Dopo il matrimonio - Film (2006)

Dopo il matrimonio
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/12/06 DAL BENEMERITO XAMINI
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Xamini 24/12/06 21:59 - 1252 commenti

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Che dettagli! Che inquadrature! La trama è semplice: Jacob aiuta i bimbi in India e torna a Copenhagen per trattare una donazione. Viene invitato al matrimonio della figlia del benefattore. Perché? Importante sino a un certo punto. Quel che conta è il modo in cui i sentimenti dei personaggi vengono a galla su schermo: dita che accarezzano, labbra immobili, occhi. Si dirà: troppi, ma che delizia!

Baby FC 3/02/07 01:37 - 3 commenti

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Una vera storia nel senso più classico del termine: vite che si svelano, colpi di scena. Potrebbe essere un dramma o una telenovela e invece i temi dell'amore, della morte, del tradimento sono trattati con toni lievi, accorati, a tratti malinconici. Una grande regia (d'impronta inequivocabilmente femminile).

Capannelle 14/03/09 15:19 - 4411 commenti

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Il cinema "nordico" ci ha abituato a colpi ben assestati senza troppo patetismo o clichè. Colpi che rischiano di sprofondare nel pessimismo o nei personaggi manichei ma non è il caso della Blier. Che per questo film può contare su un ottimo Madelsen e su altri validi attori. L'unico appunto che le si può rivogere è l'eccesso di primi piani e movimenti liberi della mdp, che fa tanto cineasta d'autore ma può anche stancare. Ma la visceralità della storia e il fiorire improvviso di drammi e rinunce sono condotti con bravura.
MEMORABILE: L'annuncio al matrimonio.

Giacomovie 29/06/11 00:45 - 1398 commenti

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Ha un inizio semplice e confuso e ci mette una buona mezz'ora per carburare, ma poi comincia a trovare la sua dimensione intessendo un intreccio intimista che tocca una vasta gamma di delicati e profondi sentimenti umani. La regia ha uno stile quasi kieslowskiano ed è un elogio del dettaglio. La trama, in cui ogni scena ed ogni personaggio ha la sua collocazione, riesce a toccare le corde giuste per lasciare un segno nell'animo. L'analisi di esperienze ed emozioni è asciutta, riesce ad evitare i pietismi e per questo risulta diretta e concreta.

Mickes2 20/08/11 16:17 - 1670 commenti

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Il tocco femminile in regia si nota tutto: un mèlo ricco di sentimenti in cui si affrontano temi universali come l’amore, il senso della vita e l’importanza di donare o lasciare qualcosa di concreto ai tuoi cari. Grande importanza per i dettagli: labbra, sorrisi, mani che accarezzano, occhi pieni di disillusione che piangono. La Bier tocca gli animi più sensibili e ci riesce pregevolmente senza eccessi di patetismo o ricatti. Gli si perdonano un paio di didascalismi di troppo e il jump-cut godardiano dell’Ultimo respiro, francamente evitabile.
MEMORABILE: L'incontro tra il padre e la figlia.

Cotola 3/09/11 23:54 - 9043 commenti

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Il cinema della Bier non riesce a convincermi e questo film ne è la conferma. Furbesco poiché fa leva in modo troppo semplicistico sulle emozioni dello spettatore, create ad arte grazie ad una sceneggiatura con troppi colpi di scena che sembrano confarsi più ad una soap che ad un melodramma. Eppure c'è chi parla di grandi contenuti, di alto profilo. In realtà mi è sembrato solo che la regista ci racconti una “semplice” storia, dignitosa ma nulla più. Le grandi opere e le profondità sono da tutt’altra parte.

Giùan 5/01/12 15:56 - 4559 commenti

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Croci (tante) e delizie (rare) del contemporaneo cinema d'autore (nord)europeo. Splendida messa in scena, utiizzo abile degli espedienti narrativi (ma già lì è un abilità che troppo confina con l'astuzia) e un reparto attoriale ben al di sopra della media (eccezionale Lassgard). La sensazione generale che il film della Bier lascia addosso, tuttavia, è quella di un melò saccente, patinato, nel quale i fili si aggrovigliano senza né mai stringerti troppo a sè, né crear nessuna forma di giusta distanza. Val la pena rivedersi un Sirk d'annata, un Loach o un Leigh.

