto di partenza sia di Bloch) a tradire sia proprio la sceneggiatura, che si rivela essere piuttosto dozzinale e scarsamente interessante ed avvolgente. Un po’ sottotono anche la prova della solita presenza Peter Cushing che si limita a vagare inespressivo per lo schermo. Meglio fanno Lee e soprattutto Patrick Magee.
Decisamente, il marchese De Sade non è destinato a sonni tranquilli: in questa produzione Amicus addirittura viene riesumato il suo teschio dai satanici poteri… Cushing calca il sentiero dell’occultista che diventa adepto del Male, attorniato dal più avveduto Lee e dal losco Wymark. L’atmosfera si ispessisce nei frangenti senza dialoghi: l’incubo di Cushing, la notte dell’attesa, le “iniziative” del malefico cranio. Dal discreto fascino, nonostante la non ottimale sceneggiatura.
Ottimo horror d'atmosfera girato dallo specialista Francis. Molto convincenti Cushing (bene il suo doppiaggio italiano), Wydmark e il buon cast di caratteristi (Ghoul, Magee); Lee fa il buono. Da citare il teschio (gli effetti speciali, anche se non gran cosa, fanno ancora effetto). Cito inoltre l'inquadratura da dietro gli occhi del testo e il risveglio della moglie di Cushing. Da vedere sicuramente.
MEMORABILE: L'uomo che precipita dalla vetrata, le statuette raffiguranti i vari diavoli, il teschio.
Secondo film della Amicus (casa cinematografica antagonista della Hammer), dopo Le cinque chiavi del terrore, si basa su molte atmosfere e immagini e pochi dialoghi. Agli usuali elementi gotici si aggiungono aspetti di demonologia, spiritismo e satanismo che ne aumentano l'inquietudine. Il teschio del fantomatico marchese De Sade vaga nell'atmosfera seminando morte ed orrore. Il tutto, tipico dell'epoca, condito da una buona dose di moralismo: i peccatori devono perire, necessariamente.
Filmetto girato senza molte pretese che gioca tutto sull'atmosfera e non sugli effettacci, il che spesso è un pregio non da poco. Il vero horror è fatto di suggestioni, di inquietudini... La sceneggiatura non è esattamente ferrea, però quando scendono in campo mostri sacri come Peter Cushing e Christopher Lee e la regia è quella elegante di Freddie Francis il prodotto finale è sempre ben oltre la sufficienza. Insomma, si lascia vedere.
Un po' di atmosfera c'è, ma è la sceneggiatura a latitare. Non si può imbastire un intero film sul teschio di De Sade che rende succubi le persone e le manovra come burattini. Persino il professionale Cushing qua e là sfiora la macchietta (l'incubo; il finale pagliaccesco), mentre chi ne esce meglio è Lee, che si vede assai poco, ma che almeno mantiene la sua dignità. Non è tutto da buttare e qualche scambio tra il socio e Cushing non è male (quando gli porta il libro con rilegatura in pelle umana e il teschio), ma non convince; e soprattutto, come pellicola, è invecchiata piuttosto male.
MEMORABILE: Lee acquista una statuina a un prezzo folle e alla domanda di Cushing: "Ma perchè?", risponde: "Non lo so", con occhio perso"; La teschiovisione...
Il punto più basso nella filmografia del grande (altrove) zio Freddie. Una dabbenaggine assoluta, che fa sbellicare, quint'essenza dell'horror comicarolo involontario che è uno spasso. E quando non si sbotta in grasse risate, ci si annoia a morte, con quel gusto teatral letargico e effetti speciali (chiamiamoli così) che manco in una recita parrocchiale (il teschione che avanza ammantato da fumi poi è una perla del trash weird di immani proporzioni). A parte un'argentata ante-litteram (la vetrata sfondata), regna la fuffa più inossidabile.
