il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

BUONASERA SIGNORA CAMPBELL
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337298 commenti | 63721 titoli | 25237 Location | 12507 Volti

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  • Film: Ultimo incontro (1951)
  • Luogo del film: L'hotel di lusso dove Piero (Nazzari) cerca il contatto per un appuntamento con la prostituta "Emma"
  • Luogo reale: Via Manzoni 7, Milano, Milano
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  • Film: Un nemico che ti vuole bene (2018)
  • Luogo del film: La sede del ricevimento dove Salvatore (Folletto) simula l'esecuzione dei professori dell'università
  • Luogo reale: Villa Capozza, Via Maggia 34, Casarano, Lecce
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ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Davide Ricci

    Davide Ricci

  • Eliana De Santis

    Eliana De Santis

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Frankrome
Il romanzo di Thomas Tryon è una rivisitazione in chiave moderna del mito di Demetra (i "misteri" di Eleusi), con l'addizione di quello di Adone, ed esplora i riti pagani collegati ai cicli dell'agricoltura e il tema non nuovo dell'orrore celato dietro ristrette comunità chiuse. Il film è godibile, ovviamente facendo lo sforzo di immedesimarsi in uno spettatore televisivo degli anni '70.
Commento di: Magerehein
Film inglese a episodi che, come la maggior parte dei prodotti simili dell'epoca, trova il suo perché nell'apprezzabile confezione e soprattutto nella professionalità del cast (avercene, oggi, di horror mediocri recitati come questo). Purtroppo denota anche una certa prevedibilità di fondo (tutti e quattro gli episodi hanno uno sviluppo piuttosto scolastico) e una componente orrifica tutto sommato modesta, elementi che contribuiscono a tarparne le ali ben più della sua particolarmente evidente vetustà (i pochi effetti speciali sono invecchiati peggio che in altri casi). Blando.
Commento di: Reeves
Un western minore di Raoul Walsh, che dimostra di avere comunque un grande ritmo e ottime scene d'azione ma difetta nella sceneggiatura, troppo elementare. Rock Hudson, sempre pulito e sbarbato in mezzo al deserto e dopo lunghe marce a cavallo, è veramente fuori parte e il punto di vista del reduce sudista è solo malamente accennato. Però Lee Marvin giovanissimo ha un suo fascino.
Commento di: Harden1980
Si dice che l'amore curi ogni ferita e sembra che questa massima funzioni davvero per Jesse che, una volta uscito da una clinica psichatrica, incontra Chloe, una ragazza che potrà lenire le sue ferite interiori. Bella commedia romantica che si regge tutta sulla ben assortita coppia Bridges/Sarandon. Forse più in parte Bridges nel rendere il personaggio di un uomo danneggiato dalla vita e da una famiglia disfunzionale con la quale cerca di ricongiungersi nonostante i traumi. Ottimo il cast di contorno della clinica e bella la colonna sonora. Da riscoprire.
Commento di: Apoffaldin
Ispirato a un fatto realmente accaduto nella Roma papalina del Settecento: la tentata conversione al cattolicesimo di due ebrei la notte prima della condanna a morte. È un sublime incubo claustrofobico suggellato da una fotografia che, anagrafe permettendo, avrebbe potuto essere opera di Caravaggio o Rembrandt. Si fa perdonare anche la recitazione eccessivamente teatrale. Suggestiva per gli ammiratori, ridondante per i detrattori, l'ultima inquadratura con Castel Sant'Angelo dipinto sullo sfondo. Non per tutti. Prendere o lasciare.
Commento di: Cerveza
Qualche anno dopo Er Più, Celentano torna a fare lo smargiasso sui più idonei Navigli. Ragtime, lampade stile Tiffany e scarpe bicolori abbondano in questa favoletta fantasmatica che profuma di vecchia Milano e malavita strehleriana. E se Celentano si molleggia al solito tra umorismo nonsense e surreale, la Fenech bamboleggia elegantissima in una nuvola flou. Ruspante e spesso incongruo, è un film il cui scopo è semplicemente quello di divertire, riuscendoci, senza troppe pretese autorali. Dopotutto Celentano è sempre stato questo: popolare come una casa di ringhiera milanese.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Un titolo che si fa beffe d’una frase di uso comune, pronunciata nell'incipit da una lunga trafila di presidenti francesi (anche il film lo è) i quali presentano l'anno successivo come difficile mettendosi così al riparo da eventuali critiche sul loro operato. In realtà difficile è il momento storico, soprattutto a giudizio di un gruppo di ambientalisti (o eco-terroristi, come li chiamerebbe qualcuno) che il giorno del Black Friday si presenta di fronte alle serrande abbassate di un centro commerciale cercando di far ragionare l'orda che attende di...Leggi tutto entrare. E che lo farà ugualmente, travolgendo tutto e tutti come nel coevo THANKSGIVING, in cui l'assalto agli oggetti in offerta ancor di più si trasformava in una lotta all'ultimo sangue.

