Jonas, che avrà 20 anni nel 2000 - Film (1976)

Ossimòrico, visto che è un film svizzero con forte assunto anticapitalista… Ottima trasposizione sullo schermo delle delusione del Sessantotto, ambientata, forse non a caso, a Ginevra, città destinata a diventare una delle capitali della globalizzazione. Davvero eccellenti le interpretazioni. Deliziosa Miou Miou, qui frontaliera francese che non sempre rispetta le leggi della Confederazione, che si fa sentire pure mentre canticchia. Solo per cinquantenni e oltre.

L'incontro casuale di otto personalità distinte, eredi delle agitazioni sessantottine che a loro modo hanno lasciato ad ognuno di essi quel pizzico di anticonformismo che li pone nel reale concreto ma nell'astratto dell'utopia speranzosa. Un film che s'interroga sulla civiltà, sul tempo, sul cambiamento e lo fa con un'ottima caratterizzazione dei personaggi aiutati da ottimi dialoghi. Uno squarcio sulla coscienza, un disincanto collettivo che, sotto un quieto pessimismo, ripone in Jonas l'augurio di una società migliore in cui poter crescere e vivere.

Al centro della pellicola, una casa di campagna attorno alla quale ruotano quattro coppie di delusi dal '68, che tuttavia continuano a immergersi nella sua ideologia. Film non per tutti, estremamente simbolico, dall'andamento a tratti farraginoso, eccessivamente ragionato e intellettuale ma di grande fascino, con un montaggio delle scene particolare. I francesi sono tra i più bravi a realizzare film di questo tipo e lo confermano anche qui. Molto buono il cast. La sua simbologia lo rende distante, non facile, ma merita una visione.