La ballata di Stroszek - Film (1977)

La ballata di Stroszek

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/03/07 DAL BENEMERITO CAESARS
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Caesars 29/03/07 11:58 - 3779 commenti

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I film di Herzog non sono mai facili né banali e per alcuni possono risultare altamente indigesti. Questo non fa certo eccezione. È però un film molto bello, imperniato sulla figura di un emarginato che fugge da una triste realtà berlinese per cercare riscatto nella società americana; gli saranno compagni una ex prostituta e un vecchio. Eccezionale l'interpretazione dell'attore non professionista Bruno S., visto anche in L'enigma di Kaspar Hauser. Decisamente buono.

Alex75 29/12/15 09:46 - 878 commenti

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Impossibile riscatto di un emarginato attraverso una serie di "promesse mancate", soprattutto quella di un’America terra di opportunità ma anche aliena (per il protagonista la barriera linguistica è insuperabile), violenta e crudele con chi cade. Spoglio eppure ricco di simboli, coinvolge emotivamente grazie alla spontaneità degli attori, "presi dalla vita" (spicca l’espressivo Bruno S., che mette tutto se stesso nel ruolo di un perdente per il quale è impossibile non provare simpatia).
MEMORABILE: Il bambino prematuro; “L’America me l’ero immaginata molto diversa... ”; Bruno paragona l’America al riformatorio; Il banditore; La giostra del finale.

Pinhead80 7/12/10 12:48 - 4720 commenti

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Questo di Herzog è un film sul rifiuto della società nei confronti dell'inserimento all'interno della stessa, di chi nella vità ha difficoltà. La storia di Bruno ed Eva, che passa dalla Germania agli Usa, è una lenta parabola involutiva. Ai protagonisti è preclusa ogni speranza di ribaltare le sorti della propria vita. Herzog filma tutto con stile documentaristico e in modo tale che la realtà si fonda/confonda con la fantasia. Un piccolo gioiello.

Xabaras 29/01/11 19:58 - 210 commenti

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Un furgoncino in fiamme, l'enigmatico balletto di un pollo da luna park e un cartello con la raggelante affermazione "Is this really me!" per descrivere la falcidiante caduta dell'uomo moderno Bruno S., irrimediabilmente alienato nella depravata società consumistica contemporanea dove ormai speranze e desideri (affettivi come esistenziali) sono destinati a passare o finire catastroficamente nella polvere. La lucidissima raffigurazione di un'America esausta e preda di un orribile incubo senza fine lascia il segno e non si dimentica certo facilmente.

Mickes2 19/08/12 16:43 - 1670 commenti

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Uomo appena scarcerato torna nella sua casa berlinese per ricominciare una vita, ma la società violenta e priva di sbocchi non glielo permette; così decide di emigrare negli USA, assieme a due amici, per fare fortuna. Il sogno americano per Herzog è più che altro un incubo ad occhi aperti. Amarissima parabola sull’emarginazione e sulle barriere linguistiche, insormontabili e quindi occasione di prevaricazione sui più deboli. Gli occhi di un outsider dinanzi a un disagio dalle radici profonde, inestirpabili, quindi alienanti, spietate, ciniche.
MEMORABILE: L'asta; L'impiegato di banca, portatore di notizie non proprio positive (nella sua lingua ovviamente); Il finale.

Enzus79 19/11/12 15:11 - 2874 commenti

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Bellissimo film di Werner Herzog. Parabola di un uomo che cerca fortuna in America. Come ogni personaggio creato da Herzog, Stroszek risulta simpatico e difficile da odiare: si prova quasi compassione per lui. Una storia drammatica che passa anche attraverso scene ilari (su tutte quella dell'asta).

Pigro 14/01/14 14:45 - 9636 commenti

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Stroszek è un alieno, un secondo Kaspar, un emarginato della società, che tenta la fortuna emigrando in America con una prostituta e un vecchio, ma la disillusione è in agguato. Su una sceneggiatura scritta visibilmente in 4 giorni Herzog innerva una storia non-storia, in cui la sua fissazione per l’anti-eroe si impelaga negli echi dei suoi primi film sgangheratamente visionari. Film talvolta noioso e a tratti fulminante, come in tutta l’insinuante parte finale, in cui la disperazione trasfigura in ruspanti simbolismi.

