Solito filmetto giapponese destinato principalmente a un pubblico di bambini e ragazzini. Ciononostante scorre leggero e divertente, lo si può guardare senza attendersi niente di speciale e sorvolando su diverse ingenuità. Sufficienza piena.
Palesi le numerose citazioni da Gli invasori spaziali (1953) di William Cameron Menzies: l'elettrodo impiantato nella nuca per controllare la volontà, l'intelligenza aliena tentacolata (stavolta racchiusa non in una boccia trasparente come nel film di Menzies, bensì in una gabbia), ecc. Oltre a ciò, questo quarto Gamera è degno di nota per il combattimento finale fra la tartaruga e il calamarone (uno dei più divertenti e demenziali dell'intera serie).
Terribile, come tutti i film coi ragazzini (qui per di più boy-scout). Gli alieni - vestiti da infermieri - più imbranati della storia del genere, l'astronave a strisce col self-service telepatico e gli umani imbelli sono uno scempio. Al solito si salva giusto la scazzottata finale, qui fra il tartarugone protagonista (ma perché in Italia doveva diventare King?) e il calamaro fuori sagoma, che non si capisce bene come venga sconfitto quando ha la vittoria in pugno
Atroce filmucolo di sci-fi nipponica destinato a un pubblico men che di ragazzi. Pupazzi e modellini interagiscono nella consueta ridda di strida bestiali, effetti sonori da videogame Anni Ottanta e dialoghi riempitivi. Al ciclico nadir del ridicolo si aggiunge, stavolta, un fastidioso stuolo di mocciosi boy scout che permane (sfortunatamente) indenne nonostante gli interminabili e accaniti scontri fra i modellini anzidetti. Inguardabile.
Bimbi boyscout birboni che fanno rivalutare Erode fanno amicizia con il mostro tartarugato Gamera (ribattezzato King in italiano), brutto e fatto male ma utile quando, nel corso di una battaglia in cui intervengono anche altri mostri a casaccio, si tratterà di salvare la Terra da alieni malintenzionati oltre che maldestri. Come si fa a parlar male di un film del genere senza sentirsi in colpa? Chiaramente rivolto ad un pubblico under 10, sembra anche scritto e diretto in modo puerile da bambini poco dotati. Troppo brutto per non suscitare tenerezza, si merita un affettuoso pallino solitario.
MEMORABILE: L'ipno-astronave fatta da palle zebrate rotanti che sembra un'attrazione da Luna Park e magari lo è.
Raffazzonato quarto capitolo della serie, in cui Gamera deve vedersela con un'astronave aliena comandata telepaticamente dal polipone Viras. Sotto il controllo mentale della creatura, il tartarugone torna a distruggere Tokyo a comando e la produzione può riciclare le immagini dei precedenti capitoli. Del resto il meccanismo è sistematico: con la scusa di una "lettura del pensiero" si sfruttano intere sequenze già viste; e dire che è un film breve, per fortuna! Semplicemente tremenda (e anzi un po' inquietante), l'intuizione di rendere Gamera il mostro "amante dei bambini".
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