MEMORABILE: Le soggettive del teschione tipo "mascherina"; Il teschio che fluttua sul tavolino (da sbellicarsi); Le espressioni di "terrore" del povero Cushing.
Film incentrato sul teschio del marchese De Sade, che era ateo e materialista mentre qui è portatore di invisibili forze demoniache. Ottima prima parte con antefatti degni della Hammer e le tipiche storie Amicus su collezionisti e antichi manufatti (notevole la scena dell'incubo). Nella seconda parte forse c'è un leggero calo, ma è comunque inquietante e ben girata da Francis con oggetti che si muovono ed effetti luce. Grandi interpreti, tra cui Lee e Cushing.
Spunto di partenza intrigante, leggermente penalizzato dalla sceneggiatura che, dopo una partenza promettente, si limita nel secondo tempo a far vagare Cushing per la casa sotto l'influsso malefico del teschio di De Sade. I colori della fotografia creano una bella atmosfera e le interpretazioni sono maiuscole, così il film non delude del tutto, nonostante il finale prevedibile che sa di incompiuto.
Intrigante l’idea di fondo sul teschio del Marchese De Sade, malgrado non sia sviluppata a dovere. La prima parte è la più riuscita e promettente; la seconda, purtroppo, non è all’altezza della situazione e rovina quanto di buono fatto prima. L’interesse cala e si finisce per essere avvolti dalla noia poiché scende il ritmo e poco succede (se non i deliri di Cushing, tirati troppo per le lunghe). Qualche timido segnale arriva dalla fotografia, ma nel complesso il film non convince.
La prima parte, solida come legno di quercia grazie agli eccezionali caratteristi (a parte la grande coppiola ci sono anche Gough, Wymark e Magee), lascia presagire il meglio. L'incubo kafkiano di Cushing insinua, peraltro, una bella nota surreale; purtroppo il film si ferma lì risolvendosi poi in una più prosaica concatenazione di cliché orrorifici (e il teschio ballerino non è una grande idea). Riuscito a metà.
Una mezza delusione, visti regista e attori. Il film parte bene (l'inizio con il frenologo nel cimitero) ma dopo circa mezz'ora la storia si perde e risulta noiosa, malgrado qualche guizzo (le soggettive dal cranio del marchese). Non regge il confronto con altri titoli del celebre "Appuntamento con il brivido" quali Chi vive in quella casa o Ballata macabra. Vedibile, ma niente di più.
Un vero armamentario del gotico, nella forma e nel contenuto, con quelle splendide e claustrofobiche inquadrature attraverso il teschio e i barocchi arredamenti degli interni. Atmosfere mistiche, lontane e polverose, quasi come fossero uscite direttamente dalle pagine di un antico libro. Straordinari i riferimenti al subconscio (la scena dell'arresto e della roulette russa con ambientazioni asettiche) e molto suggestiva la fotografia di John Wilcox. Peter Cushing e Christopher Lee in gran forma.
Collezionista d'antiquariato entra in possesso del teschio del Marchese de Sade rimanendone ossessionato. Horror d'atmosfera (diciamo così) anche perché la sceneggiatura è carente, costringendo Francis a ripiegare sull'abuso stancante di musiche percussive, finestre spalancate dal vento, luci che si spengono e si riaccendono da sole. Curiosamente Cushing e Lee si spalleggiano a parti invertite: il primo è l'invasato, il secondo (sprecato) fa quello ragionevole. In un antologico, opportunamente accorciato, poteva essere un episodio dignitoso.
MEMORABILE: Le soggettive del teschio; L'incubo di Cushing con la roulette russa.
Discreto horror pienamente in linea con la visionarietà degli anni '60, girato da Francis che, assieme a Corman e Fisher, faceva in quegli anni il bello e il cattivo tempo. I tempi sono quelli giusti, le atmsofere sono affascinanti e la storia, pur con qualche incespicatura, viene condotta linearmente e affidata a due mostri sacri come Cushing e Lee. Pur non essendo il miglior prodotto del regista, un merito potrebbe anche rivendicarlo: la visione attraverso le orbite del teschio può aver influenzato Carpenter per il suo Halloween.
