Lievito madre - Corto (2014)

Lui, un giorno, porta a casa un vecchio pianoforte, la cui cassa di risonanza è colma di una strana sostanza collosa: lei scopre che si tratta di lievito madre. Tutto qui? Nemmeno per sogno: il lievito ribolle a ritmo di musica, ipnotizza l'uomo, si insinua nei sogni della coppia e poi... Fuori di testa questa variazione sul tema del triangolo amoroso che, però, oltre al bizzarrissimo terzo incomodo (piuttosto weird la scena d'amore fallocentrica, che quasi ricorda Nekromantik...) non riesce a offrire granché. Piacevole ma nulla più.

Una bonaria presa in giro di una piccola mania di molti, quella del lievito madre e della sua “manutenzione”. Protagonista una coppia (l’uomo in particolare), a cui la cura del lievito, prende per così dire la mano. C’è la componente erotica che aggiunge curiosità ad un cortometraggio che a parte lo spunto iniziale, non ne presenta altri. L’ambientazione è buona e la prova degli interpreti adeguata.

Lui la tradisce, letteralmente, con il lievito madre, a cui si dedica anima e corpo. Curioso cortometraggio, che riesce a dosare abbastanza bene il rapporto tra normalità quotidiana e grottesca impennata verso un’evoluzione horror per quanto molto addomesticata. Insomma, il soggetto è carino, ma la sceneggiatura poteva osare molto di più anziché fermarsi sulle soglie dello sketch aneddotico, mentre la regia riesce a condurre piuttosto efficacemente la narrazione. Alla fine si ha la sensazione dell’inutilità, ma non del tempo perso.