Al di là del classico plot lenziano sulla solita coppia di amanti diabolici, quello che balza subito all'occhio e lo stile bizzarro, fumettoso, postmoderno e assolutamente personale di Merendino, che da un intelaiatura da classico thriller da discount, ti tira fuori un oscuro e incubotico viaggio nel complotto e nella follia, immerso in un'atmosfera lunatica, trasognata, sospesa e onirica, tra amplessi, incubi sessuali, la perdita del contatto con la realtà e una chiusa che sfuma nella pazzia.
Perchè Merendino c'ha un talento non comune, e ti ribalta come un calzino quello che, all'apparenza, sembra il tipico straight to video da seconda serata su Italia 7.
Tra David Lynch e Amos Poe, spizzichi di noir avanguardistico e derive pulp, femme fatale letali e misteriose (più di una) e soprattutto i viaggi allucinatori e onirici del protagonista, tra morbose passioni incestuose (la madre bramata dal piccolo Willy, spiata nella vasca da bagno mentre si trastulla e telefona ai suoi tanti amanti) e veri e propri incubi di strampalate fantasie erotiche che sfociano nel delirio BDSM (un banchetto di dominatrix dove Willy fa da tavolino umano, che sembra la versione "maschile" e in acido di
Histoire d'O, le scenografie fiabesco/lisergiche della stanzetta del "piacere" sadomaso, con la matronesca dominatrix russmeyeriana e una sfida sul ring felliniana alla
Città delle donne mischiata con il Jodorowski di
Santa Sangre).
Merendino stupisce, mandando all'aria le regole scritte del thriller erotico da bancarella, con morti che compaiono e scompaiono, confusioni mentali (Laura morta, tra le braccia, nel sogno necrofilo), intrighi e perfidia muliebre, paranoia polanskiana, bislacca sindrome da Peter Pan e derivati psicosessuali e mogli fredifraghe che assomigliano a Madonna.
Inquadrature sghembe da tavola dei fumetti, luci al neon di affascinante postmodernismo e una coltre ossessiva e ipnotica difficilmente riscontrabile in prodotti del genere.
Che Merendino sia un autore fuori dal coro è innegabile, che sia visivamente originale è un dato di fatto e che questo suo thriller erotizzante, ma sarebbe meglio estetizzante (che dovrebbe far parte di un'ideale trilogia che comprende
Un duro bastardo e
The upstairs neighbour) sia fuori dagli schemi prestabiliti si vede subito sin dalle prime sequenze (una camera di contenzione dove prende il via la storia costellata da stati di alterazione mentale progressiva, dove il tormento e l'assillo per il sesso si muta in una storia fosca e torbida, di ordinaria follia e turpi macchinazioni )
Per quanto mi concerne un oggetto strano, balzano, inusuale, di un autore da riscoprire.
Insomma, ad un passo dal culto non colto.
Perchè non chiama? Perchè?