La fonte meravigliosa - Film (1949)

La fonte meravigliosa

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/01/07 DAL BENEMERITO FLAZICH
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Flazich 25/01/07 17:46 - 667 commenti

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Intenso dramma che usa come pretesto l'ideologia di un architetto (ispirandosi a Wright), per porre/porsi quesiti che vanno oltre il semplice stile architettonico di un edificio. Girato con uno stupendo e profondissimo bianco e nero, il regista si chiede se nella società moderna americana massificata ci sia posto ancora per individui, come Rourke, che vedono le cose sotto un'altra prospettiva (ecco perchè l'architetto). Anche se girato negli Anni 40 le tematiche sono ancora attuali. Riflessivo

Il Gobbo 28/05/07 09:20 - 3015 commenti

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Una delle trasposizioni cinematografiche (la prima è italiana, Addio Kira) di testi di Ayn Rand, scrittrice e filosofa teorica dell'individualismo estremo - qui anche sceneggiatrice. L'architetto Howard Roark è uno dei suoi eroi più emblematici. Essendo al servizio di una tesi precisa il meno che si possa dire è che i personaggi sono schematici, ma la potenza hollywoodiana classica della regia di Vidor, la sua concezione clasica di cinema larger than life e la solidità degli interpreti mantengono tutt'oggi il film vedibile, sebbene con qualche sorrisetto.

Supervigno 26/07/09 18:09 - 229 commenti

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Efficace anche se necessariamente schematica trasposizione cinematografica di un libro molto amato da chi scrive, visto oggi soffre un po' della diversità di stile recitativo, che rende alcuni dialoghi un po' sopra le righe e rende più difficile in certi momenti riflettere sul significato profondo e ancora attuale del tema sviluppato dalla scrittrice e autrice della sceneggiatura Ayn Rand. Ottimi gli attori, strepitose le inquadrature degli edifici creati da Roark e dagli architetti suoi rivali, bellissimo il bianco e nero. Filosofico

Belfagor 1/04/12 13:52 - 2689 commenti

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A Vidor bisogna riconoscere il coraggio nel trasporre sullo schermo l'improponibile romanzo di Ayn Rand (che firmò anche la sceneggiatura), una parabola sull'individualismo più estremo incarnato dall'architetto Howard Roark. Sono proprio le ambientazioni geometrizzanti, valorizzate dalla buona fotografia, la parte migliore del film. Ma non si possono fare miracoli, visto il materiale di partenza: la filosofia di fondo è indigeribile, i dialoghi sono troppo didascalici e, soprattutto, i protagonisti sono di un piattume unico. Due palle.
MEMORABILE: In negativo, l'arringa difensiva, così assurda da invogliarmi a rispondere "E io pago!" in stile Totò.

Daniela 3/07/14 16:17 - 12625 commenti

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Cooper interpreta il ruolo di un architetto geniale, tanto poco disposto a venire a compromessi da far saltare in aria alcuni edifici realizzati in difformità ai suoi rigorosi progetti... Fatta la tara al superomismo del protagonista, alla sotto-trama sentimentale con tira e molla fra l'eroe e l'ereditiera (anche lei con una discreta puzza sotto il naso), alle svolte melodrammatiche ad ogni piè sospinto, resta poco di questo film che può essere considerato uno dei più deboli di Vidor, pomposo alle soglie dell'umorismo involontario, se non fosse per il glamour della coppia Cooper-Neal.
MEMORABILE: Getta dalla finestra una preziosa statuetta perché non vuole affezionarsi troppo: bah!

Faggi 11/05/16 20:19 - 1549 commenti

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L'idealista (l'innovatore, l'artefice) puro e straordinario, con le sue nobili ragioni, è qui un architetto (l'artista tout court, si direbbe). Film un poco enfatico ma dove tutto torna, pure la tormentata storia d'amore che contiene con varie forzature. Le interpretazioni sono di valore, la regia fila liscia e precisa. La tesi di base dovrebbe essere questa: nelle cose dell'arte è l'offerta che crea la domanda e mai viceversa. Altrimenti è solo compromesso, ordinarietà o mancanza di genio.

Cotola 30/07/19 18:45 - 9009 commenti

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Il film mette sul tavolo molta carne al fuoco, temi importanti (riprendendo anche le osservazioni sulla psicologia della folla) ed idee interessanti: nel farlo la sceneggiatura non ha paura di spingere il pedale fino ad eccedere tanto da sembrare inverosimile se non "ridicola". Ma in un film che vuole portare avanti delle idee ci può stare. E in fondo anche i dialoghi a tratti enfatici ed i personaggi così assolutisti, fanno parte di un vecchio tipo di cinema che non temeva di fare ciò in cui credeva. Vidor in altri casi ha fatto di meglio, ma il film non lascia indifferenti e non è poco.

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  • Homevideo Mco • 11/12/12 00:02
    Risorse umane - 9970 interventi
    In DVD per la A & R Productions dal 22/11/2012.
  • Curiosità Daniela • 3/07/14 16:24
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Il film è tratto dell'omonimo romanzo di Ayn Rand, scrittrice, filosofa e sceneggiatrice statunitense di origine russa, fondatrice della corrente filosofica dell'oggettivismo.
    Il personaggio dell'architetto protagonista del romanzo è ispirato alla figura di Frank Lloyd Wright.
    Sul romanzo, molto esauriente la voce di wikipedia in lingua inglese:
    http://en.wikipedia.org/wiki/The_Fountainhead