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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Lo sguardo insolito di Carlo Lizzani sulla Milano del "boom", con un Ugo Tognazzi chiamato a impersonare Luciano Bianchi, provinciale (viene da Guastalla, in Emilia) trasferitosi nel capoluogo lombardo con l'insana intenzione di piazzare prima o poi un bel po' di tritolo nel grattacielo sede della CIS, l'azienda che l'ha licenziato dopo la tragedia nella miniera dove lavorava. Una vita difficile, nuova, alle prese con le abitudini della metropoli e con un'amante romana e comunista (Ralli) insieme alla quale vive "more uxorio" in una pensionaccia di periferia. Riassunto alla CIS per "far polvere" negli uffici contribuendo a una rivistina trimestrale,...Leggi tutto Luciano sperimenta le ristrettezze economiche mentre la moglie e il figlio sono lontani, rimasti in quella Guastalla in cui lui di fatto non fa mai ritorno.

Movimentato da una struttura a flashback che si fa sentire fin da subito, quando sembra che lui e l'amante si salutino definitivamente in Stazione Centrale dopo un anno di convivenza, il film sperimenta altre trovate inusuali come il protagonista che si rivolge direttamente al pubblico anche se intorno a lui l'azione continua, fermi immagini inattesi... Una narrazione frammentata che rispecchia la frenesia della vita milanese, che sa puntellare con intelligenza la trasformazione caratteriale di un uomo volubile, indeciso, a tratti rassegnato a capire come tanti ideali di gioventù si frantumino di fronte a praticità e realismo. Uno spaccato azzeccato, con begli scorci in città che riprendono non solo il centro storico ma anche la periferia, i "quartieri satellite" (il Giambellino, dove Luciano dice di abitare) e che restituiscono con gusto l'atmosfera del tempo, cui contribuiscono anche un paio di interventi cantati di Enzo Jannacci al bar, seduto con la chitarra poco sotto il mento.

Quel che tuttavia manca è la capacità di rendere il film godibile scendendo a fondo nei personaggi, raccontandone episodi davvero ficcanti e non solo esemplificativi di una condizione sociale tutto sommato ben descritta. A volte Lizzani si perde in divagazioni superflue, allunga le scene rallentando il ritmo senza dare al film la giusta grinta, nonostante belle notazioni ironiche che Tognazzi sa interpretare al meglio. Se quindi dal punto di vista formale LA VITA AGRA fornisce una lettura moderna del suo tempo inquadrando con gusto splendori e miserie della capitale morale, dall'altra appare freddo, distaccato, mai davvero in grado di emozionare come si vorrebbe. Tutto sembra scivolare addosso a Luciano senza troppo toccarlo, e per quanto la cosa sia evidentemente una scelta atta a comunicare l'indifferenza del protagonista ai drammi che lo sfiorano, ponendolo in una situazione di falsa superiorità, d'altro canto lo condanna a una scarsa empatia. Azzeccata la colonna sonora di Piccioni, spassose le scene in cui si descrive la sopraffazione del pedone rispetto alla prepotente invasività delle auto. Indubbiamente le qualità al film non mancano e risiede forse nella sceneggiatura (tratta dall'omonimo romanzo di Luciano Bianciardi) la scarsa corrosività, a dispetto delle apparenze.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/03/07 DAL BENEMERITO ALMAYER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/06/23
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Almayer 30/03/07 13:07 - 169 commenti

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Splendido Lizzani del 1964. Tognazzi e la bellissima Giovanna Ralli sono superlativi, ottime le musiche di Piccioni, sceneggiatura di Amidei, Vincenzoni e Lizzani, tratto dal libro di Luciano Bianciardi (in parte autobiografico). Una sorta di Una vita difficile alla rovescia, con Luciano Bianchi speculare a Silvio Magnozzi. Splendida la rappresentazione della Milano del boom, e delle "megacorporation" ben rappresentate successivamente da Fantozzi. A mio avviso tappa fondamentale di una certa cinematografia italica, per capire il periodo storico.

Il Gobbo 29/10/07 09:34 - 3015 commenti

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Molto buono. Aderente al testo del grande Bianciardi, accorato e sferzante, letteralmente dominato da un Tognazzi maestoso (come lo stesso Bianciardi ebbe a dire). Girato anche con più cura del solito da Lizzani, che anticipa anche visivamente certe atmosfere da alienazione industriale in chiave grottesca che costituiranno un sotto-filone vitalissimo del cinema anni '60. Forse non un capolavoro, ma un film fondamentale anche in prospettiva storica.

