Time - Film (2006)

Time
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Titolo originale: Shi gan
Anno: 2006
Genere: drammatico (colore)
Regia: Kim Ki-Duk

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/01/07 DAL BENEMERITO FLAZICH
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Flazich 29/01/07 13:29 - 669 commenti

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Il cinema di Kim Ki-Duk è fatto di poche persone, piccoli concetti che si stratificano uno sull'altro, e anche Time non si discosta dal suo stile. In esso ritroviamo i simboli del suo cinema come il rapporto indissolubile che esiste tra l'uomo e l'acqua, il dolore del rapporto tra le persone e la ciclicità degli eventi: il finale a tal proposito è esemplificativo. La trama, nel raccontarsi, è come se si svolgesse su un nastro di Moebius. Alcune scene sono di una purezza incredibile. intimista.

Lucius 4/08/09 20:54 - 3015 commenti

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Una storia sentimentale e al contempo drammatica incentrata sulla chirurgia estetica e la paura di invecchiare e di non essere sempre piacenti. Amaro e realista quanto basta, questo convincente film di Kim Ki Duk, uno dei registi più originali dei nostri tempi. Disperato.

Stefania 4/04/10 02:48 - 1599 commenti

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Si dice: ingannare il tempo! Il tempo che cambia le persone, i loro legami. Seeh-Jee vuole che niente cambi: perciò cambia lei. Vuole essere amata come il primo giorno da Jii-Woo, perciò si presenta a lui con un nuovo volto. Il ricorso alla chirurgia plastica "radicale" racconta l'urgenza di essere amati, la paura di non esserlo più. Astratto e magico, il film incanta nel ritrarre l'aporia di cui Seeh-Jee è contemporaneamente artefice e vittima, ansiosa com'è di essere riconosciuta dall'altro, incapace com'è di riconoscere se stessa, affamata di eternità, smarrita nell'effimero.

Pinhead80 11/04/10 13:45 - 4760 commenti

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Un film sull'amore che si identifica aldilà di ogni tipo di estetismo. La ricerca della certezza nei confronti di un sentimento che, per sua natura, certo non è, ma che vive di alti e bassi continui in un equilibrio proprio. Il presente viene vissuto con dolore e, mentre l'identità non sembra subire trasformazioni, il volto si deforma in un insulto all'amore. Il tempo non ricompone ciò che l'uomo ha distrutto.

Mickes2 14/08/11 19:32 - 1670 commenti

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Il tempo che scorre veloce, il vissuto tormentato di una donna che ha paura di perdere ciò che gli sta più a cuore. Kim torna a far parlare i suoi personaggi riflettendo su temi come l’amore, l’identità, i giorni che passano e il bisogno di essere amati. Una società sfuggente e consumista fa da cornice ad un rapporto morboso e straniante: Ji-woo e Seh-hee sono padroni del loro destino, come tutte le persone di questo Mondo; Kim descrive l’autodistruzione morale e fisica con amaro pessimismo e inesorabile concretezza.
MEMORABILE: Il finale.

Cotola 17/08/11 23:58 - 9043 commenti

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Intrigante nello spunto di partenza, lo è un po’ meno nello svolgimento narrativo che, come accade già altre volte al regista, pur non mancando di interessare, lo fa solo a tratti a causa di una certa ripetitività. Stavolta però manca la ricerca di una perfezione formale e di un estetismo che in alcuni casi e sembrato troppo fine a se stesso. Nel finale il film si avvita su se stesso in modo circolare e singolarmente polanskiano.

Galbo 8/04/15 19:22 - 12393 commenti

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Kim Ki Duk affronta temi alti come il trascorrere del tempo e la manipolazione dei corpi, oltre ovviamente a quello della passione sentimentale. La realizzazione del film non è tra le più felici. Nonostante l'eleganza formale infatti, la sceneggiatura è alquanto limitata e ridicolizza i personaggi principali; un uso assai limitato dell'ambientazione contribuisce alla poca riuscita del film, decisamente un passo falso per il regista coreano.

Fedeerra 11/05/20 22:50 - 770 commenti

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L'indecifrabilità dei rapporti umani e il mistero dell'ossessione sono gli ingredienti di questa limpida tragedia moderna. Un piccolo, piccolissimo film, sommerso da gesti e comportamenti, sangue, rabbia e incurabili verità. L'amore sembra aver perso ogni suo splendido gioco; Kim Ki-duk, invece, sembra non avere etica; solo motivi, tanti. Lontano forse dai capolavori che hanno fatto conoscere il cineasta sudcoreano in tutto il globo, ma vale comunque la visione. Prezioso.

Paulaster 8/04/21 09:42 - 4419 commenti

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Ragazza si cambia i connotati per far innamorare di nuovo il suo fidanzato. Scelta al limite per descrivere il pessimismo sentimentale di fondo e per condannare l'uso troppo disinvolto della chirurgia estetica da parte dei giovani coreani. Ki-Duk fatica a rendere fluidi i passaggi che divengono alla lunga schematici nella sua teoria d'infelicità collettiva. Rispetto ad altri film è meno poetico, e anche se non usa la violenza, le scene forti son presenti (in clinica). Alla fine resta solo un gran senso di solitudine.
MEMORABILE: La maschera sul viso; Le foto sulle statue; I preparativi all'operazione facciale.

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