Si fosse mantenuto sui livelli della prima parte sarebbe stato un gioiellino, purtroppo nel prosieguo perde mordente lasciando affiorare anche la noia. Un peccato perché l'idea di partenza (l'influsso malefico del teschio del marchese De Sade) era intrigante, ma la sceneggiatura non riesce a infonderle nuova linfa. Atmosfere e confezione sono quelle tipiche dell'horror britannico vecchio stampo, Francis dirige con la consueta eleganza e il cast è ottimo, anche se i personaggi di contorno risultano migliori di un Cushing che qui non appare troppo convinto.
Il Divin Marchese giace nella tomba, ma il suo teschio trafugato continua a esercitare nei secoli un infernale influsso spingendo alla follia e al crimine chiunque ne venga in possesso. Da un'idea di Bloch, il trio Fisher, Cushing e Lee allestisce per la Amicus un film che parte bene ma che tradisce presto le aspettative iniziali perdendosi in un andamento lento e ripetitivo e sfociando in un finale frettoloso e baracconesco con effetti speciali di infimo livello. Ottime la fotografia e la prova dei due mostri sacri dell'horror, ma non basta a salvare una vicenda di scarso spessore.
MEMORABILE: Le soggettive dall'interno del teschio.
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Bruno Persa;Peter Cushing
Carlo Romano:Patrick Wymark
Sergio Graziani:Christopher Lee
Valeria Valeri:Jill Bennett
Anna Miserocchi:April Olrich
Sergio Tedesco:Peter Woodthorpe
Il primo poliziotto è doppiato da Arturo Dominici
Il secondo poliziotto è doppiato da Luciano De Ambrosis
Uscito in Francia come Les forfaits du Marquis de Sade il film incappò nel processo avviato dagli eredi del marchese De Sade che riuscirono, in forza della causa vinta, a far modificare il titolo del film: divenuto così Le Crâne Maléfique.
Pare che oggi, cambiati tempi e idee, il calco del teschio del marchese sia invece esposto tra i cimeli di famiglia.
Il film è tratto dal bel racconto di Robert Bloch (che ho letto recentemente) Il teschio del marchese De Sade pubblicato nel numero del settembre 1945 della mitica rivista pulp Weird Tales.
Confermo il formato 2,35:1 anamorfico e un buon master (audio italiano e inglese).
Come extra c'è il trailer originale in inglese.
L'etichetta che lo distribuisce è la (per me sconosciuta) DNA.
La celeberrima scena di Cushing che osserva il teschio attraverso la lente di ingrandimento sarà ripresa dallo stesso regista (Freddie Francis) ne Il terrore che viene dalla pioggia (1972) e costituirà, pressoché identica, il cameo del grande attore inglese nel ben più recente (e leggero) Top Secret! (1984).
Un altro, identico cameo è quello regalatoci da Cushing nel film La vera storia del dottor Jekyll (1974).
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni (Ciclo: "Appuntamento col brivido", domenica 29 aprile 1984) di Il teschio maledetto:
L'edizione della Eureka (BD+DVD) è in offerta a 13 euro su Amazon. Non ha audio italiano, ma ci sono i sottotitoli inglesi per non udenti: http://amzn.to/2hMDJaD
DiscussioneRufus68 • 26/03/17 20:50 Contatti col mondo - 220 interventi
A proposito dell'identificazione fra Gilles de Rais e Barbablù adombrata nel film: essa mi sembra esatta. A esempio nel romanzo di Joris-Karl Huysmans, Nell'abisso (Là-bas), essa è esplicitamente accennata da parte d'uno dei protagonisti, Durtal, autore d'uno studio proprio sul terribile Maresciallo.