Otello - Film (1951)

Otello
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Titolo originale: Tha tragedy of Othello: the moor of Venice
Anno: 1951
Genere: drammatico (bianco e nero)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/04/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 19/04/07 12:30 - 3015 commenti

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Pazzesco Othello alla Welles, girato in ristrettezze economiche che trasforma in virtù, inventandosi per necessità scene fantastiche come quella nel bagno turco per risparmiare sui costumi! Sembra la cronaca di una lavorazione di Polselli, invece è un genio del cinema che con quattro soldi e una troupe devota gira in Marocco un capolavoro di virtuosismo. Ovviamente Othello c'est lui, per cui potete immaginare il sommesso understatement della recitazione, ma la palma del migliore spetta stavolta al satanico Micheál MacLiammóir/Jago.

Cotola 16/07/08 00:22 - 9044 commenti

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La storia è risaputa anche se Welles non si ispira solo al "bardo" ma anche alla versione operistica che ne fece il nostro Arrigo Boito. Quel che risulta incredibile in questo film invece è la straordinaria messa in scena che può contare sulla prodigiosa tecnica dispiegata da Orson Welles: basti dire che in appena un'ora e mezzo di pellicola sono presenti ben 1500 inquadrature differenti. Con un regista così le ristrettezze economiche non si notano affatto. Una meraviglia per gli occhi.

Pigro 16/08/08 09:23 - 9666 commenti

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Straordinaria rielaborazione della tragedia shakespeariana. Un film visionario e stupefacente, che recupera la lezione dei grandi maestri del muto nelle folgoranti inquadrature di scorci e primi piani, in un b/n pittorico e implacabile, come se le figure sorgessero a fatica dal nero che le inghiotte. Si è trattato di uno dei film più sofferti della storia, girato in maniera frammentaria: e ne è venuto fuori un capolavoro! Grandissimo Welles, anche come attore. La visione del film è un’esperienza che scuote cuore e cervello.

Giùan 8/03/12 12:13 - 4559 commenti

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I sinonimi di capolavoro son rari nella lingua italiana, ma per l'Othello di Welles nessun numero sarebbe stato sufficiente. Singolare caso di opera d'arte in grado di soddisfare esteti, storici e cultori della bellezza cinematografica quanto di scuotere le corde primigenie di ogni anima. Stilisticamente immanente e archetipico nel sostanziare le radici di dualità ultime come bene/male, amore/odio, certezze/fragilità. MacLiammòir è l'untuosa cattiveria del mondo, Welles un Adamo nero istigato dall'intelletto e soggiogato dalla carne. Il bardo è servito!
MEMORABILE: Tutte le 1500 incredibili inquadrature e il come furono girate; "The handkerchief" ripetuto 3 volte da Orson con una progressione rabbrividente.

Deepred89 7/06/14 20:39 - 3706 commenti

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Girato in condizioni praticamente disperate, si tratta a detta di chi scrive di uno dei picchi assoluti di Welles, registicamente grandioso dalla prima all'ultima inquadratura e dotato di una progressione drammatica eccellente. La sceneggiatura impone un ritmo elevato che sacrifica la definizione dei personaggi (Cassio in particolare ne esce assai trascurato), ma si tratta di un peccato veniale, riscattato dalla grande performance del Welles attore, enorme anche con fondotinta marcato e parrucchino afro, come da copione. Eccellente.

Rebis 23/12/15 09:01 - 2337 commenti

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In assoluto, uno dei migliori adattamenti dell'opera del Bardo e, insieme, un capolavoro di Orson Welles, in cui carnalità e barocchismi, impennate visionarie e sperimentazioni visive, abbracciano il testo scespiriano in una potente, voluttuosa sintesi per immagini. Eccezionale il controllo sulla messa in scena operato in tre anni di travagliata lavorazione, tra controversie produttive, crisi coniugali, avvicendarsi di location e attori. Un prodigio illusionistico che esemplifica la poetica della mistificazione cara al maestro. MacLiammòir è lo Jago più virulento mai visto sullo schermo.

Fauno 11/02/18 17:04 - 2212 commenti

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Da salvare: bianco e nero, trucchi, discorso femminista fra Desdemona e l'ancella. Tutto il resto l'obbrobrio degli obbrobri, basato su menzogne meno credibili della vicina di casa più zoticona. Potremmo sempre dargli il massimo per l'attualità dei femminicidi, o parzialmente assolverlo dicendo che non era facile mettere in film una tragedia di Shakespeare con la stessa efficacia, ma visto che per un'ora tocca sorbirsi due personaggi demenziali come Otello e Iago e che l'orgia per l'assenza del nemico la dice tutta, il voto è quasi al minimo.
MEMORABILE: Proprio Orson Welles che fa i giochi di parole e dice che la grazia di Desdemona sedurrebbe un orso...

Daniela 1/04/18 20:16 - 12662 commenti

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Dopo il bel Macbeth, che ne aveva messo in luce il particolare approccio alla tragedia shakespeariana, Welles dirige uno dei suoi capolavori. Se il primo era stato girato in pochi giorni e con mezzi di fortuna, questo richiese tre anni di travagliata lavorazione con frequenti cambi di set ma il risultato lascia stupefatti per la potenza della visione, l'uso creativo del montaggio, la composizione pittorica delle inquadrature. Accanto a Welles, presenza imponente e sensuale nonostante il trucco sommario, si fa notare l'invidioso e sessualmente ambiguo Jago cesellato da MacLammoir.

Thedude94 18/02/21 00:42 - 1097 commenti

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Immensa trasposizione cinematografica dell'opera di Shakespeare, grande esempio di cinema moderno sia per quanto riguarda l'avanguardistica regia di Welles sia per la recitazione eccezionale dell'intero cast, che riesce a spezzare ogni vincolo teatrale, liberandosi di ogni remora e timore. C'è poco da dire, la storia di Otello la conoscono tutti, ma il regista riesce a restituire tutta la tensione e il timore reverenziale che evoca il suo personaggio, mettendo in scena dialoghi eccelsi e uno sguardo micidiale. Ottima anche la colonna sonora che accompagna le scene clou.

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  • Discussione Saimo • 22/02/13 15:11
    Disoccupato - 259 interventi
    Di questo film sono fortunosamente sopravvisuti alcuni rulli di rushes originali, che circolano di contrabbando fra i collezionisti...
  • Discussione Raremirko • 28/10/18 21:24
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Capolavoro assoluto di Welles, fenomenale ad ogni (numerosa) inquadratura.

    Trasporta come in un'altra dimensione, irreale e spettrale; bianco/nero di altissimo livello, regia inarrivabile, ottimi attori, supera di gran lunga anche il MacBeth dello stesso artista.

    Ne uscì dopo pure un making of di 90 minuti, sempre di Welles.


    Film senza tempo, perfetto che, immagino, sarebbe stato apprezzato pure da Shakespeare.