Gugly 12/08/08 21:34 - 1185 commenti

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Un uomo si vuole vendicare delle storture della società ma... film che è in alcune parti è profetico rispetto agli anni a venire, mentre di specifico offre innovazioni tecniche e artistiche come la voce fuori campo e l'appellarsi del protagonista direttamente allo spettatore. Tognazzi, praticamente sosia di Bianciardi, delinea un altro dei suoi personaggi "non-leone" che troveranno una buona nicchia nella società, la Ralli disegna da par suo una donna indomita che risulta migliore del compagno. Terza attrice Milano.
MEMORABILE: Il blocco delle macchine e dei pedoni per attraversare; il colloquio con il televisore; "c'era il boom economico" (siamo nel 1964).

Pigro 19/08/08 09:21 - 9635 commenti

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Dopo un disastro in miniera, un professorino va a Milano per far saltare il grattacielo della compagnia, ma scopre il miracolo economico. Storia caustica, amara, quasi violenta nel denunciare in tempo reale l’evoluzione sociale del nostro paese. Lizzani costruisce una narrazione convulsa, sincopata, sgraziata, con un montaggio che definirei ‘jazz’. Peccato che la bella intuizione non riesca a funzionare al meglio, come se il regista non avesse davvero osato forzare fino in fondo e rimodellare i codici cinematografici.

Cotola 8/07/10 19:59 - 9009 commenti

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Attualissimo e riuscito film di Lizzani che mette molta carne al fuoco ma lo fa con grande lucidità ed in maniera pungente ed efficace arrivando anche a precorre i tempi di certe tematiche: si parla già, seppure solo tangenzialmente, di alienazione Buona la sceneggiatura, tratta dal bel romanzo di Bianciardi, che dà vita ad un plot non del tutto fluido e lineare (ma non è un difetto) ed eccezionale la prova attoriale di Tognazzi. Una delle migliori regie di Lizzani.
MEMORABILE: Certi discorsi di Tognazzi che ho trovato più che mai attuali.

Stefania 7/05/10 01:21 - 1599 commenti

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Da apocalittico a integrato: le velleità di ribellione di Luciano collassano di fronte alle lusinghe del consumismo, anche a causa dell'indole piccolo borghese del protagonista. Tognazzi cerca la complicità dello spettatore parlando direttamente in macchina, ma non comunica mai vera amarezza o indignazione. Neppure quando la sua utopia anarcoide si rivela una bugia, esattamente come il miracolo economico. Il film si ricorda più per certe trovate, come la visita al Pirelli e le segretarie semi-robotizzate, che per spessore o forza polemica.

Renato 13/01/10 13:03 - 1648 commenti

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Film narrato in flashback, con uno stile spesso anche molto originale; e però la storia non coinvolge: forse perché il protagonista parte come anarchico pronto a far saltare un grattacielo, finisce come borghese perfettamente integrato nel sistema ma Lizzani e Bianciardi scelgono di non spiegarci il perché. A livello stilistico salta un po' troppo tra la commedia di spirito ed il registro drammatico, forse più adatto al tipo racconto. Ottima la Ralli, e particina per il grande Pippo Starnazza.

B. Legnani 14/04/10 00:55 - 5523 commenti

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Interessante opera di Lizzani che manca però di compattezza (nella seconda parte c’è qualche giro a vuoto e le metàfore – come l’assordante volume del jukebox – sono eccessive), ma che ha momenti notevoli. Grandi Tognazzi e la Ralli (ovviamente smagliante). Location milanesi azzeccate, addirittura con lo sferisterio della pelota basca! Curioso che il momento che più si ricorda sia quello dell’arrivo della moglie, con la Ralli che finge di essere solo una segretaria: sono loro che sono formidabili in quel momento o sono io così italiano da apprezzare particolarmente la nostra improvvisazione e la commedia pura?
MEMORABILE: Il citato arrivo della moglie.

Enzus79 17/07/10 17:21 - 2873 commenti

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Opera abbastanza interessante anche se poco coinvolgente di Carlo Lizzani. Come il boom economico italiano cambi il pensiero delle persone. Ugo Tognazzi è bravo, così come gli attori di contorno. La durata è un po' troppo lunga per questo tipo di storie...

