...E alla fine lo chiamarono Jerusalem l'implacabile - Film (1972)

Ignobillimo sub-Trinità col figlio di William Holden (!) infarcito di dialoghi tipo "è nato nel Montana" "ma è ancora in carne" "carne Montana!", con un cast allucinante (Franco Fabrizi fa un pellerossa della tribù dei Tiburtini!), e una tetragona, sorda resistenza all'intelligenza. Come ci sia finita Delia Boccardo (carina) è un mistero, e infatti se lo chiede ancora lei stessa. Per la gioia di Buono Legnani accreditata (ma invisibile) Carla Mancini.

Purtroppo ho perso la vhs dove avevo questo film, talmente imbecille, malriuscito e goffo clone di Trinità da aver allietato diverse serate mie con amici alquanto dementi (e all'epoca rigorosamente singles). Peccato per Toni Secchi, ottimo direttore della fotografia (Quien sabe?) ma davvero c'è solo un film al quale si può accostare questa boiata: Arrapaho degli Squallor!

A cosa ci tocca assistere! Gente gloriosa come il vecchio Wynn e Leroy coinvolti in un tremendo western-barzelletta sulla scorta dei vari Trinità e Provvidenza, infarcito di dialoghi zeppi di volgarità e di un’azione più incline alle padellate (donde il titolo alternativo) che ai pugni e ai colpi di pistola. Il fatto che sia stato diretto da un non regista – altrove validissimo direttore della fotografia - è un’attenuante che tuttavia non salva il film da una bocciatura senza appello.

Alla regia c'è un direttore della fotografia. E la fotografia (non sua, comunque) è l'unica cosa che si salva di questo pasticcio tra western e comicità demenziale, che però non diverte mai (complici una sceneggiatura sgangherata e dialoghi tremendi). Non è noioso tutto sommato, c'è qualche presenza interessante tra i caratteristi, ma si fa dimenticare in fretta e furia. Nel cast Franco Fabrizi e Philippe Leroy.