Claretta - Film (1984)

Mah! Al di là dell'infedeltà storica (clamoroso il mancato risalto delle “imprese” del fratello della Petacci: basti dire che coloro che andarono a morire sul lungolago di Dongo non lo vollero nel loro gruppo), la pecca più grave è aver dato un tono talora fumettistico-dannunziano a quella che è una tragedia personale, sullo sfondo di una tragedia collettiva. Alla fine dei conti si ricordano l’apparizione di Miriam di San Servolo (nome d’arte della sorella di Claretta) e, benché già ben note, le tremende immagini della folla in Piazzale Loreto.

Ricostruzione della vita della Petacci e della sua relazione amorosa con Mussolini. Il personaggio è storicamente interessante ma Squitieri compie una ricostruzione un po' da soap opera, rimanendo in superficie e affidandosi ad una narrazione piatta e piuttosto agiografica. La Cardinale si impegna, ma non sembra molto adatta al ruolo.

Ottima opera biografica del compianto Squitieri. Clara è correttamente ritratta come una qualsiasi donna che ama sopra ogni cosa. Non è chiaro se (come qualche storico afferma) avesse anche capacità politiche, ma sono i sentimenti a riscattarla, specie nei confronti di parenti predoni e dai legami non privi di interessi; ma anche dall'amato Lui, che sicuramente non ha ricambiato cotanta fedeltà. Boratto ottima così come la sorella Miriam, che evidentemente teneva a far luce sui fatti. Cardinale efficacissima, il marito sapeva come pungolarla.

La figura della Petacci, esempio di pervicacia e ostinazione che va oltre l'amore d'interesse, meritava un'analisi: Squitieri dimostra la sua bravura in molte scene (il Duce parla al balcone mentre Claretta è quasi in estasi; il primo incontro con Mussolini, il bombardamento nel carcere, le belle immagini del Vittoriale, l'incontro con il Duce invecchiato) e può contare su una brava Cardinale, ma non sa contenersi e batte sullo stesso tasto più del dovuto, eccedendo inoltre in dialoghi enfatici sulla scorta dalla colonna sonora.