Liv 4/03/13 09:32 - 237 commenti

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Ottimi Ugo Tognazzi e Giovanna Ralli in un film che, volendo dirla tutta, riesce noioso. Per altri versi, poi, gli intellettuali "contro" sono penosi quanto gli "integrati": la gente comune ha più buon senso. Però vale la pena di vederlo e di meditare sul boom economico maturo nella Milano non ancora presa di mira dalla mano armata degli intellettuali, dai parassiti e dai difensori di tutti questi. Si lavora e si produce. Però... come passa il tempo: oggi nessuno più farebbe un film del genere.

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Deepred89 9/06/13 18:02 - 3704 commenti

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Commedia industrial-contestataria a suo modo emblematica, che riassume tutti i pro e i contro del genere: regia intrigante, montaggio con forti echi godardiani, trama arzigogolata ed episodica, cast notevole, un sottile ma costante filo di noia intervallato da qualche lampo di genio. Interessante, ma la mancanza di vero coinvolgimento si fa spesso sentire.

Matalo! 18/12/13 16:49 - 1378 commenti

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Per me, che amo Bianciardi, il film sembra un riassuntino modestamente ispirato a uno dei romanzi più beat mai scritti in Italia. Bianciardi legge la Milano dei suoi tempi, la città dei soldi, la New York italiana con il timbro che donò alle righe di Henry Miller. Qui, nonostante il film sia anche guizzante, ci si concentra soprattutto sul privato, scorrendo in fretta le pagine del libro. Tognazzi non ha nulla di Bianciardi ma è bravo. La Ralli è semplicemente meravigliosa da vedere, bellezza "concreta". Milano è ritratta in modo appropriato.
MEMORABILE: Gli slogan dei Carosello citati alla fine (in realtà di Marchesi); La Milano delle latterie e del Giamai con Jannacci e Gil Cuppini.

Vitgar 21/05/15 10:51 - 586 commenti

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Buon film di Lizzani, di quel filone post-realista che diede un po' di ossigeno alla cinematografia italiana. Sceneggiatura abbastanza rispetosa del romanzo di Bianciardi, offre un ironico quadro dell'Italia in pieno boom di cui una fumosa Milano è l'emblema. Ottimo Tognazzi, Ralli intrigante e raggiante. Cameo di Iannacci. Buona la colonna sonora di Piccioni. Da vedere per chi ama la commedia italiana.

Manrico 30/12/15 08:45 - 95 commenti

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Il libro, meraviglioso, di Bianciardi è (volutamente) altra cosa, ma questo Lizzani incerto tra commedia e piccoli sperimentalismi, profetismo socioeconomico e inquietudine umana è un film che vale la pena di rivedere. Per un fantastico Tognazzi, una bella e brava Ralli, una Milano non ancora da bere, in cui convivono il traffico e le taverne coi discorsi impegnati, la posta pneumatica e le pensioni da poche lire. Gli si perdona il ritmo a tratti sfilacciato perché è - in fondo - un film che parla di noi più di molti altri.
MEMORABILE: Il monologo sul sesso alla taverna; Il colloquio "telematico" di lavoro; L'indifferenza del bar per l'uomo colto da malore.

Pessoa 21/12/16 16:09 - 2476 commenti

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Splendida commedia "agra" di Lizzani sul riflusso post boom economico, dove si cominciano a intravedere i prodromi di un`insoddisfazione sociale che sfocerà nel '68. Il taglio documentaristico tipico del regista lascia questa volta molto spazio all'estro di un Tognazzi in stato di grazia capace di alternare con successo molti registri recitativi, trovando nella Ralli un'adeguata comprimaria. Interessanti molti degli spunti del film, davvero all'avanguardia per quei tempi e che l'hanno fatto invecchiare molto bene. Senz'altro da rivalutare.
MEMORABILE: "In futuro non ci saranno più prodotti naturali negli alimenti, ma solo il loro nome".

Alex75 28/12/16 09:33 - 878 commenti

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Trasposizione di Bianciardi che, pur mantenendosi sempre nell'alveo della commedia, mostra inquietudini destinate a esplodere negli anni a venire (in particolare riguardo ad alienazione, rivolta, consumismo e rapporti di coppia). Lizzani è maestro nel descrivere situazioni, ambienti e caratteri e il personale tecnico (ci sono Fraticelli e Menczer), ma soprattutto gli attori (in particolare, Tognazzi è impeccabile e a suo agio con una Ralli splendente) fanno al meglio la loro parte.
MEMORABILE: Il colloquio con i televisori; La Pensione De Sio; La “teoria delle segretarie”; I due svizzeri; Le considerazioni di Tognazzi in latteria.

