Vinyl - Film (1965)

Vinyl
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Vinyl
Anno: 1965
Genere: commedia (bianco e nero)
Note: Messa in scena dello stesso romanzo ("A clockwork orange" di Anthony Burgess) da cui è stato tratto "Arancia meccanica".
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Sei anni prima che ci mettesse sopra le mani Kubrick per trasformarlo in quel capolavoro assoluto che è ARANCIA MECCANICA, iI romanzo "A clockwork orange" di Anthony Burgess fu lo spunto di quest'opera sperimentale firmata Andy Warhol. VINYL più che a un film assomiglia ad un quadro in movimento: camera fissa a riprendere, dall'alto, due metri quadrati all'interno dei quali Warhol s'impone di girare l'intera pellicola (un'ora circa): uno accanto all'altro, i personaggi si avvicendano a parlare col protagonista Victor. Dapprima lo vediamo accoppiarsi con un coetaneo, quindi discutere con un...Leggi tutto avvocato e infine subire dal medico la "cura Ludovico", durante la quale viene legato a una sedia (la stessa dove poco prima stava seduto l'avvocato) e costretto ad assistere a filmati violenti (da lui descritti ma che noi non vediamo). La cinepresa non si sposta mai e inevitabilmente qualche testa viene prima o poi "tagliata" dal quadro di ripresa. Solo verso la fine l’immagine "stringe" e l'ampiezza del campo viene ridotta al punto da mostrare solo porzioni d'immagine e primi piani. Un film sconvolgente, avanguardistico, indubitabilmente geniale, che riesce a schematizzare un romanzo complesso in un set di due metri per due; sul fondo e in primo piano si muovono anche una decina di comparse. Dialoghi frammentari, minimali, a volte semi incomprensibili (doppiaggio italiano curato da Enrico Ghezzi), un bianco e nero d'effetto, i nomi del cast e della troupe citati a voce a metà film, durante l'azione, come fossero parte integrante di un commento fuori campo inesistente. Peccato che l'idea intrighi per i primi dieci minuti e poi si trasformi in noia.

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Il Gobbo 28/12/07 18:11 - 3015 commenti

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Uno dei più intriganti film di Warhol, e anche uno dei più "film" (ma sempre troppo lungo): a ben vedere c'è persino la trama, rara avis in altri prodotti della factory. Naturalmente molti elementi di culto, dalla genesi letteraria che anticipa com'è noto Kubrick, alla presenza - di per sè mitica - di Edie Sedgwick, musa inquietante fra le più inafferrabili degli anni '60 (e non solo, come dottamente ricorda Mughini). Tuttavia sarebbe troppo negare che la noia, a un certo punto, faccia capolino...

Lucius 17/03/13 00:33 - 3015 commenti

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Nonostante l'immagine fissa, l'opera prende forma grazie ai cambi di scena in diretta e il risultato è uno dei film più autoriali di Andy Warhol (preceduto solo da Blue movie, che resta il suo gioiello). Impregnato di sadomasochismo puro, evita ogni volgarità e si concentra sul senso della pratica. Kubrick con Arancia meccanica e Madonna con "Sex" affronteranno lo stesso argomento. Il risultato può sconvolgere, ma può anche piacere...

Saintgifts 28/10/16 19:44 - 4098 commenti

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Non voglio dire che se un film di questo tipo fosse stato girato da un emerito sconosciuto nessuno lo conoscerebbe (oltretutto nel 1965 Youtube forse era solo nei sogni fantascientifici di qualche novello Verne, per cui giusto qualche intimo e paziente amico del regista lo avrebbe visionato), ma lo dico lo stesso e con convinzione. A Warhol posso riconoscere l'idea di tradurre in pellicola lo scritto di Burgess e di averlo fatto in estrema economia, forse per divertirsi. Apprezzo l'arte di Warhol in altre espressioni, non nel cinema. Curioso.

Leandrino 24/10/21 10:03 - 511 commenti

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Esile messa in scena per un'intensa rivisitazione del libro di Burgess. I drughi operano all'interno di un locale, tra una nascosta tortura a base di cera di candela e il ballo sfrenato del loro leader; gli attori perlopiù improvvisano, seguono una traccia. L'effetto è straniante e a volte inquieta: simbolo ne è la Sedgwick imbambolata, attivata solo nel momento del ballo. Un po' ridondante verso la chiusura - la "cura" impartita a Victor, estremamente diluita - ma in ogni caso opera underground decisamente di alto livello.

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  • Curiosità Lucius • 17/03/13 00:41
    Scrivano - 9063 interventi
    Il film vede l'intero cast assemblato in un'unica inquadratura, con la macchina da presa che resta immobile a riprendere un unico punto per tutta la durata.
    Gli attrezzisti si muovono in diretta, on stage, trasformando l'unico set come a teatro.