L'esordio di Massimo Dallamano in regia, fin lì pregiatissimo direttore della fotografia, avviene con un western di bell'impatto stilistico, che mette subito in mostra l'abilità tecnica del suo autore. Forte di una sceneggiatura insolita, che piazza un bel numero dei colpi di scena movimentando non poco la storia, BANDIDOS pone fin dall'inizio il primo dei due protagonisti - Enrico Maria Salerno - in condizioni simili a quelle provate dal Franco Nero di DJANGO l'anno prima: gli sparano alle mani infortunandolo per sempre durante un assalto al treno su cui viaggia. Naturale che covi pensieri di vendetta (anche perché...Leggi tutto era un pistolero provetto) contro chi gli ha rovinato l'esistenza, ma uccidere Billy Kane (un Venantino Venantini forse un po’ debole antagonista principe) non sarà facile. Si alleerà con un un ragazzetto in gamba (Jenkins) cui insegnerà i trucchi del mestiere. Il titolo centra pосо il film, mentre meglio lo fanno certe insolite luci rossastre al tramonto, i bei movimenti di macchina, i campi lunghi e un Salerno sempre esemplare (al punto che è un peccato vederne sfumare la presenza col passare dei minuti). Mai epico come Leone né efficace come Corbucci, Dallamano sa comunque inserirsi con personalità nel genere. Notevole il brano italiano in testa.
Sorprendente e bellissimo western di Dallamano, che descrive l'amaro crepuscolo di Enrico Maria Salerno, già abilissimo pistolero ridotto a esibizioni circensi, che "coltiva" un giovane allievo per vendicarsi del suo precedente discepolo, il cattivissimo Venantino Venantini. Trama edipica come in 7 dollari sul rosso, ma con la carta vincente di un grande attore che offre una prova di gran livello. Come sempre in Dallamano eccellente confezione. Da vedere, un piccolo misconosciuto classico del genere.
Cruda storia di amicizia tradita raccontata con stile personale da Dallamano. Il punto di riferimento è senz'altro il corbucciano Django, da cui si riprendono alcuni tòpoi: il protagonista con le mani invalidate, l'efferatezza di molte sequenze, il pessimismo e la tragicità di fondo. Lo sviluppo della trama, nel rapporto tra il pistolero giovane e quello anziano, ricorda molto anche i coevi Da uomo a uomo e soprattutto I giorni dell'ira. L'interpretazione di Salerno è al solito superlativa e provvista della sua tipica teatralità.
MEMORABILE: La strage del treno; l'agguato sventato nel saloon.
Mah! Un inizio con una bella scena d'inseguimento ad un treno, belle musiche ma tutto il resto non mi è piaciuto. Soprattutto la trama è veramete poco coinvolgente, Salerno in un ruolo non proprio adatto non offre una grande prova e anche Venantini ha troppo la faccia del caratterista per un ruolo così importante.
Un buon risultato per Dallamano, un western con una gran bella fotografia e a metà strada tra lo spag e Dmytryk o Mann, per i paesaggi e il respiro. Niente di trascendentale ma una certa cura che in parte rinuncia a certo trucidume e il desiderio di raccontare un western con un atteggiamento narrativo classico. Ricordi di Petroni nel confronto tra i protagonisti (ma Salerno funziona di più di Van Cleef), una certa complessità nei personaggi. Certo si poteva osare di più ma come spag c'è una certa classe. Brutta canzone di Fidenco (nun se po' sentì).
MEMORABILE: Il training di Ricky Shot tra cui il tiro al metronomo; la carrellata al treno (era meglio senza canzone).
Temi classici (amicizia tradita, mèntore/allievo) per questo discontinuo western. Dallamano si conferma regista più attento all’estetica (bella la fotografia) che alla storia (abbastanza riciclata). L’inizio è svelto, ricco di pàthos (notevole l’assalto al treno), dopodiché si affloscia tra sterili dialoghi e scene eccessivamente diluite restando tuttavia interessante, sebbene privo di mordente. Venantini non si distingue particolarmente come cattivo mentre Salerno invalido non è del tutto credibile (due buchi nelle mani e non sentirli...).
Spaghetti western superiore alla media, diretto dall'allora esordiente Massimo Dallamano, ex collaboratore di Sergio Leone, di cui ne ricalca, ovviamente, lo stile. Il ritmo, infatti, non è proprio il gran pregio del film, ma la storia dai risvolti vagamente psicologici e le buone scene d'azione lo rendono godibile. Buono anche il cast.
