Supercollider - Film (2013)

Supercollider
MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Supercollider
Anno: 2013
Genere: fantascienza (colore)
Note: Aka "Supercollider - The Black Hole Apocalypse", "Atomic Apocalypse"
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La celebre citazione da Edward Lorenz ("Può, il batter d'ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?") apre il film lasciandoci subito immaginare dove si voglia andare a parare; molto più di quanto non lo facciano le verbose, oscure spiegazioni scientifiche che riguardano il supercollider, l'acceleratore da dieci anni in progetto cui sta mettendo mano un gruppo di scienziati. Si parla di raggi cosmici da esaminare in un ambiente monitorato e di collisioni di protoni che provocano chissà cosa. Anzi, il chissà cosa lo scopriamo in pochi minuti: esplosione galattica nel laboratorio e un attimo dopo il primo ideatore del progetto, Victor Susskind (Dunne), si risveglia nella sua stanza...Leggi tutto scoprendo che non è più la sua stanza. Universi paralleli, diciamolo chiaramente. Nel nuovo mondo in cui si trova, Victor ha perso la figlia (che invece di là stava benissimo), ha divorziato dalla moglie (Bailey) e la città in cui vive è devastata dai tornado, che infuriano quasi quotidianamente tra i palazzi con effetti rovinosi. Cumuli di macerie, grattacieli che fiammeggiano... Unico contatto col vecchio universo, per il protagonista, è il suo iphone, dispositivo lì sconosciuto dal quale riesce ancora a chiamare moglie e figlia (???). Cosa sta accadendo? La psicoterapeuta (Marinova), che ha in cura Victor da quando gli è morta la figlia, glielo spiega: la memoria fa brutti scherzi, il collisore di cui ciancia è solo un richiamo mentale alla collisione con l'auto che ha provocato la morte della piccola... Insomma, c'è sempre una spiegazione per tutto, secondo la donna, ma il suo paziente non è fesso: sa bene che dietro a tutto c'è l'esplosione in laboratorio e qualcuno con le idee più chiare sul disastro in corso forse esiste: èil suo ex socio Leo Tarski (Cilenti)... Le avventure di Victor nella nuova dimensione sconosciuta inizialmente incuriosiscono, per quanto si intuisca presto quanto le contorte teorie scientifiche su cui il film si basa sian buttate lì giusto come fumo negli occhi. Poi però ci si accorge che la caccia alla verità è condotta seguendo meccanismi puerili che mai riescono a mostrarsi interessanti e che la regia annaspa. I personaggi secondari sono anticipatici stereotipi che indispongono chi guarda, i dialoghi quando provano a cercare d'esser più ricercati sortiscono l'effetto opposto, la fotografia plumbea ingrigisce la scena togliendo ogni guizzo di vivacità pure alle immagini, la narrazione è piatta, gli unici effetti speciali riguardano un paio di tornadi, qualche palazzo che crolla e le citate panoramiche della città mezza in fiamme. Nel disastro si salva forse solo il povero Robin Dunne, l'unico che sembra crederci almeno un po'. Ma poi, quando lo vediamo costretto agli obbligatori amplessi con l'ex moglie o a fare a pugni al bar, ci rendiamo conto che il film è solo un fiacchissimo clone bulgaro-canadese dei peggiori B-movie a stelle e strisce. Compreso che ci si muove in un mondo parallelo negativizzato e che l'idea simpatica dell'iphone-ponte tra i due universi è buttata lì senza esser sfruttata decentemente, ciò che resta sono scenette in cui Victor passa il tempo prima a chiedersi dove sia finito e poi a fuggire da un tipaccio fanatico del taser. Idee per evadere dal piattume generale non se ne vedono e dopo un po' non si può che sperare che l'inevitabile ritorno alla normalità sia cosa veloce. Anche perché dover ascoltare nel finale ulteriori astrusi pastrocchi di fisica quantistica dà proprio il colpo di grazia...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/04/20 DAL DAVINOTTI
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