Difficile trovare qualche difetto in questo film. Difficile anche evidenziarne una sola scena. Parla della bellezza delle sfaccettature umane, parla dell'amore di un padre verso i figli e di un figlio verso il padre. Parla della diversità e delle coincidenze, cicla nel dì di Natale e non risparmia l'uso di effetti ma lo fa sempre in modo intelligente. Insomma, sta da re nel 2005 in cui è nato.
Un film di pregevole fattura, con delle ottime interpretrazioni e una storia toccante e molto umana. Peccato verso la fine si dilunghi un po' troppo e porti avanti il messaggio di libertà e convivenza in maniera un po' troppo "politicamente corretta", sembra quasi divenire una "pubblicità progresso" soprattutto per quanto riguarda le ultime battute. Un film comuqne da vedere perchè merita.
Buon film sulla tolleranza e la difficoltà della convivenza. La vita del giovane Zac dalla nascita fino ai 20 anni alla ricerca della propria identità nel tentativo di farsi accettare dalla famiglia e dalla società. Importantissimo il ruolo della musica che scandisce tutti i momenti del film (anni 60-70) e molto bravi i protagonisti. Finale un po' troppo prolisso, ma film comunque da vedere.
Incredibile come una quantità così ampia di temi (paternità, fratellanza, amore, sessualità, religione e molti altri che in fin dei conti ruotano tutti intorno all'argomento la principale: la vita) sia sceneggiata con una idea così vivace, con una storia che sa spaziare nella musica e nei suoi rispettivi periodi rappresentativi mantenendo una certa naturalezza nonostante l'elaborata confezione ad hoc; niente è mai troppo superficiale e apprezzo l'idea di non abbondare mai col dramma (tranne quando è necessario).
Quartultimo figlio maschio (Z.) è indeciso sulla sua omosessualità: una storia di crescita adolescenziale e progressiva affermazione della propria identità (non solo sessuale, ma anche sociale e famigliare rispetto ai genitori e ai fratelli C. R. A. e Y.), raccontata sul sottofondo di una selezione musicale tra anni 60 e 80. Il plot è minimo e già visto: perciò stupiscono la bravura, l'intelligenza e la sensibilità che danno vita a un vero gioiello, in cui spicca la straordinaria bravura e poliedricità del giovane Grondin. Molto raccomandabile.
Film particolare che merita comunque una visione. Diretto con estrema furbizia (le solite canzoni almanacco..) ma anche con particolare sensibilità (il tema dell'essere accettati, dagli altri e da sè stessi) e freschezza. Con quadretti che prendono (le espressioni della madre, il padre che scopre/studia il figlio omo, le riunioni familiari) anche se talvolta diventano ripetitivi. Buone sia l'ambientazione (specie negli anni 60-70 con i colori pastello) che il cast nel suo complesso.
Ricostruzione efficace per un film caratterizzato da sprazzi di poesia ma anche da bugie dettate da esigenze di "sopravvivenza". La musica, la buona musica, è al centro della pellicola; lo stile visivo traduce in immagini uno script che parla di crescita, di formazione, di identità di genere e di maturità; tutti temi affrontati dal regista con estremo realismo. Buona la prova recitativa del cast, supportata dall'ottima direzione degli attori. Are you crazy?
Ragazzo omosessuale trascorre i primi vent'anni di vita alla ricerca della sua identità, angariato da un padre machista. È una storia piuttosto intima che va nel profondo dei suoi personaggi, anche se non sempre in maniera coerente. Non mancano infatti, accanto a momenti davvero ottimi, altri banali ed evitabili. Ma si sa, non è sempre facilissimo trattare certi temi. La storia comunque è sicuramente di grande importanza. Buono il cast. La colonna sonora è ottima ma ogni tanto appare un po' male accozzata. Merita un'occhiata, ma appare un po' sopravvalutato.
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Nella colonna sonora i brani "Shine On You Crazy Diamond" e "The Great Gig In The Sky" dei Pink Floyd, come pure dei Pink Floyd sono le due cover dei cd dipinte sulle pareti della camera da letto del protagonista.