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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/02/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 18/02/07 19:03 - 5523 commenti

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Nobile assunto, ma film indeciso (fra denuncia civile e concessione all'erotismo, fra recitazione composta - la Brochard - e quella eccesivamente sguaiata - la Tolo, che cerca inutilmente di imitare la Magnani, nel film di Castellani cui Rondi fa fin troppo chiaramente riferimento). Calcare troppo sugli aspetti di denuncia (penso alla figura della Cumani Quasimodo), rischia di cadere nel grottesco, nel non credibile, e quindi nel non far arrivare a bersaglio la denuncia. Gineceo favoloso: oltre alle citate, la Schurer, la Christine (sì! La vittima designata) e la Galbó (sì! Gli orrori del Liceo).

Schramm 25/11/07 16:15 - 3490 commenti

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Abominevole e augurabile solo ai peggiori nemici. Definirlo da metadone sarebbe onorarlo. Come abbia fatto a reggere fino ai credits finali lo sa solo Brunello Rondi. Vale una palla, cosa che effettivamente è. Da evitare come gli ufficiali giudiziari.

Undying 4/07/08 21:05 - 3807 commenti

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Uno dei primi e più riusciti (causa professionalità del regista e degli interpreti) Women in Prison di stampo italiano. Incentrato sulle vicende della nuova introdotta all'interno d'un carcere femminile, che devo sopportare ogni tipo di vessazione, a cominciare dalle ispezioni intime (decisamente forti nella versione integrale). Il tema predominante (ovvero il sesso) è esplorato in maniera distorta, come già era accaduto in un altro dramma, sempre siglato da Rondi (Valeria Dentro e Fuori, 1972). Sicuramente un titolo di punta nel genere...

Fauno 22/03/10 15:42 - 2208 commenti

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Di forte impatto emotivo, ma non travolgente come altri film dello stesso regista, forse anche perché la protagonista sembra un pesce fuor d'acqua e la si apprezza più che altro per la sua caparbietà a difendersi e a credere in una giustizia. Vincono la Tolo, con le sue espressioni sprezzanti e sarcastiche, i visi truccati della Schurer e la meraviglia strabiliante della Christine... Sembra che Rondi l'abbia fatto apposta a far torturare la più bella...
MEMORABILE: La rivolta, ma anche la scena sotto la doccia.

Renato 27/04/10 11:09 - 1648 commenti

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Women in prison di quelli teoricamente a mezza strada tra le nobili intenzioni e le concessioni al pubblico. In realtà il lato sociale è piuttosto debole, con le solite accuse al sistema che opprime le donne eccetera; ed anche a livello exploitation il film non mi ha convinto più di tanto. Certo si tratta di un film vitale, forse persino troppo con queste donne che non fanno altro che fare caciara appena possono; ma nel complesso l'ho trovato deludente.

Homesick 5/05/10 08:47 - 5737 commenti

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Avvalendosi della consulenza alla sceneggiatura del criminologo Semerari, Rondi getta un’occhiata polemica contro il sistema carcerario e mediatico, ma nello stesso tempo cede ai richiami del wip puro – nudi, ispezioni corporali, secondine sadiche, docce, masturbazioni, lesbismo, rivolte – per il quale dispone di una nutrita manovalanza femminile, ben caratterizzata nel fisico e nell’animo: innocente e sensibile la Brochard, burina romantica la Tolo, ribelle la Christine, vezzosa la Schurer; al di là delle sbarre, una ieratica Cumani e una fragile Galbò. Acconce musiche di Verrecchia.

Daidae 11/07/10 04:26 - 3168 commenti

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Film su donne in prigione che per la prima volta anzichè puntare unicamente su sesso e violenza dà spazio anche a una - ridicola - denuncia sociale. Certe scene sono talmente esagerate da far ridere, vedi quando Christine chiama e chiede di parlare col presidente della repubblica (sic!) o la rivolta fatta da donne spogliate a forza. Mediocre, considerando anche il livello delle altre pellicole italiane (e estere) su questo (per fortuna oggi tramontato) sottogenere.