Rufus68 8/06/17 00:16 - 3825 commenti

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Conservare l'odio per la vendetta, impossibile, così come mantenere la purezza. Bianciardi nei primi anni Sessanta già aveva capito tutto: la prostituzione degli intellettuali al potere economico (Tognazzi passa da Garcia Lorca alla pubblicità), l'incomunicabilità (il dialogo al bar sovrastato dal frastuono e dall'indifferenza degli avventori), la disfatta della tradizione, il consumismo come destino invincibile della nazione. Beffardo e definitivo.

Daniela 24/07/17 02:29 - 12622 commenti

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Intellettuale di provincia giunge a Milano con l'intenzione di compiere un'azione dimostrativa contro la sede della grande società responsabile di un disastro minerario, ma, come spesso avviene, invece di cambiare il mondo, finisce per adeguarsi... Dal bel romanzo di Bianciardi, un apologo acido sul boom economico e la società dei consumi, in cui l'ottimo Tognazzi si rivolge spesso direttamente allo spettatore. La narrazione "jazzistica" non è esente da pause e lungaggini, ma l'originalità del film ed anche la sua attualità a distanza di mezzo secolo sono tali da farne perdonare i difetti.
MEMORABILE: Le segretarie e i francobolli

Paulaster 26/11/18 10:29 - 4389 commenti

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In seguito allo scoppio di una miniera vogliono far esplodere la proprietà per vendicarsi. Contenuti della storia che descrivono il cambio della società dall'anarchia all'uomo medio, dagli ideali al soldo, ai primi segnali d'alienazione. Interessante lo stile di Lizzani, anche se si serve di spiegazioni in mdp del protagonista. A Tognazzi manca il fisico del bombarolo e con la Ralli forma un duo adatto ai siparietti da commedia. Milano non è opprimente ma è necessaria, come location.
MEMORABILE: L'arrivo della moglie con la Ralli che finge d'essere la segretaria; Gli slogan; Tognazzi sul cornicione; Jannacci che canta.

Maxx g 11/11/18 16:43 - 632 commenti

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Un Tognazzi piuttosto godibile in un contesto che dovrebbe far riflettere, anche pensando alla situazione lavorativa attuale. La sua partner, Giovanna Ralli, è efficace, come del resto tutto il cast. Quello che non funziona è il suo procedere a corrente alternata, sovente sfociando nel surreale. Il che non guasterebbe, se fosse meno continuo. Rimane un'opera da vedere, anche se non suscita grandi entusiasmi.
MEMORABILE: L'incubo di Tognazzi.

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Lythops 3/12/18 19:38 - 1019 commenti

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Film che vorrebbe ritrarre la società degli anni '60 ma che senza volerlo risulta attualissimo anche oggi, per quanto siano cambiate le terminologie ed evoluti i mestieri. Coerente nelle idee, ma non sempre nel ritmo, ci illustra il lento adeguamento di un impegnato e convinto intellettuale di provincia a tutto ciò che fino a poco tempo prima aveva odiato. Nulla è lasciato al caso e la moderma alienazione c'è tutta, telemarketing compreso. Grande Lizzani, grande Ugo.
MEMORABILE: Le sostanze naturali nell'alimentazione moderna sono destinate a scomparire.

Rocchiola 10/07/19 14:41 - 953 commenti

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Una delle più originali commedie sul boom economico degli anni 60, narrata come un lungo flashback in cui se ne incastrano altri brevi che motivano le intenzioni dinamitarde del protagonista e girata con uno stile molto free memore della nouvelle vague. Una tendenza sperimentale che penalizza la fluidità del racconto ma non la forza dei contenuti, che offrono una pungente accusa al sistema consumistico e un’arguta analisi della resa dell’individuo di fronte ai compromessi del sistema. Ottime musiche di Piccioni. Bella e brava la Ralli.
MEMORABILE: “Non sei bello ma c’hai qualcosa”; L’esibizione del coro paesano di fronte alla segretaria tedesca scosciata; Le richieste dei minatori al loro capo.

Modo 23/07/19 22:47 - 948 commenti

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Vedendo il film verrebbe da dire che la vendetta va consumata subito onde evitare che il tempo e le situazioni ne affievoliscano l'ardore e ne ribaltino l'originario intento. Bella commedia dolceamara portata avanti ottimamente da Tognazzi. Peccato che il ritmo narrativo non sia dei più veloci e spesso ci si perda in inutili lungaggini. Oggi come ieri i comportametni umani non sono poi così cambiati, i sentimenti e l'alienazione non mutano allo scandire degli anni. Film godibile e i flashback non disturbano la trama.