E' qui che conosciamo Albert (Marmaï), un giovane senza lavoro che acquista un grosso televisore con l'idea di rivenderlo su Ebay. Ma il compratore individuato, Bruno (Cohen), è assai strano e sembra più in bolletta dello stesso Albert. In breve le vite dei due proseguiranno in un cammino comune che li vedrà unirsi agli ambientalisti per mera convenienza (in un loro stand distribuivano birre gratis) in attesa - così sperano - che il Tribunale di Francia cancelli i loro tantissimi debiti attraverso l'intervento di un uomo (Amalric) specializzato nel'aiutare chi ha problemi di sovraindebitamento. Non sarà così facile, come si può immaginare, e intanto la seducente "Cactus" (Merlant) coinvolgerà entrambi nelle azioni e nel quotidiano degli ambientalisti d'attacco, facendo loro guadagnare pure qualcosa.

Da una situazione di indigenza vissuta tuttavia con una certa nonchalance dai due amici al centro della storia, Nakache e Toledano traggono un film che vola prevedibilmente sulle ali della satira, con una malcelata accusa di superficialità nei confronti di chi troppo facilmente si lancia anima e corpo in difesa di problematiche che non conosce come dovrebbe. D'accordo, Albert e Bruno - che costretti a cercarsi un nome "di battaglia" scelgono rispettivamente Pulcino e Lexotan - sono pure peggio (indimenticabile la risposta del primo, finto militante in tema, a Cactus che gli chiede cosa ne pensi del clima: "Un po' come tutti, mi piace il bel tempo, il sole, la spiaggia…"): costretti a condividere idee in cui con tutta evidenza non credono, incorreranno in una serie di gaffe che sono il sale di una prima parte vivace e ricca di gag azzeccate, condotta con bello spirito da commedia, sorretta da una regia impeccabile e da un cast che trova in Marmaï e Cohen una coppia complice ed espressiva, altamente versata per il comico.

Nella seconda parte invece, con il crescere di un sentimentalismo più scontato e con uno spazio fin troppo ampio lasciato alle azioni degli ambientalisti, vengono a mancare i dialoghi, le spiritosaggini, lo spirito iconoclasta e il clima si fa più pesante, senza recuperare più fino alla chiusura. Cionostante le trovate intelligenti e divertenti non mancano e la cura nella confezione nemmeno. Si pretende un po' troppo però, mentre per far funzionare il tutto al meglio sarebbe stato utile proseguire nel solco del primo tempo, senza sovraccaricare la storia con complicazioni o “doppi giochi” come quello attuato alla Banca di Francia. Ruffiano lo strascicato finale con ballo e bacio, ma si può perdonare...

