Assolutamente nulla di nuovo riguardo al genere, che pende di più dalla parte del poliziesco che nemmeno in quella del thriller puro (alla stregua dei Jack Lee Thompson movie degli anni 80 con Charlie Bronson), dove Michael Madsen (insolitamente poliziotto buono sofferente di asma, dà la caccia ad un serial killer che uccide ragazze in quel di Los Angeles)
Nigel Dick (reuccio dei video musicali e fondatore della Propaganda film) ha una buona mano registica e riesce a tenere almeno salda la narrazione, in quello che fondamentalmente è un telefilmone dal look da postmoderno noir.
Tutto si basa prevalentemente sulle indagini del detective di Madsen versione bionda, donnaiolo incallito e sbirro hard boiled, in un ruolo per lui atipico, comunque simpatico e tutto di un pezzo, deciso a incastrare, una volta per tutte, il killer che terrorizza la città degli angeli.
Mix di action, poliziesco e psycho thriller, dove le furiose scazzottate la fanno da padrone (la violenta zuffa in piscina, la resa dei conti finale), inseguimenti di auto con impatti tremendi (al molo) e ragazze in cerca di vendetta (Lisa Bonet di angelheartiana memoria, messa lì un pò come una bella statuina, che regala, però, un gustoso sputo in faccia all'assassino).
Notevole comunque il killer dell'ex pugile Gary Stretch, boxeur con la passione per le telefonate erotiche e la necrofilia (solo accennata), che non disdegna il feticismo (mentre telefona ai numeri erotici si annusa in estasi un paio di mutandine femminili), sottospecie di dandi dall'aspetto del bel tenebroso, che sceglie le sue vittime in difficoltà, prima soccorrendole, poi dando sfogo alla sua furia misogina, di solito ammazzandole a suon di botte, per poi abusarne del cadavere. Scaricando la sua violenza massacrando giovani pugili durante gli allenamenti in palestra.
Un serial killer alla
American Psycho, appassionato di belle auto che trafuga in stile
L'alieno, osso durissimo quando si tratta di menar le mani e avantaggiato dal suo aspetto da "modello", dove le ragazze cascano ai suoi piedi
Così l'incipit non è male, con le due prossime vittime (tra cui una giovanissima Parker Posey) fuori dalla discoteca, lui che le salva da due energumeni dalle malevoli intenzioni, le porta a casa e le uccide.
Sul versante sex and violence siamo ai minini termini, del tutto assente il primo, e il secondo si riduce alle furenti lotte corpo a corpo (con qualche punta nel ritrovamento dei cadaveri delle vittime: una esamine in una vasca da bagno ricolma di sangue, l'altra legata alla sedia con il distintivo sottratto a Madsen stampato sulla faccia tumefatta o la ragazza "facile", con maglietta da hockey su ghiaccio, lasciata pesta e sanguinante fuori dal locale), perchè, alla fine, la consistenza è quella di un telefilm.
Non mancano alcuni momenti di umorismo degni della
Pallottola spuntata (la scena del tatuaggio inguinale mostrato al collega) e ben riuscita la sequenza nella stanza del motel, dove Madsen mette le mani sul killer, ma il propietario le punta il fucile addosso scambiandolo per un balordo, vanificando così l'impresa e la cattura.
Insomma, il solito minestrone, però decentemente condito.
Da noi è apparso brevemente al cinema nel marzo del 1993 , bollato con un eccessivo divieto ai 14.
In vhs come
Final Combination, con terribile cover da "kickboxing movie".