Mr. Sardonicus - Film (1961)

Un altro ottimo horror diretto con mano sicura da Castle, che qui appare anche di persona nel prologo. Motivo d'interesse della pellicola è, nel finale, uno dei soliti trucchetti del regista: far credere al pubblico che vi siano due finali diversi e far scegliere il preferito quando in realtà vi era un solo finale. Ottimi gli attori e la sorpresa finale, buone musiche e qualche discreto momento di suspance.

Horroricchio come da copione per lo zio Castle. Messa in scena poverissima, tante ciance, costruzione drammatica inesistente e un'unica ideuzza (un po' sciocca: violare una tomba per trovare un biglietto della lotteria!) tirata in lungo e in largo sino al doppio finale. Incipit ed epilogo in cui il Nostro si mostra nella sua simpatica aria da imbonitore con la consueta trovatina (pollice verso o no per il cattivo?). Il make up del terribile ghigno è da sghignazzo. Per completisti.

William Castle (presente sia nell'incipit che nell'explicit) e la sua idea di gotico. Un castello sperduto in una località immaginaria europea che tanto sa di Transilvania en travesti, la bruma che scende accarezzando gli avelli in cimiteri bui e un elemento scioccante a far da fil rouge. Roland Lewis gioca a fare il mad doctor e cela un amore sconfinato per la splendida Dalton. Lo spettatore cade ben presto nella rete del bizzarro regista americano, lasciandosi stupire da una diegesi accattivante, capace di regalare brividi ed emozioni sino al sardonico epilogo. Piccolo gioiello.

Dopo aver fallito gli esperimenti sulla pelle (sic!) delle fanciulle del villaggio, un barone mitteleuropeo costretto a celare dietro una maschera  il volto sfigurato attira al suo castello un illustre medico inglese per farsi curare ma... Uno dei tanti horror diretti con spavalda cialtroneria da Castle che tuttavia può meritare la visione grazie al personaggio interpretato dal miglior attore in campo: Homolka nei panni del servo orbo Krull è più sardonico del suo padrone e si fa apprezzare per il sadismo ghignante con cui tortura usando sanguisughe oppure banchetta nell'epilogo. 

Ennesimo divertissement in pellicola di Castle, la cui resa è inficiata, come altrove (vedi Il castello maledetto), dal fatto che il gioco sia estremamente scoperto non riuscendo a coinvolger se non a livello epidermico. L'interpolazione tra Dracula (il castello, il viaggio verso il paese slavo al richiamo dell'amore, l'innominabile Sardonicus) e Frankenstein (la "mostruosità"; il dottore pur qui connotato positivamente, il servo Krull) regala gustosi se pur succedanei momenti ma staticità della trama e il cast piuttosto scadente (Homolka a parte) non fan scattar la scintilla.

In un nebbioso prologo londinese il regista William Castle ci rivela che questa volta vuole raccontarci una storia d'orrore “vecchio stile”. Infatti il film è ambientato nell'Ottocento e non mancano atmosfere brumose e gotiche. In più la vicenda si sposta ben presto dall'Inghilterra a un castello dell'Europa Centrale. Il sorriso sardonico del personaggio principale non è certo all'altezza di quello di Conrad Veidt ne L'uomo che ride di Paul Leni, ma ha sicuramente il suo fascino da horror a basso costo. Anche la facciata del castello sembra un macabro volto che ride.