La prima regia di Massimo Dallamano (qui sotto lo pseudonimo di Max Dillmann) è un buon spaghetti western che racconta di vendette e amicizie tradite. Tutto parte da un'orribile rapina a un treno che finisce in un bagno di sangue, per concludersi tempo dopo a suon di duelli. Già da questo primo film si percepiscono le grandi qualità di un regista capace di affrontare un po' tutti i generi del cinema italiano con eleganza. Enrico Maria Salerno è una garanzia nei panni del menomato Richard Martin; viscido Chris Huerta in quelli di Vigonza.
MEMORABILE: Richard Martin (Enrico Maria Salerno) che lancia sconsolato il fucile ai piedi di Billy Kane (Venantino Venantini).
Notevole e poco noto esordio di Dallamano, forte, pur nell'ambito del low-budget girato in un villaggio western con finestre dipinte, di gustosi guizzi di regìa (il carrello della bottiglia di whisky che scivola sul bancone), un'atmosfera cinica che solleva la giusta indignazione (il personaggio dell'infermo assetato di una vendetta che gli è impossibile) e un protagonista di livello attoriale d'eccezione: Salerno non ha lo specifico di Franco Nero ma, come farà nel poliziottesco, contribuisce diversamente ad accrescere la generale credibilità.
Già direttore della fotografia (anche per Sergio Leone), Dallamano debutta dietro la macchina da presa con uno spaghetti-western ben confezionato, discretamente violento e che pur non privo di analogie con altre pellicole dello stesso genere, propone anche alcuni risvolti non troppo prevedibili sia nella trama sia nelle psicologie dei personaggi, anche se forse a rimanere maggiormente impressi sono gli scontri a fuoco. Cast poco incisivo, a parte il sempre bravo Salerno, ma nel complesso è un titolo non inferiore ad altri ben più blasonati.
MEMORABILE: L'iniziale assalto al treno; L'agguato al saloon; Il finale.
Ottimo "spaghetti", ben diretto e interpretato. Salerno è il sanguigno che si muove diretto verso la sua vendetta, Venantini il criminale spietato con qualche regola nei confronti di chi rispetta, Jenkins il notevole "onesto" che sa farsi rispettare. La vicenda è piuttosto classica ma risulta dinamica nella visione e presenta qualche tratto con gli "attributi" che la rende inadatta ai bambini. Grande lavoro per il maestro d’armi, con l’apprezzato realismo durante le sparatorie (le pistole hanno sei colpi e quando finiscono vanno ricaricate). Finale non scontato.
MEMORABILE: La terribile strage sul treno; I "giochi" con le pistole; Il finale.
La fiumana di morti ammazzati nei primi dieci minuti mette subito in chiaro che si fa sul serio. Dallamano all'esordio pesca nell'infinito calderone del western nostrano trovando spunti e situazioni nei migliori esempi del genere, modellati con la fondamentale lezione del suo maestro Leone. Il racconto procede, non speditissimo ma seguibile, grazie a una sceneggiatura non banale e a qualche intelligente trovata. Di livello la confezione, con Foriscot che trova spesso la luce giusta, cast forse non tutto all'altezza con Salerno che gioca in un altro campionato. Nel complesso buono.
MEMORABILE: L'assalto al treno iniziale; L'accordo "sussurrato" tra Jenkins e Venantini.
Dallamano si mette in proprio per questo spaghetti western nel quale, per quanto si intravvedano doti che risalteranno nei successivi lavori del regista, si arriva in fondo con poca soddisfazione. La storia è piuttosto convenzionale e il cast poco convincente: Salerno, già splendida voce per Eastwood e grandissimo attore, sembra fuori ruolo e il buon Venantino Venantini, tra le seconde/terze linee, alla lunga mostra la corda nel ruolo di cattivo. Peccato, perché il feroce incipit con l'assalto al treno lasciava presagire ben altro.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Numerose le opzioni home-video, tutte con italiano: Giappone, Germania, e Italia ma solo in edicola (numero 28 della collezione "I grandi classici del western all'itlaiana" Fabbri.
MusicheGuru • 3/08/10 14:54 Servizio caffè - 460 interventi