Un anno con 13 lune - Film (1978)

Un anno con 13 lune
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Titolo originale: In einem Jahr mit 13 Monden
Anno: 1978
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "Un anno con tredici lune". Il titolo prende spunto dalla credenza che negli anni con 13 lune (tra cui, appunto, il '78, ed anche il 2007) le persone particolarmente sensibili siano soggette a grandi depressioni.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/02/07 DAL BENEMERITO ATTIS78
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Attis78 6/02/07 10:43 - 22 commenti

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Un innovativo accostamento immagine-suono accompagna uno tra i migliori film di Fassbinder. Lontano dalle atmosfere ovattate e dalle ottiche sfocate di Querelle de Brest, il cineasta qui affronta temi quali la morte con asciutta crudezza. MEMORABILE la scena del mattatoio, con il monologo della trans che ritorna con la ex moglie nel luogo in cui era macellaio. Il vuoto esistenziale che ne esce è così triste da lasciare desolati. La morte chiude l'inutile ricerca dell'amore di una vita.

Pigro 4/07/08 10:25 - 9666 commenti

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Pieno di immensa amarezza e dolore, il film di Fassbinder è un omaggio a chi è “troppo sensibile” di fronte al dolore dell’esistenza, come il protagonista che ha cambiato sesso per amore e ora è abbandonato e solo. Un film profondo e spietato, anche per l’impietosa struttura di lunghi monologhi e dialoghi di stampo teatrale e per la crudezza delle scene (tra cui l’incredibile sequenza del mattatoio). Un film che entra nel profondo e scuote. Sublime.

Pinhead80 2/06/10 11:56 - 4760 commenti

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Sconvolto dal suicidio del suo compagno di vita Armin Meier, Fassbinder gira questo film, che vede come protagonista Elvira, un uomo che ha cambiato sesso e che durante il suo percorso troverà abbandono e incomprensione. In questo film vi è una carellata dei tipici personaggi fassbinderiani, con le loro frustrazioni e la loro eccentricità. In tutta la pellicola aleggia una sorta di disperazione, che cela una grande richiesta di aiuto.

Stefania 20/02/11 14:53 - 1599 commenti

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E' nessuno e centomila, Erwin-Elvira, ma non è mai se stesso. Bravo bambino per compiacere le suore, marito e padre per compiacere Irene, transessuale per compiacere Anton. L'obliterazione della libido e dell'identità è il prezzo che inutilmente paga per ricevere quell'amore che gli viene costantemente negato. Il suicidio è l'unica scelta che gli appartiene interamente, la morte è una liberazione per lui come per quelle bestie che, un giorno, trascinava al mattatoio. Cromatismi sontuosi da melò sirkiano amplificano fino al disagio l'intensità di un film lancinante, profondo, abbagliante.
MEMORABILE: Il bianco, il rosso e il nero del mattatoio. L'infanzia di Erwin raccontata dalla suora.

Homesick 16/10/11 20:31 - 5737 commenti

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Complemento intimista e filosofico de Il diritto del più forte. La rinuncia alla propria identità nell’illusione di conquistare il cuore e la fiducia del prossimo è un altro esercizio delle leggi hobbesiane di una società cinica, dalla quale gli animi più sensibili non possono sfuggire se non togliendosi la vita. Amarezza e solitudine incidono il volto di Volker Spengler, asessuato e fluttuante nelle avvolgenti scenografie chiaroscurali che scandiscono ogni tappa del suo calvario di Erwin/Elvira. L’insostenibile scena del mattatoio farebbe impallidire il Deodato di Cannibal holocaust.
MEMORABILE: Il racconto del sogno del cimitero; il dialogo con il suicida; la visita a moglie e figlia.

Mickes2 9/04/12 12:50 - 1670 commenti

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Sorda, sobria e struggente richiesta d’amore e d’umanità in un mondo che oramai ha perso entrambe. Asimmetria della personalità in un animo sensibile alle prese con la voglia di felicità. Le camere fisse di Fassbinder delineano un contesto che fa del cinismo la propria virtù. E tutt’intorno la disperazione e il disagio di chi di fronte alla vita ha voluto sempre anteporre l’altruismo e lo spirito di adattamento per farsi accettare e amare. Intimismo dal forte, penetrante impatto emotivo e denso di acuto realismo. Glaciale e intenso.
MEMORABILE: La scena nel mattatoio.