Gugly 5/08/12 01:28 - 1185 commenti

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Brunello ci crede, tanto è vero che qua e là vediamo passare i tòpoi dell'universo concentrazionario (umiliazioni, secondine come kapò, ecc.); peccato che il pretesto da cui il film parta sia ridicolo e la vicenda si sviluppi peggio, con notevoli concessioni a donne nude, lesbismo e altre wipperie del genere. La Tolo, identica a Liz Taylor, magnaneggia fastidiosamente a più non posso, la Brochard ha gli occhioni spalancati e la Schurer i capelli sempre a posto. Insopportabilmente lunga la sommossa.
MEMORABILE: L'orgia dentro la cella (tanto per passare il tempo)!

Markus 6/08/12 13:12 - 3682 commenti

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Rondi alle prese con il dramma del carcere (furbamente femminile e ancor più furbamente di belle donne) in cui può - come al solito - mostrarci i suoi concetti arzigogolati e infarciti di luoghi comuni. Recitazione un po' sopra le righe da parte della Tolo (che scimmiotta la Magnani), per il resto una serie di bei volti con un'anima costruita a tavolino. Le poche note di denuncia civile (se così si può dire) si sciolgono come neve al sole, poiché i dialoghi sono da commedia dell'arte... comica!

Didda23 6/08/12 18:06 - 2426 commenti

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Brunello, autore mai banale, denuncia il mondo perverso e squallido dei carceri femminili, utilizzando gli stilemi classici del proprio stile. Peccato che la sceneggiatura parta con il giusto piglio per poi accartocciarsi su se stessa, offrendo una seconda parte ripetitiva e poco densa di significato. Ulteriore nota dolente è la prova della Tolo, che recita decisamente sopra le righe dando al personaggio poca veridicità. Mediocre, ma interessante.

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Trivex 10/01/22 10:41 - 1740 commenti

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Impostare un “wip” con credibili connotati di denuncia sociale appare già quantomeno discutibile. L’exploitation è "speculativa", non va a braccetto con situazioni del genere e alla fine non si capisce l’intento del regista e soprattutto la confusione finisce per regnare sovrana. La versione “tagliata” non contempla scene pesanti, facendo emergere un prodotto drammatico ma estremamente poco riuscito. Dialoghi tremendi, interpretazioni sopra le righe, situazioni che non sposano la logica e si sviluppano quasi fosse una tragica parodia di un tema da prendere invece molto sul serio.

Panza 5/06/22 20:26 - 1834 commenti

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Qualche momento di alienazione delle detenute colpisce, però non si può non rimanere perplessi per certi momenti melodrammatici (alcun dialoghi sono ridicoli) o per il ricorso a scene erotiche fini a se stesse. Rondi, che dirige con mano svogliata, lambisce la superficie del tema carcerario e ripiega su un più scontato "woman in prison" con gli usuali approcci lesbici tra le detenute. Discrete le attrici femminili, ma l'unica a lasciare il segno è Maria Cumani Quasimodo, un'altera madre superiore, purtroppo utilizzata in poche scene. Ridonanti le musiche di Albert Verrecchia.

Cerveza 4/03/23 08:07 - 358 commenti

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La solita bazzecola come pretesto per buttare la Brochard in un carcere stile Guantánamo, e poi si parte con la giostra "WIP" dalle solite violenze, torture e lesbismo. Andamento schizofrenico condotto da una Marilù Tolo tanto ammaliante quanto insopportabilmente sguaiata (già ci basta la Magnani). Perennemente sopra le righe, ogni tanto esplode innescando rivolte demenziali con le comparse che ridono girando in tondo come streghe al sabba, oppure incita le coinquiline all'ammucchiata. Più che un carcere sembra un ospedale psichiatrico… ma pure quelli fuori non stanno meglio.
MEMORABILE: Le carcerate truccate, pettinate e ingioiellate; L'applauso dopo il ‘solitario’ in doccia; Il trombettiere che suona la carica ai celerini.
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