Cotola 3/07/15 19:04 - 9013 commenti

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Herzog firma una pellicola dal sapore decisamente fassbinderiano per il tono disilluso e crudele della storia e per la cattiveria con cui vengono trattati i personaggi. Il sogno americano resterà tale ed alla fine ognuno dovrà fare i conti con le sue miserie e con una dur realtà. Diviso in due: convince più nella parte statunitense (bella la descrizione della provincia americana) che in quella berlinese (più ordinaria ma non certo brutta). Notevoli gli ultimi dieci minuti in cui le azioni del protagonista sono ironicamente e simbolicamente contrappuntate da musiche e giochi "lunaparkeschi".
MEMORABILE: Gli ultimi minuti in cui le azioni del protagonista sono accompagnate da musiche e giochi da luna-park. L'enorme tacchino. Il camion in fiamme.

Lythops 17/05/16 09:54 - 1019 commenti

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Un film che è un documento obiettivo sull'emarginazione naturale, cioè quello che si verifica da sempre quando la vita a margine non è una scelta ma una realtà e basta, governata dall'ingenuità e da una debolezza di cui non si può fare a meno e che inevitabilmente porta a una fine. Se da Herzog non esce mai un cinema d'intrattenimento, il suo Stroszek non può essere affrontato senza preparazione perché le ipocrisie, la società e le persone sono ritratte senza nulla edulcorare. E la pietà va trovata in noi stessi.
MEMORABILE: Il discorso del direttore del carcere a Bruno.

Rebis 24/08/16 15:29 - 2332 commenti

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Passare dal vecchio al nuovo mondo, superare un limite geografico e culturale alla ricerca dell'utopia, in un paesaggio mitico - la frontiera - che si fa luogo di alienazione. L'identità di Stroszek e il riflesso di un processo di adattamento, la risposta al contesto sociale, un loop pavloviano che è reazione ad un sogno venduto e negato, concesso e prezzato: prima musicista squattrinato, poi cowboy laconico, infine gangster estemporaneo. Bruno S. ci mette faccia, corpo, cuore e pezzi della sua stessa vita. Un Herzog ispirato e disilluso, antropologico, ma sempre pervaso di straniante ironia.

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Minitina80 20/07/16 09:56 - 2980 commenti

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Una prostituta, un vecchio e un ex galeotto; tre figure che incarnano alla perfezione l’universo degli emarginati e dei reietti della società. Di un pessimismo dilagante e senza che mai un barlume di speranza faccia luce nei poveri sventurati. Un dramma che ricorre al disperato e ultimo appiglio del sogno americano per cercare di rimettere in piedi una vita al limite della sopravvivenza. Suscita un condensato di emozioni tra rabbia e impotenza, pietà e compassione, in particolare per Stroszek, interpretato magnificamente da Bruno S.

Vitgar 15/05/17 09:24 - 586 commenti

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Importante film, emblematico del cosiddetto periodo del "nuovo cinema tedesco". Tematiche esistenziali e disagi sociali che attingono a pieni mani alla letteratura mitteleuropea del Novecento. Herzog poi è un grande regista, sensibile e attento ai dettagli di una vita "strampalata". Ambientazioni in Germania e nel Wisconsin che si richiamano l'una all'altra, buona fotografia. Raccomandato.
MEMORABILE: Gli animali nel finale.

Paulaster 13/09/18 10:15 - 4391 commenti

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Trio ai margini lascia l’Europa per cercare fortuna in Wisconsin. Doppia ambientazione. A Berlino non si lascia spazio all’immaginazione: tutto è putrido e si vive nella violenza. Nel prosieguo americano la colpa viene attribuita di più alla società e alla sua corsa al denaro. Come spesso accade nella cronaca Usa, alla fine qualcuno imbraccia un fucile e sfoga tutto il suo rancore. Conclusione simbolica ma eloquente sul pensiero di Herzog. Bruno S. si distingue per il suo viso da uomo mai cresciuto.
MEMORABILE: Il bambino prematuro; La canzone suonata nel cortile; Il battitore d’asta; La seggiovia con l’auto in fiamme.

