Un assassino per un testimone - Film (1969)

Non troppo interessante storia di un pilota statunitense, arrivato al successo grazie ad “aiuti proibiti”. Ora, però, sarebbe giunta l’ora di ricambiare i favori. Alex Cord è noto per la pessima interpretazione ne L’Etrusco uccide ancora (e qui non è che sia molto meglio). Britt Ekland è nota perché era bellissima. Il regista ha poi diretto alcuni episodi del Tenente Colombo.

Niente di trascendentale, se non un'ottima e celebre colonna sonora. Ripete per l'ennesima volta che contro la mafia c'è ben poco da fare, ma soprattutto che chi ci ha avuto a che fare non può più sperare di uscirne, poiché diventa un mezzo o una pedina da poter utilizzare anche dopo decenni. Il protagonista è più sfruttato nel ruolo di fuggitivo che di pilota d'auto da corsa e si lascia preferire come killer piuttosto che come playboy, quindi direi che i connotati di Cord vadano più che bene. Così così la Ekland, O'Neal e un giovanissimo Scheider.

Da un best seller di Harold Robbins un film discreto con attori e location che rispettano le atmosfere high-class del libro, intorpidite dai legami malavitosi dei vari personaggi. Alan Cord ne è l'atletico protagonista, perseguitato dal proprio passato da cui non riesce a riscattarsi. Il film procede con dignità, eppure il risultato nel complesso è molto più fiacco di quello che ci saremmo aspettati. Piccolo e fugace ruolo anche per Roy Scheider. Non colpisce nel segno.

Dal romanzo "Stiletto" di Harold Robbins, un film che spreca un soggetto potenzialmente interessante annacquandolo con una realizzazione dal taglio più televisivo che cinematografico (non per niente Kowalski dirigerà alcune puntate del tenente Colombo). Neppure la prova degli attori può dirsi memorabile (si ricorda più che altro la bellezza della Ekland), ma colpisce il pessimismo di fondo sull'impossibilità di troncare i legami con la mafia, che si traduce in un epilogo amaro in cui tutti escono sconfitti.