Cotola 17/08/12 12:35 - 9043 commenti

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Straziante e disperato film di Fassbinder che racchiude in sé tutto il profondo pessimismo che da sempre permea le opere del regista tedesco. La breve "odissea" vissuta dal protagonista è fatta di tanti personaggi, scene e dialoghi (e spesso anche monologhi) che non si dimenticano facilmente e che si alternano sulla scena in modo ininterrotto, in un fluire magmatico ed incandescente. I ritmi sono quelli soliti: lenti e sinuosi ma che avvolgono lo spettatore fino a scuoterlo profondamente. Bravissimo il cast che è fassbinderiano al 100%.
MEMORABILE: La lunga e sconvolgente scena del macello. Il sogno sulle lapidi. “Dio non può essere così crudele” “Oppure non esiste”. “Non bisogna mai raccontare tutta la verità”.

Lucius 30/12/13 17:01 - 3015 commenti

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La fragilità del(la) protagonista incarna l'umanità e la sofferenza di chi non riesce a essere padrone della propria vita, finendo per lasciarsi andare a un'esistenza sopra le righe. Grande pellicola interpretata magistralmente da Volker Spengler e diretta e fotagorafata con estrema perizia tecnica. La solitudine come unica compagna di una vita che non conosce l'Amore. Un film dalle mille virtù, straordinariamente autentico e attuale. Disperato.

Zio bacco 10/10/14 17:31 - 240 commenti

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Sconsigliato a una visione superficiale. Fassbinder qui elabora uno struggente condensato di disagio esistenziale, che culmina nella morte vista come unico scampo dal dolore. L'esigenza di aiuto, l'incomunicabilità della propria amarezza nonché l'incapacità di essere accettati sono il filo conduttore dell'opera, scandita da toccanti monologhi. Di forte impatto anche a livello visivo (su tutte la cruda scena del mattatoio), la pellicola ha il difetto di talune inquadrature talora troppo dispersive (specie nella prima parte). Per veri intenditori.

Deepred89 1/04/15 21:31 - 3706 commenti

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Bellissimo finale, ma per arrivarci occorre mantenersi desti dinnanzi a una narrazione fatta di blocchi che spesso non portano da nessuna parte, talvolta appesantiti da un'ironia non particolarmente efficace e senza un lato visivo tanto stimolante da sorreggere il tutto. Certo, la sfiga cosmica che permea la vita del protagonista (bravo Spengler) possiede la giusta carica acida e crudele e il film, pur se a singhiozzi, riesce così a tirare avanti fino all'appagante sequenza conclusiva. Comunque, non tra i migliori del regista.

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Paulaster 29/03/24 18:01 - 4419 commenti

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Transessuale viene lasciato dal fidanzato. Fassbinder sfoga i suoi dolori personali e gira un film dalla sceneggiatura al limite della disperazione (discreta anche la fotografia, dello stesso regista). Spengler evita l’effetto macchietta e si lascia maltrattare (nel pestaggio stile Kieslowski e sbalzato dall’auto). Trama a blocchi in cui i monologhi sono scritti benissimo e catturano sempre l’attenzione (soprattutto al mattatoio e dalla suora). Alcuni momenti spiazzano, per l'umorismo nero o perché volutamente faceti. Conclusione ampiamente drammatica, sul filo del grottesco.
MEMORABILE: Il sangue colato; Il suicidio; La parola d’ordine; Vestito da tennis.
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  • Discussione Buiomega71 • 27/07/12 11:48
    Consigliere - 25998 interventi
    Pigro, ho ascoltato il tuo consiglio. Mi sono pigliato il dvd della Dolmen . Adorando Fassy non poteva mancare nella mia collezione .
    Ultima modifica: 27/07/12 11:49 da Buiomega71
  • Discussione Pigro • 27/07/12 14:31
    Consigliere - 1661 interventi
    Oh che bello! Sono curioso di leggere cosa ne pensi...
  • Discussione Buiomega71 • 27/07/12 15:26
    Consigliere - 25998 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Oh che bello! Sono curioso di leggere cosa ne pensi...

    Sicuramente Pigro...Mi ha sempre ispirato questo Fassbinder...La trama, poi, e bellissima!
  • Discussione Rebis • 27/07/12 15:28
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Beh, è un capolavoro. Uno dei Fassbinder più belli e dolenti. Ti piacerà, non ho dubbi :)
  • Discussione Buiomega71 • 27/07/12 15:29
    Consigliere - 25998 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Beh, è un capolavoro. Uno dei Fassbinder più belli e dolenti. Ti piacerà, non ho dubbi :)

    Bhè Rebis, a questo punto devo dire che l'acquisto era quasi d'obbligo...