Rocchiola 24/06/20 11:07 - 953 commenti

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Quello di Stroszek è un Herzog abbastanza insolito più vicino ai coevi road-movie di Wenders. La prima parte ambientata in una Berlino dura e violenta ricorda anzi le parabole sugli umili emarginati di Kaurismaki. La seconda, sullo sfondo di una provincia americana mai più così fredda e inospitale, è una lucida critica al modello di vita americano. Un elogio dei perdenti girato con stile disadorno e recitato per la maggioranza da attori non professionisti, che malgrado qualche lentezza è ancor oggi capace di regalare momenti di struggente e malinconica poesia.
MEMORABILE: I soprusi a Bruno da parte dei protettori di Eva; La vendita all'asta della casa mobile; La rapina; Il luna park indiano.
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  • Curiosità Fabbiu • 2/02/09 14:26
    Archivista in seconda - 652 interventi
    è il film che ha visto Ian Curtis poco prima del suicidio.

    fonte (per niente attendibile): Wikipedia.
  • Curiosità Caesars • 6/09/12 09:31
    Scrivano - 16800 interventi
    Per chi fosse interessato a conoscere qualcosa sulla vita del protagoonista di questo film:

    "Bruno S., all'anagrafe Bruno Schleinstein (Berlino, 2 giugno 1932 – Berlino, 10 agosto 2010), è stato un attore, pittore e musicista tedesco.

    Figlio illegittimo di una prostituta, maltrattato da bambino, ha trascorso gran parte della sua infanzia tra orfanotrofi, istituti di correzione e carceri. Ottimo pittore e musicista autodidatta, abile nel suonare la fisarmonica e il pianoforte, è stato costretto a lavorare nelle fabbriche, come manovratore di carrello elevatore, mentre il fine settimana si esibiva come musicista di strada eseguendo ballate nei giardini e nei cortili.
    Scoperto dal regista Werner Herzog grazie al documentario Bruno der Schwarze (1970) di Lutz Eisholz Herzog gli affidò la parte di protagonista nel film L'enigma di Kaspar Hauser (1974), nonostante non avesse nessuna esperienza cinematografica. Fu anche protagonista di un altro film di Herzog, La ballata di Stroszek (1977), che il regista tedesco scrisse apposta per lui in pochi giorni. Il film presenta apparentemente parecchi tratti comuni con la vita di Bruno, compreso l'uso del proprio appartamento e dei propri strumenti.
    Nel 1994 è protagonista del cortometraggio Vergangen, vergessen, vorüber di Jan Ralske.

    Si è anche dedicato alla pittura e alla musica. Alcuni dei suoi quadri sono stati esposti nel 2004 al Outsider Art Fair di New York. Inoltre ha pubblicato un CD di musica sua.
    [tratto da wikipedia]
  • Musiche Alex75 • 30/12/15 17:47
    Call center Davinotti - 709 interventi
    La colonna sonora comprende due brani eseguiti da Chet Atkins: "By The Time I Get To Phoenix" e "The Last Thing In My Mind". Sono brani scritti negli anni '60 rispettivamente da Jimmy Webb e Tommy Paxton.
    https://www.youtube.com/watch?v=lxS3i-tb8uI

    https://www.youtube.com/watch?v=pYByADTvN58

    Il parossistico brano che si sente nel finale è invece eseguito dall'armonicista Sonny Terry e si intitola "Old Lost John" (non so se sia una sua composizione)
    https://www.youtube.com/watch?v=0IBC0uXcPKQ

    Vengono proposte inoltre due sonate di Beethoven (la "Sonata di Mezzanotte No. 2 in Do diesis, op. 27" e la "Sonata No. 26 in mi bemolle maggiore, op. 81a 'Les Adieux")
    Ultima modifica: 20/06/16 17:46 da Alex75
  • Homevideo Alex75 • 20/06/16 17:44
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Uscito in vhs nel 1988 (in un'edizione per il noleggio pubblicata dalla CGD Videosuono), è stato riproposto in digitale nel 2004 dalla Ripley's Home Entertainment, in un'edizione con due DVD, uno dei quali contiene tre documentari girati negli USA (tra cui "How Much Would a Woodchuck Chuck", in cui si ritrova Ralph Ward, il banditore presente nella "Ballata di Stroszek").
  • Homevideo Xabaras • 16/12/18 04:27
    Galoppino - 63 interventi
    Doppio dvd della Ripley disponibile dal 16/01/2019
  • Homevideo Rocchiola • 22/06/19 08:29
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Ottimo prodotto come sempre da parte di Ripley's Film, con un'unica domanda "perché non fate il bluray?". Immagine pulita, giusta nei colori e ben definita. Audio italiano originale monofonico e rielaborato in 5.1. Tra le due tracce non vi è gran differenza di potenza ma personalmente per una volta ho trovato un pochino più performante il 5.1. Un intero disco di extra ed un libretto a colori con informazioni varie.
  • Discussione Xabaras • 20/09/19 06:35
    Galoppino - 63 interventi
    Herzog deve probabilmente aver letto "America o il disperso" di Kafka pensando a questo film.