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Ispirano comunque simpatia, i film di Nichetti; anche quando sono palesemente imperfetti come in questo caso, penalizzati da una regia indecisa e un po' zoppicante, e quando l'idea di ritrovare il protagonista muto esattamente come in RATATAPLAN sa di pretestuoso e suona poco originale. "Ho fatto splash", oltre ad essere l’unica frase pronunciata da Maurizio (Nichetti), diventa il claim della campagna...Leggi tutto pubblicitaria girata all'Idroscalo di una gassosa (Lurisia, si legge sull'etichetta, marca ben nota in Lombardia) alla quale il nostro partecipa in qualità di figurante. E' giunto a Milano dopo aver dormito oltre vent'anni (precisamente dalla serata di una "Canzonissima" del 1956) alla ricerca della cugina Carlina (Torta), che dovrebbe gentilmente ospitarlo e in qualche modo reintrodurlo nel mondo dopo il lungo letargo.

Carlina, maestra in una classe di bimbi incontrollabili, vive insieme ad Angela (Finocchiaro), disegnatrice poco impegnata, e Luisa (Morandini), che sogna di recitare in teatro con Strehler ma viene molestata da un fotografo (Bonacci) mentre è truccata da Liza Minnelli. La quarta coinquilina se n'è partita per il Brasile lasciando alle altre il compito di accudire in sua assenza il figlio (Bongiovanni) ancora in età prescolare e causa del fatto che in casa si ascolti sempre e costantemente la sigla di Gundam, uno dei tanti robot giapponesi importati in Italia sulla scia di Goldrake.

Il fatto che Maurizio non parli non sembra troppo preoccupare le tre amiche, alle prese con problemi maggiori e a cercare di tirare avanti campando di niente (a parte Carlina, che infatti mette i soldi per tutti). Così, mentre Angela si aggiudica una parte da comparsa per Strehler soffiando il posto a Luisa trattenuta dalle sessioni fotografiche dell'erotomane, Carlina sorprende tutti e annuncia il proprio matrimonio. Seguiranno grandi preparativi, con Maurizio ingaggiato per fotografare la cerimonia in chiesa durante la quale combinerà prevedibili pasticci come in un lungo sketch. Si prosegue infatti per macroepisodi (lo spot all'Idroscalo, matrimonio e rinfresco, la rappresentazione della "Tempesta" di Shakespeare con il protagonista in versione "distruttore involontario") in cui l'estro di Nichetti si concretizza nel caratteristico ricorso allo slapstick e a gag più buffe che divertenti.

Si apprezza come sempre la singolarità della proposta, che in Italia al tempo incontrava un certo favore da parte del pubblico, si osservano curiosamente certe trovate strampalate più efficaci sulla carta che all'atto pratico (lo split screen "in movimento" con la Finocchiaro che attende fuori della porta l'amica alle prese col fotografo), si sorride nello scoprire la discreta quantità di personaggi lunari che percorrono il film (si pensi al regista inglese dello spot o al ladro che lascia in mutande la Torta in apertura) o nel vedere le simpatiche facce del tenerissimo bimbetto chiuso in armadio la notte per evitargli di stare costantemente davanti al televisore.

Purtroppo la storia fatica a girare, arranca, e a lungo andare l'ostinato mutismo di Maurizio un po' indispone. Anche perché servirebbe qualcuno che permettesse di farci evadere dai discorsi di rado interessanti delle tre ragazze, che peraltro a sorpresa si mostrano in più di un'occasione a seno scoperto. Milano resta poco visibile sullo sfondo, luogo ideale per ospitare le scorribande surreali di uno dei suoi figli talentuosi non sempre capace di incanalare al meglio l'indubbia creatività. Un film strampalato, recitato con spontaneità ma che non ha molto per farsi ricordare.

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Miniserie in due puntate che si colloca a metà tra THE WICKER MAN (uscito nel 1973, lo stesso anno dell’omonimo romanzo di Thomas Tyron da cui è tratto questo) e GRANO ROSSO SANGUE (ma il racconto di King è del 1977...Leggi tutto e la prima trasposizione cinematografica ancora non era in vista). Del primo si ritrova la comunità dedita a religioni "pagane" misteriose dominata da figure inquietanti (qui la Vedova interpretata da Bette Davis), del secondo il clima cupo, i campi di grano, i nomi in tema come Il Signore delle Messi e altro ancora.

