Ottimo inizio, ma prosecuzione assai altalenante (Vita privata di Sherlock Holmes di Wilder gli è decisamente superiore). Rivedere il genio di Baker Street è sempre un piacere e questa volta non fa eccezione: la lunga deduzione che Holmes fa nello studio di Freud è la scena più divertente del film (oltre ad andare trionfalmente incontro al desiderio dello spettatore). Il resto, pur nella grande cura formale, sta sotto, talora di poco, talora di molto. Non molto convincente, stavolta, il grande Alan Arkin (Freud).
Divertente e godibile pellicola che ha per protagonista il celebre investigatore di Baker Street che viene coinvolto, suo malgrado, in un'avventura abbastanza complicata che in parte lo riguarda personalmente. Non tutto funziona alla perfezione, ma in ogni caso piacevole.
Si conferma una tendenza di diverse trasposizioni cinematografiche del personaggio più celebre di Conan Doyle: grande cura per la ricostruzione storica, ottimi costumi, aplomb inglese, recitazione classica e teatrale, ma anche una certa banalità di fondo nella storia. Certo, si tratta di una trasposizione dall'omonimo romanzo di Meyer, però per gli amanti del grande investigatore anche questa trasposizione cinematografica appare insufficiente. Attori poco in parte, se si eccettua la Redgrave, bella e dal volto spigoloso.
Divertente rilettura del Mito di Sherlock Holmes, dove viene coinvolto anche il celebre Freud. In pratica, si mantiene fedele al libro da cui è tratto (autore Nicholas Meyer autore, tre anni dopo, del bel L'uomo venuto dall'impossibile), con un buon ritmo e con un cast azzeccato nei rispettivi personaggi. I migliori: Duvall e Olivier. Merita quanto meno una visione.
Fra le avventure spurie, non ha l'eleganza malinconica della Vita privata di Wilder, nè lo spirito di Senza indizio con l'impagabile coppia Caine/Kingsley. La responsabilità non è tanto della trama, intrigata come d'obbligo e con uno spunto curioso (l'incontro fra l'investigatore del crimine e l'investigatore della psiche), quanto di un cast molto promettente sulla carta ma poco ispirato, per cui, dopo un inizio brillante, risulta solo mediamente godibile ed inferiore alle aspettative, al di là di una certa cura nella ricostruzione ambientale.
Da un romanzo apocrifo scritto da Nicholas Meyer un film che ha per protagonista uno Sherlock Holmes che in trasferta in Austria incontra Freud e affronta un caso complicato. Il film sulla carta promettente non è molto riuscito; la sceneggiatura ingarbugliata e lo scarso carisma degli interpreti ne fanno opera pretenziosa e noiosa. Si può evitare.
Essendo Holmes un paradigma dell'ideologia razionalista e "sospettosa" dei suoi tempi appare naturale (oltre che affascinante e divertente) farlo incontrare ad uno dei protagonisti reali di tale mondo: Sigmud Freud. Trama gialla in secondo piano, mentre la vera verve della pellicola sta nel confronto tra il metodo deduttivo di Sherlock e quello analitico di Freud e ognuno dei due impara qualcosa dall'altro. Grande il Watson di Robert Duvall, che finalmente non è una caricatura e rende giustizia allo spirito di Doyle.
MEMORABILE: Freud: "Quando ha iniziato a drogarsi?" Holmes: "All'università... ero molto infelice". Cento anni prima o cento dopo la storia è sempre la stessa...
Credo che il vero protagonista in questo caso non sia il celebre investigatore (non per questo non fa la sua parte, in deduzioni e acute osservazioni, ed anche in azione) ma Sigmund Freud (un ottimo Alan Arkin, ma anche il resto del cast non scherza). È il celebre psicanalista che mette in grado tutti di muoversi e di muoversi al meglio. Ogni personaggio ha comunque il suo spazio e dà il suo apporto per far scorrere la vicenda, ricca di risvolti, in cui non mancano neppure rigurgiti antisemiti. Forse troppe le visioni di Holmes.
Era già successo in pellicole precedenti che Holmes incontrasse personaggi famosi della sua epoca come Jack lo Squartatore. In questa produzione fa coppia con Sigmund Freud, l'indagatore della mente, ma i risultati sono altalenanti, malgrado l'idea interessante. Il punto più debole è proprio Holmes psicoanalizzato: il trauma infantile per spiegare la sua personalità è semplicistico e forzato. Comunque per buona parte del film ci si diverte.
Uno Sherlock Holmes assai diverso da quello creato da Conan Doyle (e infatti la fonte è un romanzo apocrifo) viene messo a confronto nientemeno che con Sigmund Freud. Bel ritmo, elegante ricostruzione d'epoca e cast di lusso in cui spiccano Arkin e soprattutto Duvall (un Watson davvero credibile), senza dimenticare i piccoli ma incisivi ruoli per Olivier, la Redgrave e la Eggar, mentre Williamson cresce con il passare dei minuti. La trama, alla fine, non è niente di che, ma questo è il classico film in cui ci si affeziona ai personaggi.
MEMORABILE: Le deduzioni di Holmes nello studio di Freud; L'inseguimento sui treni.
Solido, divertente e forse uno dei migliori fra gli innumerevoli film dedicati al personaggio creato da Conan-Doyle. Merito di una trama vivace (per gli standard del 1976), non convenzionale e di una riuscita ambientazione viennese con incluso un giovane e dinamicissimo (forse perfino troppo) Sigmund Freud. Ma il punto focale del film è Nicol Williamson (l'iconico Merlino di Excalibur), attore superbo che dona a Holmes un'umanità del tutto inedita per il personaggio. Non male neanche lo Watson di Robert Duval.
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A me risulta (vedere anche Imdb) che il film sia uscito nelle sale col titolo "Sherlock Holmes: soluzione settepercento" (come riportato negli aka.
Non ho mai visto invece "Sherlock Holmes e la soluzione settepercento". Pertanto, salvo smentita, metterei la titolazione attuale nelle note, preceduta da: "e non" (oppure come aka, se esistesse anche questo titolo). Chiamo comunque anche B.Legnani, che credo abbia inserito la scheda, per sapere che ne pensa.
DiscussioneZender • 17/10/13 16:46 Capo scrivano - 1 interventi
Ok, cambiato titolo, grazie Caesars. Quanto all'aka preferisco non essere perentorio con gli "E non". Meglio un aka non certo. Magari in tv è stato trasmesso così.
HomevideoXtron • 17/08/15 21:12 Servizio caffè - 2149 interventi
Ecco il dvd CULT MEDIA
Audio italiano e inglese
Sottotitoli in italiano
Formato video 1.85:1 anamorfico
Durata 1h48m52s
Extra: Galleria fotografica