Cloack 77 31/05/12 18:45 - 547 commenti

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La storia si fa interessante man mano che le carte si scoprono e il volto "svampito" di Mikkelsen diviene funzionale o "disfunzionale" per un dramma necessariamente lento nelle proprie meccaniche. Anche Susanne Bier scopre pian piano il suo progetto di regia, insistendo continuamente su dettagli, occhi, scatti nervosi, reazioni impercettibili: disfunzionale anche questo modo di dirigere, che può piacere o infastidire per l'eccessivo personalismo ma che nel contesto della storia non stona.

Luchi78 26/09/12 09:02 - 1521 commenti

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Film piuttosto freddo nonostante la quantità di situazioni sentimentali ed affettive messe sul fuoco. Un'incredibile serie di complicazioni familiari, tanti discorsi altisonanti e scene da disperazione strappalacrime che però non riescono completamente a convincere e a lasciare un segno a fine film. Lo ritengo un lavoro che non ha definitivamente raggiunto il suo scopo, nonostante l'ottima regia della nordica Bier. Piccola delusione.

Galbo 22/11/12 15:42 - 12392 commenti

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Presenta uno stile asciutto e nervoso la regista danese Susanne Bier, in questo suo film, quasi a volere sottolineare la solitudine interiore e le incertezze del protagonista, uomo che ha trovato tra i derelitti un precario equilibrio emotivo. La contrapposizione tra due civiltà agli antipodi, non solo geografici, e la descrizione psicologica dei personaggi sono gli elementi migliori di un film che rivela invece il limite principale nella necessità di colpi di scena narrativi, non sempre funzionali al racconto. Ottima la prova degli attori.

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Nando 27/03/15 11:33 - 3814 commenti

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Una pellicola con numerosi colpi di scena familiari che ben s'intersecano nello sviluppo narrativo e nell'azzeccato confronto tra due stili di vita totalmente opposti benché sottilmente legati tra loro. Cast come sempre appropriato, con i due interpreti maschili principali sopra tutti ben supportati dagli altri. La Bier rimane sempre una certezza.

Daniela 10/10/15 13:05 - 12662 commenti

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Da molti anni residente in India, dove opera come volontario in un orfanotrofio prossimo alla chiusura, Jacok è costretto a ritornare in Danimarca per procacciarsi i fondi necessari... Melodramma sotto forma di thriller sentimentale - quali sono le reali intenzioni del "filantropo" Jorgen? - di elegante fattura ma a tratti ricattatorio oppure eccessivamente programmatico (troppe coincidenze nella trama, oltre quelle volute). Più che per la storia, merita ampiamente la visione grazie alla bella prova corale del cast, con lo svedese Lassgard che se la vede alla pari con Mikkelsen.

Gottardi 19/04/21 10:59 - 396 commenti

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Volontario danese in India rientra in patria per cercare fondi: introdotto nella famiglia di un benefattore, in occasione del matrimonio della figlia nascono avvenimenti legati al passato che ritorna, e tutti non sono quel che sembrano. Classico film che divide i giudizi. Rimane incontrovertibile il tocco lieve della Blier nel trattare la materia dei sentimenti senza scadere nel lacrimevole o nel banale, così come la levatura degli interpreti, tutti meravigliosamente in parte. Melò? Forse, ma nel senso elevato di una lirica classica pervasa di umanità dolente. Ce ne fossero.
MEMORABILE: I primi piani degli occhi vitrei degli animali impagliati; I primi piani degli occhi dei protagonisti in trappola.

Caesars 13/12/21 10:56 - 3790 commenti

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Prodotto che che deve la sua discreta resa finale alla buona interpretazione sia del protagonista (Mikkelsen) che degli altri attori, Rolf Lassgård su tutti. La messa in scena riesce ad interessare e a reggere una lunghezza leggermente superiore a quanto necessario, e la storia è ben sviluppata. Quello che abbassa un po' la valutazione finale è il ricorso eccessivo, da parte della regista, a scene madri strappalacrime. Questo comunque non pregiudica la visione della pellicola, che rimane di livello quasi buono.
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