Anche qui, come in King, c’è una coppia che s’insedia in un luogo che non può immaginare cosa nasconda. Ned (Ackroyd) è un disegnatore pubblicitario in cerca di nuovi sbocchi professionali, Beth (Miles) sua moglie e Kate (Arquette) la figlia quindicenne. Ereditato un bel gruzzolo dal padre di lei appena morto, hanno deciso di spostarsi da New York alla campagna acquistando una bella villa posizionata tuttavia all’interno del territorio in cui ha sede una strana comunità luddista che segue riti e tradizioni proprie. Sembrano tutti cortesi e disponibili, ma alle loro spalle si capisce che qualcosa non quadra: una ragazza che lì abitava è scomparsa nel nulla, un’anziana signora (chiamata la Vedova) vestita di nero che si comporta da fattucchiera sembra avere il potere di decidere su tutto e tutti...

Beth si integra presto nel nuovo mondo, Ned al contrario si mostra diffidente e capisce che dietro una coltre di misticismo a buon mercato si nascondono elementi oscuri e malefici. D’altronde i personaggi equivoci non mancano, a partire da una seducente vicina madre di una bimba inquietante con bambola. Sarà lei l’enigmatica “madre” a cui tutti fanno riferimento? La vita, per la coppia protagonista - già resa difficoltosa dalle crisi respiratorie della giovane Kate e dall’influenza sempre più ingombrante della Vedova - si presenta problematica. Ned cerca di scoprire cosa stia accadendo impegnandosi nel contempo a mantenere vicino a sé la moglie, giorno dopo giorno più vicina a sposare in toto i discutibili usi e costumi locali. Ed è chiaro come sia lui, Ned, il punto di vista privilegiato del film, il vero protagonista intorno al quale tutto ruota. Bette Davis, ovviamente primo nome in cartellone, è la presenza carismatica, ma rispetto ad Ackroyd resta maggiormente ai margini.

Film televisivo in due puntate da oltre un’ora e mezza ciascuna, THE DARK SECRET OF HARVEST HOME venne ribattezzato in Italia col semplificatissimo titolo di “La casa” sei anni prima che sbarcasse su grande schermo l’horror oggi ben più noto firmato da Sam Raimi. La confezione televisiva – benché mascherata da una professionalità d’insieme non comune – si nota, i tempi vengono piuttosto dilatati e il capolavoro di Robin Hardy resta lontano, ma nella sua “normalità” dovuta all’esigenza di soddisfare un pubblico ben diverso da quello delle sale, il film di Leo Penn si segnala per qualche ruvidezza non comune, per un finale raggelante e per un clima inquietante in quegli anni nient’affatto facile da incontrare in tv. La progressione drammatica è scontata, tuttavia denota buone capacità nel descrivere una comunità fondata su principi dall’esterno imperscrutabili ma che seguono con tutta evidenza una logica precisa, con la creazione di miti e riti autonomi che in parte ritroveremo anche in GRANO ROSSO SANGUE.

L’allora adolescente Rosanna Arquette (qui in una parte minore) aveva due o tre anni in più rispetto a quelli dichiarati dal suo personaggio: bellezza e magnetismo tuttavia già non le difettano e lasciano presagire un futuro luminoso. Bette Davis, per l'intero film assolutamente imperturbabile, si palesa invece come punto di riferimento per tutti senza dover esercitare alcun tipo di violenza né alzare mai la voce, presenza in grado di far valere il proprio carisma soprattutto a fronte di una coppia protagonista che inevitabilmente perde il confronto rivelandosi piuttosto anonima. Non si respira grande tensione, il coinvolgimento è relativo a causa dell’eccessiva diluizione dei tempi e le scene che dovrebbero avvicinarsi all’horror fanno oggi sorridere, tuttavia la matrice originale conserva un suo fascino che il film riesce a far trasparire discretamente. Chissà perché la versione italiana cambia il nome del protagonista da Nick a Ned...

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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