Giùan 12/08/19 15:31 - 4539 commenti

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Prelibata lepre nel ricco carniere cinematografico, ancor troppo poco studiato e men che meno compreso, di Maestro Lizzani. La generosa versatilità tipica del suo Cinema, pesca qui tre formidabili atout: commedia all'italiana coi suoi tic, tipi, caratteri, il fenomenologico romanzo di Bianciardi e certe fluide schiettezze da Nouvelle vague. Il tutto compendiato in uno sperimentalismo sincretico di graffiante disincanto, eccezionalmente vivo e pulsante di presaghi vaticini sulla società italiana e il patrio costume. Perfetto Ugo, Ralli sgargiante di frustrazione.

Gabrius79 3/09/20 23:39 - 1420 commenti

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Carlo Lizzani dirige un ottimo Ugo Tognazzi e una godibilissima Giovanna Ralli in questo film piuttosto interessante ambientato nell’Italia dell boom economico. La trama talvolta appare confusa perché si mette troppa carne al fuoco, ma il mestiere degli attori riesce in parte a compensare i difetti. Ci sono comunque momenti coinvolgenti che strappano qualche risata amara.

Nando 9/11/20 15:05 - 3810 commenti

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Lizzani con il suo stile dal taglio giornalistico tipo reportage narra le vicende di un intellettuale di provincia pronto a effettuare un'azione dimostrativa verso i suoi datori di lavoro salvo cambiare idea adagiandosi nel benessere. Una bella denuncia all'arrivismo degli anni 60 che si avvale di un cinico Tognazzi, appropriatissimo. Certo alcune situazioni appaiono lievemente prolisse, ma nel complesso si assiste a una pellicola di livello.

Reeves 30/10/22 12:25 - 2172 commenti

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Il più bel film di Carlo Lizzani e uno dei film che meglio racconta cos sia stata l'Italia del boom e della morte delle ideologie (anche se pochi anni dopo il 1968 ci dirà che le ideologie non erano affatto morte). Bel romanzo di Bianciardi portato sullo schermo da un Ugo Tognazzi in stato di grazia; tutto perfetto anche nei personaggi secondari e un finale memorabile.
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  • Discussione Gugly • 12/08/08 01:29
    Portaborse - 4710 interventi
    Dopo il film è stato trasmesso un documentario su Lizzani nel quale, tra l'altro, si vede Luciano Bianciardi, ovvero l'autore del libro dal quale è stato tratto il film: beh, appena l'hi visto sono rimasta basita, è uguale a Tognazzi,stessa corporatura , stessa pettinatura e quasi stessa espressione del viso.
  • Curiosità Roger • 12/11/15 23:36
    Fotocopista - 2919 interventi
    Il libro che Luciano Bianchi (Tognazzi) traduce con l'aiuto di Anna (Ralli) è The fox in the attic, di Richard Hughes:

  • Curiosità Zender • 27/02/17 18:20
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Musiche Alex75 • 12/04/17 17:33
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Enzo Jannacci esegue "L'ombrello di mio fratello" e "Ti te se no"

    https://www.youtube.com/watch?v=4_Vp2Af4Wy0

    https://www.youtube.com/watch?v=pE56tI_OgQA
  • Homevideo Rocchiola • 10/07/19 14:43
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    La RHV ha uno standard qualitativo mediamente alto, ma in questo caso ha toppato. Nel libretto interno si parla di master restaurato e rimasterizzato ma la visione smentisce tale informazione dimostrando che la pellicola sicuramente non è stata restaurata, forse rimasterizzata ma senza alcun restauro. Il video infatti presenta diverse puntinature e macchiette ed una definizione non proprio memorabile. Come bianco-nero è poco incisivo e tendente spesso al grigio. Poi c’è la chicca finale con l'’indicazione del primo e secondo tempo a metà del film, cosa praticamente mai vista su DVD !!! Sembrerebbe che hanno usato una copia destinata alla trasmissione televisiva. L’'audio originale monofonico è discretamente potente e chiaro. Insomma a me sembra una mezza presa in giro, una di quelle cose alla "Cecchi Gori" per intenderci.
    Ultima modifica: 11/07/19 07:58 da Rocchiola