Lo voglio... o forse no - Film (2017)

L'arrivo a Vero Beach (Florida) di una delle tante scrittrici che si son guadagnate un posto al sole (s)parlando dei matrimoni diventa l'occasione per riflettere sul tema attraverso le considerazioni di tre diverse coppie. Prima di tutto ci sono Alice (Bell, anche regista del film) e Noah (Helms), proprietari d'un negozio di tende e tapparelle in attesa di un figlio che non vuole arrivare e la cui ricerca rischia di stravolgere troppo le loro abitudini sessuali (e non solo). Più libera la sorella (Heard) di lei, che il figlio ce l'ha ma non si è mai sposata con il proprio partner (Cenac) coltivando un rapporto - almeno a parole - di libertà assoluta (i due sono tendenzialmente hippy). Separati dai...Leggi tutto quattro (si incroceranno solo nel finale dopo un primo fugace incontro in un centro benessere) stanno invece i più attempati Harvey (Reiser) e Cybil (Steenburgen), quest'ultima acidissima e in attesa della visita di sua figlia, avuta dal primo matrimonio. Tutti e sei sono stati scelti dalla scrittrice (Wells) per riassumere casi differenti utili a dimostrare la sua tesi, ovvero che non sarebbe sbagliato inventare una sorta di contratto che preveda soli sette anni di matrimonio (per eventuali prolungamenti sarebbe necessaria la rinegoziazione). Allo scopo servono quindi coppie tendenzialmente infelici o che facciano capire quanto l'istituzione in sé sia come minimo da rivedere, nella sua forma originaria. Perché siamo animali, abbiamo bisogno di sperimentare nuove vie, la monogamia limita le nostre libertà eccetera. Tuttavia le interviste realizzate dalla donna (per le quali paga profumatamente) e della sua collaboratrice sembrano solo un semplice collante (per quanto presente e in grado di dare comunque una direzione al film) per legare le tre storie. L'impostazione è da commedia sofisticata, a tratti quasi alleniana, con timide gag talvolta anche assai efficaci inserite in un tessuto che mette a confronto i diversi approcci all'amore: più tradizionale quello di Alice e Noah, puntellato da incomprensioni, insoddisfazione (soprattutto di lei, perché lui pare invece un brav'uomo dal carattere malleabile), spaesamento. Disinvolto e privo di problemi - almeno in apparenza - quello della sorella (davvero splendida Amber Heard), hippy fuori tempo massimo che vive con spontanea semplicità l'amore e il sesso. Quanto ad Harvey sembra ormai essersi rassegnato al cinismo offensivo della moglie, donna pragmatica capace di cacciargli un cuscino in faccia per impedirgli di russare... Non che non si noti il desiderio di sfuggire a un'impostazione tradizionale da anonima commedia americana (qui perlaltro si sfocia volentieri nel drammatico), ma la scelta di lasciare a volte le scene sospese, senza una conclusione, spezzandole, innestando risposte e reazioni inconsuete non è sufficiente a donare una vera anima al film; mancano una sceneggiatura valida e soprattutto una regia in grado di vivacizzare l'azione. Di tanto in tanto una frase fulminante, una battuta azzeccata regalano l'impressione di un film di qualità superiore, ma sono solo gocce in un mare di ambizioni frustrate che trovano la loro degna conclusione in un disgustoso finale conciliatorio che dà la reale misura dell'operazione.

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